“Nella mia vita e in quella dei miei cari l’odio non ha mai trovato spazio e mai lo troverà”. Patrizia Piscedda è la moglie di Paolo Giufarelli, il carabinieri colpito e ucciso dall’auto guidata dalla 26enne Federica Marras dopo avere tagliato la doppia striscia continua in via Leonardo da Vinci a Quartu. Oggi la giovane è stata condannata: due anni, 2 mesi e venti giorni di lavori di pubblica utilità per omicidio stradale. Niente carcere, quindi: “Così prevede la legge”, sospira la Piscedda. “Provo ancora molto dolore e non ho superato la fase più dura, quella di comprendere che Paolo non c’è più. Era la nostra roccia, il pilastro di tutta la famiglia. Sempre sicuro, sempre disponibile, sempre pronto ad aiutarci e aiutare tutti. Sapevamo di poter contare su di lui”. Da poco più di cinque mesi, però, quella che era una granitica certezza si è sbriciolata, purtroppo. “Non provo odio verso la guidatrice, è giovane e comprendo cosa stia passando e che abbia compreso cosa ha fatto”, prosegue Patrizia Piscedda. Nessun sentimento negativo, quindi, di rivalsa o vendetta, ma una pacifica constatazione che non si può tornare indietro.

Nei prossimi giorni la ragazza, tramite il suo legale Andrea Alessandrini, spedirà una lettera alla Piscedda. Il contenuto si conosce già, sarà una missiva di cordoglio, probabilmente con delle scuse. Un passo comunque importante, seppur nella tragicità dell’evento. Ci potrebbe essere anche lo spazio per un incontro? “Ora come ora no, sono ancora molto provata”, ammette la moglie del carabiniere morto, “però invito Federica a fare ciò che hanno già fatto le tantissime persone che amavano e stimavano mio marito. Vada in cimitero e gli porti un fiore”.

Fonte: Casteddu on line

Ultime Notizie

Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna

Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM