Concessioni messe a gara dal 2024,
dal Governo non arriva nessun rinvio ma solo la promessa di
indennizzi per i balneari che, tra un anno e mezzo, rischiano di
non avere più stabilimenti e chioschi. In Sardegna sono 1200 e,
dopo le ultimissime decisioni arrivate da Roma, regna la
disperazione. Il lavoro frenetico per cercare di cambiare il
decreto è un grosso punto interrogativo, e con l’estate 2022 ai
nastri di partenza c’è chi ha già alzato bandiera bianca. A dirlo è
Claudio Maurelli, presidente di Federbalneari Sardegna: “Tante
aziende sarde sono pronte a non riaprire, non faranno investimenti
se, tra due estati, non avranno più il loro stabilimento. Riusciamo
di finire tutti in mezzo alla strada, gli indennizzi del Governo
non bastano perché si tratta, solamente, di quote standard”.
Insomma, non certo un capitale che può mettere in sicurezza il
futuro di migliaia di sardi. “C’è anche l’emergenza dello stallo turistico,
con il Governo che offre una deroga inutile perché dice ai Comuni
di provvedere a fare i bandi dal 2024. Ho ricevuto, negli ultimi
giorni, tante telefonate di operatori disperati, famiglie che
presto finiranno sul lastrico”, racconta Maurelli. “Stiamo cercando
di fare il possibile per cambiare le parti del testo sul rinnovo
delle concessioni che porterebbe a un disastro senza precedenti”.
Ma la strada è molto lunga, e Maurelli ne ha anche per “gli
stabilimenti delle Forze dell’ordine. Non pagano nessun canone, a
differenza nostra”.
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