Sospeso dalla Massoneria. Tomaso Cocco, il medico anestesista arrestato nell’ambito dell’inchiesta mafia e corruzione in Sardegna, è stato sospeso a tempo indeterminato dal Grande Oriente. Il decreto del Gran Maestro Stefano Bisi è di ieri. “Presa visione delle informative ricevute secondo le quali il Fratello Tomaso Cocco, appartenente alla Real Loggia “Armando Corona” all’Oriente di Cagliari, sarebbe sottoposto a inchiesta giudiziaria”, si legge nel documento, Cocco viene sospeso “a tempo indeterminato, da ogni attività massonica”.
L’appartenenza alla loggia era emersa dalle intercettazioni pubblicate nell’ordinanza di arresto, dove per sua stessa ammissione risulta che egli apparterrebbe all’Obbedienza Massonica del Grande Oriente d’Italia, confessando al telefono che “tra fratelli ci si aiuta e molte volte ci si aiuta anche attraverso gli affari illeciti ok?”
Secondo l’inchiesta Cocco era il punto di collegamento dell’organizzazione con il settore politico e istituzionale. Dirigente medico dipendente della Ats Sardegna, metteva la propria funzione di dirigente medico e i locali del proprio ambulatorio presso l’ospedale Binaghi a disposizione del sodalizio. Medico anestesista, già responsabile dell’ambulatorio di Terapia del dolore dell’ospedale Binaghi di Cagliari, è direttore della struttura semplice dipartimentale di Terapia del dolore recentemente trasferito all’ospedale Marino.
Le intercettazioni hanno documentato i suoi strettissimi legami con Nicolò Cossu e Tonino Crissantu, elementi di spicco della malavita orgolese, ed è lui, secondo le accuse, a favorire i contatti con esponenti del mondo della politica, ambiente dove è ben introdotto, come l’ex assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia, il consigliere regionale Satta e delle professioni come il medico Giovanni Pietro Paolo Gusai (questi ultimi due non indagati).
Il certificato falso per Mesina. Aveva anche messo il proprio potere di certificazione sanitaria a disposizione dell’associazione ad essa contigua mediante il rilascio di false prenotazioni o attestazioni di visite mediche, per consentire i movimenti durante il periodo di confinamento pandemico e per partecipare a incontri funzionali al rafforzamento del vincolo associativo (gli “spuntini”).
Sempre secondo le accuse, Cocco redige consulenze medico legali favore di consociati o persone vicine all’associazione, nelle quali, pur non sussistendo le condizioni, attesta in modo compiacente l’esistenza di condizioni patologiche incompatibili con la detenzione, favorisce e gli affiliati e le persone ad essa contigue affinché siano erogate prestazioni sanitarie senza il rispetto dell’ordine di prenotazione. E il 18 gennaio 2021 aveva dato la disponibilità a redigere una falsa consulenza anche a favore di Graziano Mesina (“Come sta zio Graziano?”, “Facciamo una bella relazione medico legale…”).
Le mascherine. Nella sua qualità di dirigente medico si era appropriato di un numero imprecisato di mascherine chirurgiche, di cui aveva la disponibilità in quanto assegnate per ragioni sanitarie all’ambulatorio di terapia del dolore dell’ospedale Binaghi di Cagliari di cui era responsabile, facendole recapitare a Giuseppe Cadinu, a mezzo del corriere salvatore Succu, durante il periodo in cui, a causa della pandemia Covid, tali presidi non erano reperibili sul mercato.