(di Andrea Frigo) (ANSA) - QUARTUCCIU, 17 MAR - Una giornata da
trascorrere all'aria aperta, tra una partita di calcetto e il
giardinaggio.
Poi tutti in cucina a preparare il pranzo. E la
pizza.
Nell'Istituto penale per i minorenni di
Quartucciu si è svolta oggi una nuova Giornata Solidale, alla
presenza dei parenti dei ragazzi ospiti della struttura e dei
partner che hanno collaborato alla realizzazione dell'evento (Amici
del giardino, Comune di Quartu Sant'Elena, Comune di Quartucciu,
Lions Club Cagliari Karel, Promisa, Aidda delegazione Sardegna,
Sgaravatti Group), organizzato grazie alla stretta collaborazione
con la Fondazione Carlo Enrico Giulini con la partecipazione
dell'A.G.I. (Associazione Giardini Italiani), in procinto di
assumere nell'Istituto la gestione del progetto
"Orto-giardino".
In campo, per una partita di calcio a 5 i
ragazzi dell'Ipm (squadra Orto-giardino) e la squadra Sgaravatti
Group. "I progetti realizzati in questi anni all'interno dell'IPM
di Quartucciu - ha detto Ilaria Nardi, presidente della Fondazione
Giulini - ci hanno dato il privilegio di conoscere una realtà molto
particolare, che offre ai ragazzi un percorso di crescita.
Permettere a loro di misurarsi con la realtà
esterna, mettendo in opera ciò che stanno faticosamente imparando -
non solo la cucina, ma anche le regole sociali, lo stare insieme ad
altri in contesti strutturati, etc. - è un'opportunità grande sia
per loro sia per chi viene dall'esterno".
"Siamo lieti di partecipare a questa giornata
solidale che introduce il progetto Orto Giardino - ha detto Rosi
Sgaravatti, presidente dell'omonimo gruppo - un'iniziativa
importante per il benessere dei giovani ospiti dell'Istituto.
Questo progetto mira a offrire ai ragazzi un'attività educativa
basata sull'orticoltura e sul giardinaggio, per aiutarli nella loro
crescita personale e professionale attraverso lo sviluppo di
creatività, capacità e competenze utili nel loro futuro lavoro e
nel miglioramento del loro stato di salute fisica e mentale".
A fare gli onori di casa il direttore della
struttura, Enrico Zucca, con il personale della Polizia
penitenziaria e il cappellano, padre Gabriele Biccai.
"Ci tenevamo molto a questa giornata - hanno
detto il direttore e il sacerdote - soprattutto dopo le
dichiarazioni della garante Irene Testa che aveva parlato di una
struttura che sta cadendo a pezzi, peggio di un canile, da
chiudere. Possiamo anche essere d'accordo sul fatto che si tratti
di una struttura fatiscente e che ha bisogno di interventi, ma oggi
volevamo far vedere quanto di buono viene fatto qui tutti i giorni,
le tante attività che svolgiamo quotidianamente, anche perché sono
stati i ragazzi, per primi, a restarci male. Loro qui stanno bene,
perché siamo riusciti a creare un clima familiare, di amicizia e
solidarietà".
"Più che un carcere - ha concluso il direttore
Zucca - vorrei che questa struttura venisse chiamata da tutti una
comunità con le sbarre, perché qui i ragazzi stanno meglio che in
comunità".
(ANSA).