Cosa fanno le donne e gli uomini di buona volontà quando
tutto sembra perduto?
Invito alla solidarietà dal presidente di Anci Sardegna
Emiliano Deiana, in questo difficilissimo momento

Emiliano Deiana
Pubblichiamo di seguito la riflessione del presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana sul difficile momento che stiamo vivendo a causa dell’emergenza coronavirus.
Siamo tutti stanchi, sfiniti.
I contagi aumentano, la vaccinazione langue.
Le attività economiche in frantumi, la disoccupazione alle
stelle.
Non so più se siamo nella terza o quarta ondata. Quando si vede
qualche luce in fondo al tunnel ti rendi conto che è solo il treno
che arriva verso la tua direzione.
Quando c’è un segnale positivo è merito di chi governa; quando –
come è – la situazione decade la colpa è assegnata senza sconto
agli inermi cittadini (non agli irresponsabili che si fregiano di
non rispettare le regole, ma a quelli che da oltre un anno vivono
in cattività rispettando ogni prescrizione), alle attività
economiche allo stremo, alla scuola, al teatro, alle palestre.
È difficile mantenere un equilibrio: sia privato che pubblico.
Ti sei dato il compito – come me lo hanno fatto in tanti che
portano responsabilità – di provare a dare una mano, di tentare di
risolvere qualche problema, di evitare di cadere nel circuito – a
tratti inevitabile – della polemica.
Leggi i dati drammatici della disoccupazione. Vedi, sempre più
spesso, gente disperata, attività in ginocchio, ritardi
intollerabili per dare sollievo agli operatori economici:
l’esigenza di riaprire tutto, la ragionevole certezza che anche
quella è una follia che aggraverebbe ancora di più una situazione
già precaria.
In Continente ci si è affidati – irrazionalmente – “ai migliori” in
un cambio in corsa folle come chi lo ha voluto e pervicacemente
perseguito: non c’è “migliore”, c’è una china, una strada tracciata
irreversibilmente.
In Sardegna ogni “bagliore” è merito di chi Governa, ogni ombra è
colpa del “povero cristo” che si arrabatta o di Roma che “ci
ostacola”.
Si capisce che non può funzionare una cosa del genere?
Col centro che accusa la periferia e la periferia che accusa il
centro e insieme altalenano pericolosamente fra il paternalismo e
il “pugno di ferro” coi deboli?
E poi – poi – c’è chi soffia sul vento della disperazione
nell’illusione che si possa lucrare politicamente dalla
disperazione.
M anche questa è un’illusione quando ci sono solo macerie
intorno.
La domanda è una, una soltanto: cosa fanno le donne e gli uomini di
buona volontà quando tutto sembra perduto?
Cosa fanno se non mettersi insieme e trovare un motivo umano,
giusto, saggio di stare insieme e di invocare -‘ancora una volta –
la solidarietà fra i fragili?
Buongiorno a tutti. E stiamo uniti a dispetto di chi ci vuole
divisi, sparpagliati, solo in preda ai rancori.
E.
(Questo tempo sarà studiato da quelli che verranno dopo di noi. Le
posizioni pubbliche saranno analizzate una a una. Saranno
decodificate le follie di questo tempo, le irrazionalità, gli
opportunismi. Tutto resterà nei grandi server e a quello saremo
inchiodati)
Mercoledì, 7 aprile 2021
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