Oristano

L’inchiesta della Procura antimafia ricostruisce le vie della droga tra la Sardegna e la Penisola

L’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Cagliari, denominata “Monte Nuovo” e  che ha portato in carcere tra gli altri l’ex assessore regionale all’agricoltura Gabriella Murgia,  ha messo in luce anche  un traffico di stupefacenti sulla piazza di Oristano e tra la Sardegna e la Penisola. Una vicenda con  cui – va specificato subito – l’ex assessore Murgia nulla a che vedere. Riguarda, invece, un altro protagonista dell’inchiesta,  Desiderio Mulas, 66 anni, originario di Cagliari, ma residente a Oristano, arrestato dai carabinieri  con pesanti accuse che riguardano l’associazione a delinquere finalizzata al commercio  della droga.

Secondo la ricostruzione della  Procura antimafia di Cagliari Mulas gestiva l’attività di spaccio in città e nell’hinterland ed era stato  tra gli ispiratori di un traffico tra la Sardegna e la Pensiola, peraltro  rivelatosi alla fine di scarso successo criminale.

A Oristano Desiderio Mulas, secondo gli inquirenti era un punto di riferimento.  Consegnava lui stesso a domicilio dosi di cocaina “mazzini” a clienti noti e meno noti. I carabinieri ne hanno identificato alcuni  durante intercettazioni e pedinamenti di cui si dà conto nelle carte dell’inchiesta. A qualche cliente Mulas faceva anche credito, concedeva una sorta di pagherò.

Gli inquirenti sostengono che la cocaina arrivasse dalla Lombardia, dalla zona di Bergamo. Ma era il commercio di marijuana probabilmente quello che maggiormente lo  impegnava. Secondo i carabinieri ne smerciava a Oristano e riforniva la piazza di Santa Giusta, soprattutto era stato tra gli ispiratori di un traffico tra la Sardegna e la  penisola, promosso tra la fine del 2021 e la primavera del 2022.  In quest’impresa si era trovato insieme  ad altri personaggi arrestati l’altro giorno dai carabinieri dei Ros e  protagonisti dell’inchiesta “Monte Nuovo”. Primi tra tutti Nicolò Cossu, “cioccolato”, 64 anni, di Orgosolo, a capo dell’organizzazione, e  Tonino Crissantu, braccio destro di Cossu, 53 anni, anche lui di Orgosolo. Con loro Vincenzo Deidda, 62 anni di Gergei; Alessandro Arca, 46 anni, di Bono; Alessandro Rocca, 46 anni, di Orotelli; Antonio Giuseppe Mesina, 50 anni,  di Orgosolo; Battista Mele, 40 anni, di Orgosolo; Serafino Monni che ha compiuto 35 anni il giorno prima del suo arresto e vive a Orgosolo;  Andrea Daga, 63 anni, di Las Plassas, residente a Torino; Riccardo Mercuriu, 28 anni, residente a Mamoiada; le sorelle Alessia e Alice Deidda, di 27 e 23 anni, residenti a Gergei, figlie di Vincenzo Deidda (anche Alessia Deidda ha compiuto gli anni  il giorno prima dell’arresto);  Marco Zanardi, 23 anni, di Torino; e Vito Maurizio Cossu, 48 anni, di Sindia.

Tutti destinatari di provvedimenti di arresto  ottenuti dalla Procura antimafia di Cagliari e ciascuno di loro partecipe a vario titolo  del progetto che aveva richiesto  alcuni mesi di gestazione.   Numerosi gli incontri della banda,  documentati dai carabinieri grazie a  microspie montate nelle auto, telefoni intercettati, pedinamenti e appostamenti.  Si svolgono  a Santa Giusta, Oristano, Abbasanta, Gergei, Tramatza, Nuoro, Ottana  e Orgosolo.   I colloqui avvengono   usando una sorta di linguaggio in codice. Si parla di partire di formaggio e salumi da reperire e spedire. Gli arrestati sono  sospettosi: spesso  mettono i telefoni da parte per non essere intercettati; in alcuni casi scoprono  le microspie e le fanno   eliminare.

I ruoli possono essere così definiti: Mulas e Deidda si fanno carico di trovare gli sbocchi di mercato allo stupefacente che gli uomini del Capo di Sopra si impegnano a fornire.

Dopo varie discussioni, viene  scelta Milano come prima piazza da raggiungere con la marijuana. I carabinieri documentano di un viaggio nel capoluogo lombardo da parte di Desiderio Mulas e Alessandro Arca.  A Milano incontrano Marco Muntoni e concordano una prima fornitura.  I militari, però,  intercettano il pacco spedito tramite un normale corriere.  Nel centro di smistamento di Busto Arsizio lo aprono.  Ci sono  500 grammi inflorescenza marijuana, ben confezionati e avvolti in carta  assorbente intrisa di detersivo profumato. I carabinieri  prendono un campione della marijuana, richiudono il pacco e consentono che la consegna abbia seguito. Marco Muntoni riceve.  Dopo qualche giorno dà riscontro. Ma non è un riscontro positivo. Si lamenta: la marijuana secondo lui non è di buona qualità e sul mercato milanese non si riesce a vedere.

In Sardegna si cercano alternative. Nuovi incontri tra i componenti della banda, nuovi contatti telefonici con Desiderio Mulas ancora tra i protagonisti. Si individua una nuova piazza di smercio, Torino. E si prenede contatto nel capoluogo piemontese con un nuovo referente, Andrea Daga.  Dalla Sardegna parte un secondo  pacco. I carabinieri anche stavolta lo intercettano. Aprono e trovano 300 grammi di marjiuana  in tre diverse confezioni, di qualità e fornitori differenti. Richiudono e Andrea Daga può ricevere. Cerca di piazzare lo stupefacente sul mercato, ma anche stavolta, come accaduto in precedenza a Milano, ci sono difficoltà: la merce non incontra il gradimento  sperato. Si contattata quindi un nuovo intermediario, sempre a Torino. E’ Marco Zanardi.

L’operazione di smercio non è semplice. In Sardegna, però,  non si danno per vinti e dopo le spedizioni di questa sorta di “campioni demo” progettano l’invio di un grosso carico. Dalle intercettazioni i carabinieri scoprono che nell’ovile  in uso ad Alessandro Arca, nelle  campagne di Orotelli, sono stati messi al sicuro 600 chilogrammi di marijuana.  I militari stavolta non attendono oltre, vanno a prenderli. Scatta l’arresto di Arca e il progetto di export si ferma. I contatti si diradano. Desiderio Mulas comunque è sempre tenuto sott’occhio. Non solo dai carabinieri, si scopre, anche dalla polizia. Proprio martedì scorso gli uomini della Narcotici della Squadra mobile  di Oristano eseguono una perquisizione a casa sua. Mulas pensa di averla fatta franca. Poche ore dopo alla sua porta bussano i carabinieri. In mano  hanno il provvedimento cautelare ottenuto dalla Procura antimafia di Cagliari con le pesantissime accuse e col dispositivo di arresto e trasferimento in carcere.

Sabato, 30 settembre 2023

Fonte: Link Oristano

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