Caos migranti al centro di Monastir. Luca Agati, Sap, a Radio
Casteddu: “Si accoltellano, si picchiano, prima o poi ci scappa il
morto”.“Non è la prima volta che accade, abbiamo scritto l’ennesima
lettera al questore dove abbiamo sottolineato che, a livello
istituzionale politico, siamo lasciati a noi stessi, perché si è
ormai capito che l’immigrazione dall’Algeria al sud Sardegna non
importa niente a nessuno, perché si sarebbe in qualche modo
arginato il fenomeno invece è aumentato. Le condizioni in cui i
poliziotti lavorano all’interno di quel centro sono davvero
pericolose perché purtroppo, anche l’altra sera, una rissa tra
ospiti è degenerata e si è caratterizzata con il ferimento di uno
di questi anche in maniera abbastanza seria.Poi, per fortuna, si è
rivista la prognosi e il soggetto si è allontanato senza neanche
farsi refertare dall’ospedale. Questa è la normalità all’interno di
quella struttura e sinceramente cominciamo a essere abbastanza
stanchi e preoccupati. Solo le condizioni di mare ogni tanto ci
danno una tregua, gli sbarchi infatti non sono mai cessati. Fino
all’anno scorso arrivavano 15-20 persone, ad oggi ne arrivano 50-60
al giorno e ciò vuol dire che, in due giorni di mare buono, il
centro di Monastir si riempie anche con 130 persone. Oltre le
ottanta persone, succedono guai dentro la struttura che è
inadeguata. Stamattina ho incontrato il questore, che ascolta le
denunce per risolverle, e ha scritto alla prefettura. Ci vuole una
pulizia di quella struttura all’interno, ci sono macerie, bastoni
costruiti artigianalmente con manubri di bicicletta e non è normale
che oggetti simili siano a disposizione di queste persone, perché
sono delle armi”.“Questi soggetti arrivano, ricevono un
foglio di espulsione senza accompagnamento al loro paese d’origine,
un invito a lasciare il territorio nazionale entro 5 giorni, dalla
Sardegna vengono imbarcati per la penisola ma, ovviamente non
vanno via. Il sistema è sbagliato ed è chiaro ed evidente che gli
algerini, nordafricani e anche altri provenienti dall’Africa,
arrivano in Sardegna perché sanno che, questa via, è sempre
più pulita è meno mediaticamente interessante e hanno poi la
possibilità di spargersi e di raggiungere l’Italia ed andarsene.
Questa struttura bisognerebbe metterla in sicurezza, fare una
pulizia generale di tutta la porcheria che c’è dentro che è
potenzialmente pericolosa per risse e azioni negative nei confronti
di chi svolge la vigilanza all’interno.Quella era una scuola di
polizia penitenziaria e, da un giorno all’altro, è diventato un
centro di immigrazione gestito, tra l’altro, male. Scavalcano,
escono, rientrano, vanno al Carrefour, rubano alcolici, rientrano e
si ubriacano: non è una cosa normale e il primo filtro diventiamo
noi. C’è una pericolosità sotto il punto di vista di emergenza
sanitaria, di ordine pubblico; i nostri organi sono quello che
sono, ci sono più pensionamenti che nuovi ingressi e andiamo verso
un trend negativo e, purtroppo, Monastir ci assorbe tutta una serie
di forze 24 ore su 24. Questo crea un imbarazzo a tutto il sistema
della sicurezza cagliaritano”.Risentite qui l’intervista a Luca
Agati del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
https://www.facebook.com/castedduonline/videos/259739792435945/e
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