I comitati dei due rioni storici si uniscono per un appello e una richiesta di incontro al primo cittadino Truzzu. Chiedono l’applicazione del piano acustico e il rilascio delle concessioni in strada per bar, locali e ristoranti solo nel rispetto dei diritti della salute dei cittadini: “Devono stare almeno a distanza di 10 metri dalle abitazioni”. I Comitati di quartiere di Marina e Stampace hanno deciso, per la prima volta, di unire le loro forze per affrontare “i problemi sempre più gravi e insostenibili che affliggono da troppi anni le condizioni di vita e l’esistenza quotidiana dei residenti del centro storico”. Non più divisi ma uniti per il bene della città e per sfuggire alle vacue promesse di singole fazioni politiche che in questi anni non hanno sortito risultato alcuno. La lettera è firmata da Enrico Marini, presidente del comitato Rumore No Grazie, Adolfo Costa, presidente del comitato di quartiere di Stampace e Sandra Orrù, del comitato Apriamo le finestre alla Marina. Come prima azione unitaria i Presidenti dei Comitati hanno chiesto al Sindaco di Cagliari un incontro “franco, cordiale e proficuo per l’assunzione di rapide soluzioni che pongano fine alle sofferenze dei residenti e alla volontà di tanti di abbandonare le loro case e la città che amano”. La priorità dei temi indicati per il confronto comprende: l’ inquinamento acustico e la “violazione persistente delle norme sanitarie a tutela della salute e della vita dei cittadini, fenomeni deleteri certificati da tutti i rilevamenti fonometrici a partire dal 2008”. Viene ricordato in merito che il 9 settembre del 2016 la Regione ha riconosciuto i quartieri di Marina e Stampace quartieri in “ emergenza sanitaria” L’applicazione della sentenza del Tar del 2015 di condanna del Comune di Cagliari per inquinamento acustico ambientale. La sentenza indica in modo chiaro le soluzioni per il superamento dell’inquinamento acustico a tutela della salute dei cittadini ma la sentenza non è mai stata applicata. I residenti dei rioni chiedono l’applicazione puntuale del Piano Acustico Comunale che, “se fosse applicato, non si avrebbe l’inquinamento acustico”. La revisione e il completamento dell’iter del Piano di Risanamento Acustico che, “nella versione approvata dal Consiglio comunale, contiene illegittimità aberranti. Il “Piano” da 330 giorni giace negli Uffici dell’Assessorato dell’Urbanistica dove non poteva essere trattenuto per legge per più di 30 giorni. Infine chiedono la revisione dei criteri di concessione del suolo pubblico per mescita e ristorazione all’aperto, “concessione che deve avvenire solo nel rispetto delle norme sanitarie a tutela della salute e della vita dei cittadini e nel rispetto del Piano Acustico Comunale. I Comitati ricordano al sindaco che Massimo Cappai funzionario dell’Arpas (Direttore del Servizio Controlli, monitoraggi e valutazione ambientale) ha reso edotti i funzionari del Comune di Cagliari che nei quartieri di Marina e Stampace anche solo “quattro tavoli devono essere posizionati ad almeno 10 metri di distanza dalle case; distanze che in generale sono poco compatibili con la conformità dei quartieri in esame, ove insistono strade strette e le abitazioni (e quindi i ricettori) sono ubicati a breve distanza dai tavoli nelle aree oggetto di concessione ”. (Resoconto della riunione del Tavolo tecnico Regione- Comune di Cagliari, 29 luglio 2016, p.2). “In sostanza questo significa che la concessione del suolo pubblico rappresenta una palese violazione di legge e una violazione del diritto alla salute dei cittadini. Diritto che sovrasta ogni altro diritto”, denunciano i residenti. Tra gli altri temi posti all’attenzione del Sindaco vengono indicati ancora quelli della sicurezza, dell’accesso delle forze dell’ordine e di pronto soccorso “oggi impossibilitati ad agire e a intervenire”. - SARDA NEWS -
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