Beni per 620mila euro sono stati sequestrati ad un’amministratrice di sostegno di Cagliari, Daniela Caliendo, dagli uomini della Guardia di Finanza. Il suo nome è emerso dalle indagini svolte dai finanzieri: la donna avrebbe rubato i soldi ad una quarantina di persone che assisteva dopo avere ricevuto l’incarico dal tribunale, tra il 2012 e il 2020. La 50enne, avvocata, attualmente sospesa, assistita dagli avvocati Luigi Porcella e Massimo Ledda, è già stata condannata lo scorso 17 aprile, dal giudice Giorgio Altieri, a svolgere 790 ore di pubblica utilità, avendo patteggiato in seguito all’accusa di aver preso ad una novantenne circa 23mila euro, per acquistare vestiti e fare ristrutturazioni nella sua abitazione, facendo figurare i bonifici con causali, false, legate a lavori a favore dell’anziana (QUI[1] la notizia). Ora la nuova indagine delle Fiamme Gialle.
La Caliendo avrebbe privilegiato le operazioni in home banking per alimentare due suoi conti correnti, acquistare beni voluttuari di lusso, saldare prestazioni d’opera o acquistare di beni relativi alla ristrutturazione del suo immobile, estinguere proprie posizioni debitorie, ricaricare una carta di credito utilizzata per le sue spese personali e saldare, attraverso pagamenti F24, tributi vari personali o riconducibili a suoi congiunti. Le accuse sono pesanti: peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.