
Un cambio d’appalto, una nuova società che subentra a quella
vecchia e che cambia le abitudini lavorative, ormai consolidate,
delle 130 addette alle pulizie del Brotzu e del Businco,
rispettivamente il più grande e tra i principali ospedali della
Sardegna. Le ragioni del loro sciopero, il prossimo cinque luglio,
organizzato con il sostegno dei tre principali sindacati Cgil, Cisl
e Uil? I doppi turni improvvisi e le turnazioni stravolte. Una loro
collega, Giorgia Putzu, mamma di un bimbo piccolo, che è pronta a
licenziarsi pur di stare più tempo con il suo figlioletto. E loro
sono pronte a incrociare braccia e spazzoloni per 24 ore. Orietta
Marci, di Quartu, ha 55 anni e lavora al Brotzu da sette: “Da
quando è arrivata la nuova azienda non abbiamo più le stesse fasce.
Il sabato e la domenica le turnazioni sono cambiate, riesco ad
avere un giorno libero nel fine settimana ogni sette settimane.
Faccio 6 ore e 40 minuti, ho un full time e l’ultimo stipendio,
grazie a notturni e festivi, è stato di 1257 euro. La mia vita è
stata stravolta da questi cambi, ho problemi di salute e
anche familiari, con una mamma malata da accudire”, racconta.
“Molte colleghe fanno il part time e hanno un secondo lavoro”,
racconta la donna, che è anche delegata sindacale, “tante lo fanno
in nero, puliscono piatti o scale. Io ho il compito di fare le
pulizie, principalmente, in Urologia, e nelle ore rimanenti mi
mandano dove c’è necessità”. E la pulizia, in un ospedale, è
prioritaria e importantissima. Una sua collega, Sara Pisano, 42
anni, deve macinare tra andata e ritorno, ogni santo giorno, cento
chilometri: “Arrivo da Villacidro, la benzina è a mie spese. Ho
guadagnato, l’ultimo mese, 890 euro, ma perchè c’erano due festivi
nel mese di maggio. Il disagio maggiore sono le fasce di lavoro,
l’azienda nuova non ha mantenuto le promesse nonostante abbia
firmato un accordo. Mi hanno appioppato una seconda fascia oraria,
dalle 17 alle 22, non potrei mai farla perchè ho tre figli: una va
in seconda elementare”, racconta, “un’altra alle superiori e il più
grande ha comunque bisogno di me durante le sue ore di studio. Ma
chi dirige l’azienda non ha figli? Ho un contratto part time,
trenta ore settimanali. Monto alle sei del mattino e termino alle
11, pulisco in Cardiologia e nell’unità coronarica, che è la
terapia intensiva dello stesso reparto. Sciopero perchè voglio
continuare ad avere la possibilità di restare più tempo insieme ai
miei cari”.
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