
La relazione dell’autopsia del medico legale Roberto Demontis,
fatta sul corpo del 58enne dell’hinterland cagliaritano che si è
tolto la vita a inizio maggio nel reparto di Psichiatria del
Santissima Trinità? “Arriverà dopo l’estate”. A dirlo, scandendo i
tempi tecnici, è il legale della famiglia dell’uomo, Ivan Sanna. Il
cinquantottenne era stato trovato senza vita a meno di un giorno
dal suo ricovero nel reparto: per farla finita aveva utilizzato la
cinghia di una delle serrande della sua stanza. I parenti avevano
subito presentato un esposto in procura, dieci giorni fa una prima
svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati di due medici
del reparto, da parte del pubblico ministero Marco Cocco. Una morte
avvenuta in ospedale, in uno di quei posti dove la sicurezza
dovrebbe essere al primo posto, al pari delle cure. La moglie, sin
da subito, aveva definito “inaccettabile” il fatto che la morte
fosse avvenuta “proprio all’interno della struttura sanitaria
preposta alla salvaguardia dei pazienti psichiatrici”. Parole messe
nero su bianco e validate anche dal suo legale. “Vogliamo sapere se
è stato fatto tutto il possibile per evitare questa tragedia. La
verità dell’autopsia è come se fosse già nota, purtroppo è stato
accertato il gesto estremo del marito della mia assistita. Che è
avvenuto in un ospedale e in un reparto dove l’uomo aveva scelto di
andare dopo un po’ di tempo. Erano riusciti a convincerlo, i suoi
cari, perchè erano consapevoli dei suoi problemi”.
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