Si nasconde dietro le auto dei parcheggi o i mastelli dei condomini
e molesta le donne: si copre con passamontagna e occhiali da sole,
si scopre i genitali e si masturba in loro presenza oppure le
insegue per palpeggiarle. Sono oltre una decina le aggressioni a
sfondo sessuale, verificatesi tra il 2014 e il 2022, quasi sempre
dopo la mezzanotte, a Mulinu Becciu ai danni di donne residenti nel
rione. Nessuno è mai riuscito ad acciuffare il maniaco. E potrebbe
essere lui l’aggressore di Natalia, la studentessa che oggi ha
ricevuto le scuse della città da parte del sindaco Truzzu.Di sicuro
il quartiere ha paura del malvivente che colpisce le donne del
quartiere e scappa. E in tante sono state costrette a modificare le
proprie abitudini per non correre rischi. Le prime segnalazioni e
denunce (anche se non sempre le aggressioni a sfondo sessuale sono
state formalizzate alle forze dell’ordine) risalgono al 2014 coi
episodi di molestie avvenuti ai danni di donne alcune in via
Giotto. Nel 2019 una minorenne viene aggredita sempre nella stessa
strada a pochi passi dalla cooperativa Rinascita e stavolta la
denuncia arriva alla caserma dei carabinieri.Altri tre episodi nel
2020 e nel 2021 (via Giotto e via Gherarardo delle Notti) e la
notte dell’ultimo Capodanno un’altra aggressione, sempre in via
Giotto. Un condomino ha raccontato che la vittima è stata bloccata
all’interno del palazzo, spinta contro il muro e aggredita
fisicamente, prima che il maniaco riuscisse a scappare. Dopo
quest’ultimo episodio i condomini hanno aggiunto dei fari per
illuminare il piano pilotis.Il racconto delle donne fornisce sempre
lo stesso profilo fisico/comportamentale dell’aggressore che è
stato ricostruito da Chiara Durzu, una residente della zona che sta
raccogliendo tutte le testimonianze delle donne aggredite. Si
tratta di un uomo che, munito di passa montagna, guanti e occhiali
da sole (alcune volte), si presenta all’interno dei palazzi del
quartiere (via Giotto, via Dessi Deliperi, via Carpaccio) in orari
e in zone del palazzo nella quale la donna è impossibilitata a
chiedere aiuto (dietro i pilastri dietro i cespugli, nei parcheggi)
e colpisce di notte nella fascia oraria tra le 24 e le 5 del
mattino. Prevalentemente agisce così: si abbassa i pantaloni, si
masturba, insegue le vittime e le aggredisce fisicamente toccando i
genitali. Dai racconti non è mai stato riferito uno stupro, ma
emerge comunque come questi fenomeni abbiano danneggiato
psicologicamente le vittime e le donne del quartiere che ormai
hanno dovuto cambiare le proprie abitudini per potersi
tutelare.Alcuni di questi episodi sono stati segnalati anche con
delle denunce presso la caserma dei carabinieri di Su Planu a
Selargius. Chiara Durzu si è rivolta sempre alla stessa caserma
portando con sé altre tre donne nel 2019 chiedendo di poter
denunciare questi episodi e di prendere dei provvedimenti seri.Nel
luglio scorso si rivolge al sindaco di Cagliari inviando una mail
ufficiale al Comune e chiedendo di poter avere un appuntamento.
L’ufficio del gabinetto qualche giorno dopo risponde notificando di
aver posto sotto l’attenzione del sindaco la mail oltre ad averla
trasmessa ad altre autorità. Ma non verrà mai convocata e a Mulinu
Becciu non cambierà nulla.E si arriva a qualche giorno fa
all’aggressione di Natalia, la studentessa universitaria aggredita
sessualmente mentre si dirigeva in mensa nella zona di via
Cornalias: la descrizione dell’aggressore fornita dalla vittima a
Chiara Durzu coincide con quella raccontata da altre
donne.“Crediamo pertanto che possa essere lo stesso. Forse se le
autorità ci avrebbero dato ascolto, Natalia si sarebbe salvata”,
spiega la Durzu. “Premetto che io non sono mai stata oggetto
direttamente di tali aggressioni ma in qualità di donna e di
cittadina, credo che sia necessario richiamare l’attenzione delle
istituzioni e delle autorità relativamente alla gravità di questi
episodi che comunque mi hanno danneggiata psicologicamente.Sono
stanca di non poter far più quello che prima potevo fare: non posso
più rientrare da sola a casa in certi orari senza dover chiamare
mio fratello, un amico o un fidanzato. Sono stanca di non poter
accedere più liberamente dentro il mio parcheggio privato per paura
che qualcuno possa avermi seguita. Sono stanca, anche quando con
orgoglio e coraggio provo a rientrare a casa da sola, di sentire,
in quei minuti che occorrono per arrivare a casa una volta che
scendo dalla mia auto, il battito cardiaco accelerato, la
sudorazione e la percezione che ci sia qualcuno dietro di me o che
mi stia osservando, pronto a farmi del male.Io sono una libera
professionista e l’indipendenza per me è un valore importante. Non
vogliodegli slogan istituzionali, non voglio sentirmi una “vittima”
ma chiedo di poter essere una donna libera e di avere li
stessi diritti al pari un uomo. Non voglio più sentirmi minacciata
e limitata nei miei spostamenti”.Il caso del maniaco di Mulinu
Becciu sta scuotendo anche i palazzi della politica. Camilla Soru,
consigliera comunale si sta interessando alla vicenda e presto
potrebbe presentare un’interrogazione in consiglio comunale. Ma il
caso potrebbe arrivare in Parlamento con un’interrogazione della
deputata Pd Romina Mura.
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