Villamassargia – La Regina è in pericolo: rischia di morire l’oliveto di 900 anni che per via di una conservazione non adeguata e una serie di interventi per mano dell’uomo soffre e mostra disperatamente le ferite di una strategia finalizzata allo sfruttamento economico che niente ha a che fare con il rispetto e la valorizzazione del patrimonio ambientale sardo unico nel Mediterraneo. Imponente, maestosa proprio come una vera regina, Sa Reina innalza i rami al cielo da quasi mille anni. Fa compagnia agli altri 700 ulivi ultrasecolari, risalenti al Medioevo in quel S’Ortu Mannu, oasi verde ai piedi del castello di Gioiosa Guardia che, secondo gli esperti, andrebbe tutelato come merita. A causa di una serie di interventi non consoni, come feste e sagre, potature non rispettose delle minuziose norme imposte per il rispetto e la conservazione degli alberi monumentali, “un terzo della pianta è morto” spiega l’illustre professore di botanica Gianluigi Bacchetta, anche vicepresidente di ” Conservatoire Botanique National de Corse”. Studi approfonditi a cura dei massimi esperti del settore mettono in evidenza una tendenza che se, non dovesse presto indietreggiare, metterebbe fine al patrimonio naturalistico. Ciò che è accaduto di recente a Cagliari, il maestoso ficus che è in parte collassato sopra l’edicola di via Roma, è la dimostrazione che questi monumenti devono essere curati nella giusta misura e con le più autorevoli competenze: dalla potatura ai sostegni e il rispetto anche del suolo nel quale vivono da secoli. “Feste e sagre richiamano migliaia di persone, il patrimonio non viene così conservato bensi è in costante pericolo. Se non si interviene subito prima o poi piangeremo la perdita di tutti gli alberi monumentali”.

Ad affiancare Bacchetta vi sono altri esperti, i nomi più importanti, come Ignazio Camarda, per molti anni ordinario di Botanica sistematica nell’università di Sassari, e Bernabè Moya, esperto di botanica. Si sfrutta il territorio per un tornaconto economico, questo accade ovunque nel mondo, non solo in Sardegna che già anche a causa dei roghi ha perso parte degli esemplari più antichi. Domenica è in programma l’ennesimo evento nel luogo delle antiche piante: “Tutto questo mentre la situazione dell’oliveto plurisecolare di s’Ortu Mannu si aggrava e quella di Sa Reina diviene altamente critica.

Siamo vicini al punto di non ritorno e a nulla sono valsi gli studi condotti e i monitoraggi fitopatologici, biomeccanici ed ecologici”.

Fonte: Casteddu on line

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