T4 Off Canvas
Sarda News Notizie in Sardegna
  • Notizie in Sardegna - Sarda News
  • Notizie
  • Bloggers
  • Offerte di lavoro in Sardegna
  • Radio

Fermare la guerra per riprenderci il futuro

Dettagli
By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi

Alfiero Grandi

image

La guerra in Ucraina sta modificando orientamenti, spinge a scelte dolorose, alimenta derive estreme, influisce negativamente su scenari che erano già preoccupanti: pandemia, costi energia, aumento prezzi, difficoltà occupazione, sviluppo incerto e sua qualità in arretramento. Il coordinamento mondiale della lotta al cambiamento climatico rischia di essere la prima vittima delle conseguenze politiche dell’aggressione russa all’Ucraina.
La guerra ha esaltato i fattori negativi, la corsa al riarmo ne è la prova, e depresso quelli positivi, a partire dalle speranze di creare un futuro migliore.
Non c’è da sorprendersi se Confindustria fa una previsione da brivido sul futuro economico del nostro paese. La questione non è la precisione della previsione ma la tendenza di fondo, uno zero virgola in più o in meno non cambia granché. Questo si riverbera sui rapporti politici e crea ulteriori difficoltà in un quadro politico non esaltante e sull’azione di un governo non privo di affanno. C’è chi ha voluto i referendum sulla giustizia, tra cui svetta una rancorosa ripicca per abolire la legge Severino – che ha portato alla decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore – e che ora, dopo averli promossi attraverso le regioni a maggioranza di destra, sembra meno sicuro di riuscire ad arrivare al risultato sperato di mettere la magistratura sul banco degli accusati e di renderla meno autonoma dal potere politico.
C’è chi si allinea alle posizioni estreme di Biden sull’aggressione russa all’Ucraina, le quali sembrano dimenticare che occorre puntare sulla fine del conflitto e sulla trattativa di pace, finendo invece con l’incoraggiare Zelensky a rilanciare con un “vinceremo la guerra”. Questa linea dimentica che è l’Europa (compresa l’Italia) a pagare il prezzo maggiore delle sanzioni, per questo non si capisce perché fare i primi della classe nell’adozione di sanzioni che avranno effetti anzitutto su chi le adotta e perfino a correre il rischio più grosso se il conflitto dovesse finire per deragliare verso uno scontro diretto Nato/Russia. Gli Usa dovrebbero impegnarsi allo spasimo per una tregua immediata e per una soluzione pacifica e concordata del contenzioso tra Russia e Ucraina, perché è chiaro che una soluzione del conflitto richiede un ruolo positivo delle grandi potenze, Usa compresi, anzitutto nella sede internazionale deputata: l’ONU.
C’è chi tenta di ribaltare i sondaggi sognando precedenti risultati elettorali che non torneranno, tentando di tornare a crescere nei consensi elettorali a spese di una chiara alternativa di governo da presentare nelle prossime elezioni politiche. Infatti le prossime elezioni politiche hanno bisogno della presenza di alternative che si confrontano, mentre così si rischia di incoraggiare una destra divisa e litigiosa su tutto a rimettersi insieme solo per vincere le elezioni, e forse a farcela senza merito.

Anche il governo ne risente.

Nelle dichiarazioni si afferma l’esigenza di accelerare il più possibile verso le rinnovabili per liberarsi dalla sudditanza energetica fossile (il Corriere ha parlato di 40 GW di investimenti pronti in attesa di un semaforo verde che non arriva) ma nei fatti tempo e risorse sono rivolte a fare una colletta di gas nel mondo, a costi proibitivi. Se tutto deve cambiare e in fretta occorre guidare il cambiamento con mano ferma, facendo i conti, elaborando piani di sviluppo dei settori innovativi per reggere la caduta di occupazione e di ricchezza dei settori destinati al ridimensionamento occupazionale. Per questo occorre discutere con imprese e sindacati per predisporre i piani e le misure necessarie. Potrebbe essere utile, ad esempio, ripristinare il Ministero del bilancio e della programmazione, oggi ridotto ad un dipartimento della presidenza del Consiglio. Qualcuno ricorda La Malfa, Pieraccini, ecc.?
I prezzi sono da tempo in tensione al rialzo, ne è stata sottovalutata la crescita, definita frettolosamente temporanea, ma nel frattempo la pressione inflazionistica è penetrata in profondità nell’economia e nella società e sta diventando un fenomeno che si autoalimenta con le aspettative di una sua crescita e le speculazioni aggiungono altro carburante, ad esempio i futures su gas e petrolio hanno avuto – come sempre – un ruolo enorme di avveramento delle peggiori previsioni.
Sarebbe necessario far corrispondere ad un’economia che viene definita, forse con enfasi, di guerra un controllo dei prezzi di pari forza, invece si continua a pensare che sarà il mercato a offrire le soluzioni del problema (quando la “mandria” impazzisce può succedere di tutto) e si interviene ex post con interventi pubblici costosi, tardivi e insufficienti. Parlare di prezzi amministrati e sorvegliati, o qualcosa del genere, può sembrare un’eresia ad orecchie liberiste, ma di questo passo torneremo all’inflazione a due cifre, in presenza di un’economia che tende verso la recessione e quindi di un bilancio pubblico che non sarà in grado di trovare le risorse necessarie per intervenire, se non aumentando il debito.
La stagflazione è una trappola economica e sociale devastante per le fasce più deboli della popolazione.
In effetti la previsione di 60 miliardi in più di costo dell’energia nel 2022 corrispondono a una parte importante dell’intervento a fondo perduto che dovremmo ricevere dall’Europa nell’ambito del Next Generation EU. L’impressione è che la direzione del governo sia incerta, timida, poco efficace, mentre dovrebbe chiamare le forze sociali a discutere insieme delle scelte, sia le imprese, che i sindacati e i rappresentanti delle istanze ambientaliste, senza il timore di introdurre spostamenti di finalizzazione delle risorse nel bilancio. Del resto se cambiano le priorità e si discute di un aumento delle spese militari, di cui prima non c’era traccia, occorre ricollocare parte delle risorse sugli obiettivi strategici. Il ministro del Tesoro Franco a Cernobbio ha detto che non si può ridiscutere tutto il PNRR. Bene, ma tra il tutto e il nulla ci sono molte possibilità intermedie per concentrare l’uso delle risorse.
L’impressione è che la spinta propulsiva iniziale del governo sia rallentata e con questo vengono allo scoperto le furbizie e le insufficienze dei partiti grandi e di quelli piccoli, dediti a posizionarsi per lucrare una crescita nei sondaggi. Sondaggi che sono sostanzialmente stabili da tempo, i due partiti di testa sono più o meno alla pari e nello stesso tempo fermi, quelli che stanno scendendo nei sondaggi sono nervosi e incoerenti ma continuano a scendere, i piccoli si ripartiscono modesti incrementi dello zero virgola che non spostano la sostanza dei loro ruoli.
Quando un paese come il nostro è nell’impasse, in una sorta di stagflazione politica, è necessario sbloccare la situazione ripartendo da una cura che Paolo Baffi, all’epoca governatore della Banca d’Italia, prescrisse molti anni fa per la lira: il valore della lira doveva corrispondere alla forza reale, inutile svenarsi per difendere bolle artificiali.
Anche i partiti politici debbono ripartire dal loro valore reale, altrimenti si danneggeranno a vicenda. Dal valore reale di ogni rappresentanza può ripartire la costruzione di una coalizione di governo non posticcia, non al di sopra del valore reale di rappresentanza.
Per questo occorre una nuova legge elettorale che consenta a tutti di misurarsi con gli elettori, di spiegare perché chiedono il loro voto e affidando agli elettori il compito di scegliere non solo i partiti ma anche le persone da eleggere in parlamento perché godono della loro fiducia. Cercando così di iniziare il superamento del rapporto slabbrato oggi esistente tra eletti ed elettori, anzitutto attraverso una legge elettorale che non regala e non toglie. Anche perché per molti aspetti la prossima legislatura avrà aspetti costituenti, cioè dovrà decidere scelte difficili, non rinviabili.
Proporzionale e scelta degli eletti da parte degli elettori sono un binomio senza alternativa.
Altrimenti continueremo ad avere partiti che si comportano come nobili decaduti che non possono permettersi il precedente tenore di vita o partiti che pur di crescere sono pronti a dichiarare incompatibilità preconcette con altri del tutto immotivate. Se vuoi governare devi costruire una maggioranza, che non deve essere né un obbligo né un ripiego, ma una sintesi di scelte indispensabili e necessarie, altrimenti la discesa sarà inevitabile verso una società più ingiusta, sempre più duale ed escludente, nervosa e bellicista.
Papa Francesco ha ragione, i soldi per la armi si trovano sempre, per altre scelte no.
In gioco ci sono scelte di fondo e le prossime elezioni debbono cercare di creare le condizioni per farle, per dare un futuro al nostro paese, nell’ambito dell’Europa.

Fonte: Democrazia Oggi

Ucraina sarà la tomba della Russia? Dove la democrazia non è voluta, oggi non ha alcuna chance

Dettagli
By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi

← Il massacro di Bucha conferma l’urgenza di porre fine alla guerra[1]

6 Aprile 2022
Nessun commento[2]


Pietro Casula
Movimento per la Sardegna - Sardi nel mondo

image

Le immagini degli orrori che arrivano dall’Ucraina  sono e rimangono oggetto di divisioni nel dibattito politico e nei programmi televisivi che offrono diverse chiavi di lettura e diversi punti di riflessione con ospiti che, puntualmente, non trovano un accordo sulle interpretazioni e ragionamenti del conflitto militare in corso.
Nel dibattito pubblico sulla guerra Russia-Ucraina cosi come alla base della politica del nostro governo e della politica europea, siamo spettatori di una grande ipocrisia. È risaputo ma tutti chiudono gli occhi e fanno finta di non capire, di non sapere che in questa guerra l’Ucraina è solo una pedina della scacchiera geopolitica, una vittima nello scontro - quello vero - tra la Russia di Putin e la Nato ovvero gli Stati uniti d’America.
Nell’ambito dell’opinione pubblica si è tanto parlato e sparlato dei veri o presunti obiettivi della Russia in Ucraina e poco e niente, mi pare, si è discusso su quali siano gli obiettivi strategici degli Stati Uniti. Se l’Ucraina per la Russia rappresenta un interesse strategico fondamentale, nell’ottica degli USA - secondo Zbigniew Brzezinski - ex consigliere per la sicurezza nazionale della presidenza Carter - l’Ucraina è uno „spazio importante sulla scacchiera eurasiatica“ il cui controllo dovrebbe rendere possibile un dominio sul mondo.
Joe Biden, veterano della guerra fredda, ha messo in campo una tattica con un alto potenziale destabilizzante, nella quale un esasperato Putin si è buttato a capofitto in questa trappola pensata per procurare agli USA una montagna di profitti a costo zero. Perché i costi dell’operazione certamente sono e saranno - salvo sorprese - tutti a carico del Cremlino.
In un mondo post Guerra Fredda sotto il dominio geostrategico degli Stati Uniti, Brzezinski identifica l’Ucraina, unitamente ad Azerbaigian e l’Uzbekistan, come “lo Stato che merita il più forte sostegno geopolitico dell’America“. Questo stato post sovietico, infatti, è  per gli USA quello più critico tra i perni geopolitici chiave eurasiatici. Tesi sostenute tra l’altro, anche da Sir Harfold Mackinder, uno dei padri fondatori della geopolitica.  “Chi controlla l’Europa orientale comanda il cuore della Terra, chi controlla il cuore della Terra comanda l’isola-mondo e chi controlla l’isola-mondo comanda il mondo“.
Le durissime  dichiarazioni  e gli insulti di Biden all’indirizzo di Putin hanno fatto sorgere il dubbio a molti analitici che, in fondo, l’America non sia affatto interessata che Mosca e Kiew raggiungano un accordo di pace, quanto meno non nell’immediato. A questi fini a nulla servono gli insulti a Putin, che anzi rischiano di rendere ancor più difficile il negoziato o ancor peggio rischiano ulteriori provocazioni  che potrebbero indurlo ad allargare il conflitto fino a una terza guerra mondiale nucleare, la catastrofe.
Il vero aiuto alla popolazione ucraina  sotto massacranti bombardamenti da più di un mese ormai, non é l’invio di armi sempre più numeroso, sempre più potenti e non solo armi difensive che non fanno altro che prolungare il conflitto e aumentare le stragi, il massacro.
Il vero aiuto all’Ucraina non è aumentare  quasi del doppio le spese militari come ha deciso il nostro parlamento, oppure come ha deciso il governo tedesco di finanziare con 100 miliardi di euro il riarmo delle sue forze armate, e  neanche il progetto di dar vita ad un esercito europeo e ancor meno l’opzione di Joe Biden per il rafforzamento militare della Nato.
Questo compiacimento generale di unità, di compattezza dell’Occidente in questa logica di guerra, l’odio crescente verso il popolo russo cosi come l’informazione e il dibattito urlato e di parte, indicano una sola cosa: una corsa folle verso la catastrofe.
Il vero aiuto sarebbe il confronto diplomatico, la partecipazione delle grandi potenze occidentali con a capofila gli Stati Uniti alle trattative o quanto meno affiancare l’Ucraina invece di lasciarla sola con il suo aggressore. Questo sarebbe il vero atto di solidarietà dell’Occidente versi il popolo ucraino: affiancare l’Ucraina nelle trattative per il raggiungimento immediato del cessate il fuoco e la fine  dell’aggressione russa, la fine del conflitto.
C’è da augurarsi un pronto risveglio del senso di responsabilità delle potenze occidentali animate da una vera, chiara e decisa volontà di mettere la parola fine alla follia di questa guerra. Adesso. Nell’interesse di tutti.

References

  1. ^Il massacro di Bucha conferma l’urgenza di porre fine alla guerra (www.democraziaoggi.it)
  2. ^Nessun commento (www.democraziaoggi.it)

Fonte: Democrazia Oggi

Chi chiama “macellaio” Putin è per la ingerenza in Russia? Con quali conseguenze?

Dettagli
By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi

← Carbonia. Velio Spano nuovo Segretario, “per proteggere la Camera del lavoro di Carbonia da denunce e arresti, grazie alla sua immunità di senatore”. Eppure, nel comizio del 1° settembre, il commissario di PS pretende di trattenerlo in stato di fermo[1]

4 Aprile 2022
Nessun commento[2]


Andrea Pubusa

image

Biden, il presidente stelle-strisce, non l’ultimo dei cittadini al bar, dice che Putin è un macellaio e un criminle di guerra. Molti lo hanno deriso, mettendo in luce la poca lucidità di queste affermazioni. A ruota l’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia Carla Del Ponte ha chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) di emettere rapidamente un mandato d’arresto nei confronti del presidente russo per le sue operazioni in Ucraina. Putin è un criminale di guerra”, dimenticando che macellerie non diverse il mondo le ha viste in Irak e Libia ed in altri luoghi ad opera degli USA e dell’Occidente e nessuno ha chiesto l’incriminazione dei presidenti americani o dei premier inglesi.
Ma non voglio, anche se meriterebbe approfondimento, soffermarmi su questo doppio peso, voglio solo chiedere e chiedermi se queste affermazioni sono espressione di un pensiero e di una linea politica, che investe la guerra attualmente in corso in Europa. Voglio aggiungere alcuni indizi che suggeriscono una possibile convinzione. Ad un certo punto, in passato, si prese a dire le stesse cose di Saddam. Dopo essere stato amico degli USA in funzione anti Iran, il rais divenne sempre più bersaglio degli americani e degli inglesi. La sua era una dittatura intollerabile, che necessitava di un intervento portatore di democrazia. Lo stesso discorso si fece per Gheddafi, interlocutore per anni dell’Italia, cui era legato da contratti sul petrolio e perfino, per un certo perioro, di partecipazioni in Fiat.  Il presidente libico divenne improvvisamente un dittatore così criminale da meritare d’essere disarcionato con la forza.
Sappiamo com’è andata. Con dei falsi plateali e vergognosi Powel e Blair mostrarono ampolle contenenti la prova delle armi di Saddam capaci di colpire l’Occidente. Un’armata immensa, giunta d’oltreoceano, ha invaso l’Iraq, certo quelle USA erano “bombe intelligenti”, ma la macelleria fu inguardabile e orrenda, come quella Ucraina. Alla fine Saddam fu arrestato e impiccato. Per Gheddafi la fine è stata anche peggiore, linciato mentre tentava la fuga.
In queste vicende ciò che colpisce è che nè gli USA nè l’Inghilterra erano minacciati e neanche la Francia o l’Italia (che addirittura aveva invitato e ospitato Gheddafi a Roma, mentre il vice di Saddam, il cristiano Tareq Aziz, venne in visita, incontrando anche il Papa). La Russia forse ha qualche motivo in più per temere dall’accerchiamento NATO, fatto di missili, carri e uomini ai confini.
Ma non è della diversa situazione russa che voglio parlare, voglio ricordare che l’attacco all’Irak e alla Libia ha voluto non tanto esportarvi la democrazia occidentale, quanto disarticolare quegli stati, che per quanto autoritari, avevano una soggettività internazionale, mantenevano l’ordine interno, tenevano a freno gli estremisti islamici essendo governi laici, e contrattavano con gli altri stati la vendita delle loro risorse. Come molti hanno osservato, agli USA e agli occidentali la cancellazione di Irak e Libia è servito per continuare a disporre delle loro risorse senza dover trattare con un soggetto statuale autonomo.
Tirando le fila di queste semplici e semplicistiche considerazioni, si può dire che l’attacco personale a Putin (anche il nostro Di Maio lo ha definito animale) più forte addirittura di quelli a Saddam e Gheddafi sia l’indice non di demenza senile, ma di una linea politica che punta non (o non solo) alla liberazione dell’Ucraina, ma allo sconquasso della Russia, sul modello iracheno e libico? E questa linea oltranzista, che non pochi estremisti atlantisti enunciano espressamente, presenta dei gravi pericoli per l’Europa e il mondo? Putin e i russi saranno disposti a farsi governare da altri, dagli occidentali? O ricorrearanno a difese estreme, idest nucleari?
Quando il Dipartimento di stato corregge Biden, in realtà vuol dire che la linea “estremista” non è condivisa, non è di tutti ai vertici americani. Sembra voler dire che è in discussione, ma non vincente.
Speriamo che non vinca e che torni il lume della ragione. L’Europa, anziché appiattirsi sulle posizioni d’oltreoceano, dovrebbe sviluppare un’iniziativa di pace. Non vi pare paradossale che questa sia in mano alla sola Turchia di Erdogan (del dittatore Erdogan, parola di Draghi)?

References

  1. ^Carbonia. Velio Spano nuovo Segretario, “per proteggere la Camera del lavoro di Carbonia da denunce e arresti, grazie alla sua immunità di senatore”. Eppure, nel comizio del 1° settembre, il commissario di PS pretende di trattenerlo in stato di fermo (www.democraziaoggi.it)
  2. ^Nessun commento (www.democraziaoggi.it)

Fonte: Democrazia Oggi

Il massacro di Bucha conferma l’urgenza di porre fine alla guerra

Dettagli
By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi

← Chi chiama “macellaio” Putin è per la ingerenza in Russia? Con quali conseguenze?[1]

5 Aprile 2022
Nessun commento[2]


Andrea Pubusa

image

Di fronte alle terribili immagini di Bucha cosa possiamo dire e fare noi cittadini? Non possiamo dire e fare nulla di diverso di quanto dice e fa l’ANPI che in una nota stampa “condanna fermamente il massacro di Bucha”, e soggiunge: “questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”.
D’alronde, come dice il fotografo Oliviero Toscani, “tutta la guerra è un’immagine tremenda, ma soltanto di fronte alle immagini diventiamo sensibili”. Il fotografo non si capacita del fatto che siano soltanto “le fotografie a decidere la drammaticità della guerra. E tutti gli altri - si chiede – Tutti i morti che non vediamo, su entrambi i fronti? Anche i ragazzi russi, che sono morti e che nessuno vede, esistono. Ma perché la guerra esista è necessaria l’immagine. E la fotografia è arte nel momento in cui ci fa rendere conto di ciò che succede”.
Noi non possiamo fare altro che indignarci, chiedere l’immediata cessazione del fuoco e premere con forza sul nostro governo e sulla UE perché si batta per questo obiettivo attivando e sollecitando ogni azione diplomatica. Posizione, questa, che non viene modificata se usiamo parole più forti e mostriamo i muscoli. I proclami bellicisti anzi spingono per carneficine più grandi, di milioni di uomini anziché di migliaia, che noi riteniamo già troppi e inaccettabili.
E bene fa l’ANPI a chiedere “una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili”.
Come sempre in questi casi sul campo esistono varie versioni. C’è anche chi dice che quelle immagini sono false. Tutte le fotografie e i materiali video pubblicati dal regime di Kiev, che mostrano ‘crimini’ da parte del personale militare russo nella città di Bucha, nella regione di Kiev, sarebbero un’ennesima provocazione. Voi direte che questa affermazione non è credibile perché proviene dal ministero della Difesa russo secondo quanto riporta Ria Novosti. Anch’io lo penso. Ma perché dovrebbe essere senz’altro vero ciò che dice l’omologo ministro Ucraino? Non sarebbe la prima volta che accade il contrario. La prima vittima delle guerre è la verità.
Un autorevole storico, Giovanni De Luna, intervistato a Rai tre, ha detto che in generale le immagini testimoniano ciò che riproducono, ma necessitano di una verifica sull’autenticità, sugli autori dei fatti e su ogni altra circostanza utile a stabilire la verità storica. E’ uno studioso serio non un propagandista.
Ecco perché è quantomai opportuna - come chiede l’ANPI nel suo comunicato - “una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili”. L’ONU e’ gia’ stata investita della questione. Ci auguriamo che possa giungere a risultati incontrovertibili.
In ogni caso, è facile immaginare che morti e stragi esistono da ambo le parti e quindi la cessazione delle ostilità, il ritiro dei russi e la definizione delle zone in contestazione e in guerra da molti anni è necessaria. A questo dovrà comunque arrivarsi, salvi, Dio non voglia!, sviluppi più tragici. Ogni giorno di guerra in più è una strage in più, fotografata o no. Ci vuole altro sangue per premere fermamente per la pace?

References

  1. ^Chi chiama “macellaio” Putin è per la ingerenza in Russia? Con quali conseguenze? (www.democraziaoggi.it)
  2. ^Nessun commento (www.democraziaoggi.it)

Fonte: Democrazia Oggi

Carbonia. Velio Spano nuovo Segretario, “per proteggere la Camera del lavoro di Carbonia da denunce e arresti, grazie alla sua immunità di senatore”. Eppure, nel comizio del 1° settembre, il commissario di PS pretende di trattenerlo in stato di ferm

Dettagli
By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi

Gianna Lai

image

 

 La domenica un post sulla storia di Carbonia dal 1° sttembre 2019[1].

 

Dice Antonello Mattone nella sua Introduzione a Riscossa Sardista, “Lo scelbismo si manifesta a Carbonia, città che più di altre esprime le tensioni di classe e la forza organizzata dei partiti di sinistra, come un attacco frontale al movimento operaio in lotta per la difesa del posto di lavoro: nell’autunno del 1948, un comizio di Spano viene interrotto dalla polizia col lancio di bombe lacrimogene, il senatore comunista viene arrestato e trattenuto oltre un’ora in Municipio. Riferendosi proprio a questo fatto, Lussu, in un vibrato discorso di denuncia al Senato, nel corso del dibattito sul bilancio del ministero degli Interni, attacca duramente la politica poliziesca di Scelba che ripudia gli ideali della Resistenza, viola la Costituzione, intacca l’indipendenza del potere giudiziario e tenta di svuotare di autorità gli istituti parlamentari”.
Mandato di cattura contro il Sindaco e il Segretario della Camera del lavoro, le massime espressioni della rappresentanza politica e sindacale in città: dove non erano riusciti nel 1944 gli americani occupanti, arrestare Mistroni, Pirastru e Russo, allora a capo del nuovo movimento cittadino, riescono ora Pirrone e i poliziotti di Scelba. Un grave attacco all’intero gruppo dirigente del Sulcis, la massa operaia attonita e fortemente intimorita dall’esito che aveva nel mentre, in tutta Italia, la repressione a seguito dei fatti del 14 luglio. Così il prefetto, “Il sindaco di Carbonia che era tra le persone di cui era stato dato l’ordine di arresto, si è reso latitante; in seguito al mandato spiccato nei suoi confronti egli è stato, ope legis, sospeso dalla carica e sostituito dall’assessore anziano, indipendente”. Non dando conto, il prefetto, di come si trattasse di rappresentanza politica particolarmente rispettata presso l’amministrazione regionale, Consulta e Alto Commissario, e presso gli stessi ministeri del governo De Gasperi. Uguale il discorso per Antonio Selliti, antifascista riparato in Francia e partigiano, posto solo due settimane prima, dal Congresso della Federazione Minatori di agosto, a capo della delegazione sulcitana ricevuta presso il ministero dell’Industria e del Commercio.
Ora è necessario eleggere un parlamentare alla segreteria della Camera del lavoro cittadina, nella persona del senatore comunista Velio Spano, già costituente e adesso parlamentare: senatore di diritto per le persecuzioni subite (due volte condannato a morte in Tunisia), e per gli anni trascorsi nelle carceri fasciste. E membro, inoltre, della Direzione Nazionale del PCI e Segretario regionale del partito in Sardegna fin dall’ottobre 1947, al tempo in cui, come ricorda Mattone, “matura a Roma la rottura della coalizione tripartita di unità democratica”. L’unica scelta possibile, Velio Spano, a garanzia di continuità e sicurezza per il sindacato cittadino, onde porre fine a perquisizioni e controlli arbitrari quasi quotidiani in sede, che avevano già in altre occasioni indotto i dirigenti a far sparire documentazione e materiale informativo importante, ma “compromettente” agli occhi della polizia locale. Tale da esporre militanti e iscritti a rappresaglie e arresti, come abbiamo già detto ricordando l’intervista di Renato Mistroni. E la perdita resta grave, perché l’atteggiamento sempre minaccioso della forza pubblica ha impedito, in quegli anni, la creazione di un vero archivio sindacale della Camera del lavoro, sulla nascita del movimento operaio a Carbonia, da aprire fin da subito agli studiosi e alla consultazione dei cittadini. Che ora, sempre in riferimento a quegli eventi, possono fare affidamento solo su raccolte di documenti privati non complete, ad esempio le carte custodite presso l’Archivio della Grande Miniera di Serbariu, mentre resta di difficile consultazione anche l’Archivio del Comune, dopo il suo trasferimento: un tempo la Biblioteca luogo di sicura lettura, in particolare, della raccolta delle delibere consiliari e di Giunta, per chi fosse voluto riandare ai tempi della nascita di Carbonia. Ne abbiamo parlato con i testimoni, Giuseppe Atzori e Vincenzo Cutaia, dirigenti del sindacato pensionati al tempo della mia prima ricerca, i primi anni settanta, che iniziò proprio nei locali della Camera del lavoro, quando io vi ebbi accesso, riuscendo a fotocopiare volantini ed altro materiale. La documentazione superstite, degli anni immediatamente successivi, anche quella impilata dentro gli armadi, destinata poi a disperdersi man mano durante le varie risistemazioni dei locali, non essendo intervenuta, in quel tempo, la dirigenza del sindacato a deciderne riordino e catalogazione. E ne sottolinea in particolare la mancanza lo stesso Sandro Ruju, autore de “I mondi minerari della Sardegna” quando, riferendosi alla vita della Camera del lavoro di Carbonia, ricorda che, “nonostante l’importante ruolo svolto negli anni del secondo dopoguerra, questo organismo non dispone purtroppo di un suo archivio storico”, al quale attingere per la ricostruzione del passato.
Velio Spano a capo della Camera del lavoro cittadina, dunque, nella fase più acuta e critica della repressione scelbiana: il commissario di Ps che non sa, evidentemente, dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica e mantiene in stato di fermo per un paio d’ore un senatore del parlamento italiano, pretendendo di poterlo persino arrestare. Durante il comizio che Spano tiene il 1 settembre, per denunciare la gravità della retata del 28 agosto, manganellate e lacrimogeni sulla massa di donne e uomini raccolti intorno all’oratore, per interrompere con immediatezza e in modo violento la manifestazione. Così L’Unità del 3 settembre 1948. “Minacce di arresto e rappresaglie contro un parlamentare, Spano dichiarato in arresto e poi rilasciato. Premeditata provocazione della polizia, che disperde il comizio con bombe lacrimogene: le scorribande della polizia cittadina erano iniziate già il giorno prima. Una folla immensa, 20 mila persone in piazza, compresi donne e bambini, quando Spano inizia il comizio denunciando le responsabilità del governo e tutti i gravi fatti verificatisi a Carbonia e nel Paese in quel periodo. Quindi, rivolgendosi ai poliziotti, li invita a considerare l’enormità di quanto è accaduto. Allora Pirrone, commissario di Pubblica sicurezza, senza preavviso alcuno e con solo i tre squilli di tromba, neppure nitidi, ordinava il lancio di bombe lacrimogene sulla folla, che si è resa conto di quanto accadeva solo quando ha inteso i primi scoppi delle bombe e visto levarsi le prime colonne di gas. Spano invitava allora i lavoratori a non prestarsi alla provocazione, mentre Pirrone, trattenuto da un capitano di PS e da alcuni ufficiali dei carabinieri, pretendeva di arrestare Spano, reo di aver offeso la polizia. Beccu del PSd’AS, colpito dal calcio di un moschetto, così l’operaio Vacca che portava soccorso ad un bambino svenuto ai margini della piazza, tra la violenza dei poliziotti. La provocazione era preordinata e gli agenti con le autoblindo, disposti sottovento, pronti a lanciare gli artifici lacrimogini, ordigni di tipo recentissimo, fabbricati dalla Breda. Si tratta di artificio lacrimogeno sfollagente tipo E. Equipaggiamento per ogni agente, secondo l’ordine di servizio: 3 bombe lacrimogene, 3 bombe a mano, 3 caricatori per mitra, e viveri per più di un giorno; cappotto invernale, occhiali impermeabili e elmetto. Gli agenti son ripartiti per Cagliari in nottata. Don Lazzarini, il parroco, si congratula sulla piazza col commissario di Pubblica Sicurezza”. Così l’impressionante descrizione de L’Unità sulla logistica della “truppa”, il suo modo di intervenire, d’ora in poi e per tutto l’anno, nei momenti importanti della vita della città. E sale la protesta, “Indignazione a Carbonia”, nel telegramma della Giunta comunale inviato al prefetto, e “rappresentanti dell’amministrazione comunale” in prefettura, a Cagliari, contro il comportamento di Pirrone: “Grave la violazione recata alla casa comunale dove una pattuglia di carabinieri armati è penetrata senza alcuna autorizzazione, per tenere Spano in stato di fermo”. E poi la protesta della Camera del Lavoro provinciale, secondo le notizie de L’Unità del 7 settembre 1948. Questo, infine, il commento della prof. Maria Luisa Di Felice: “In un clima di caccia alle streghe, minacce e brutalità non vennero meno neanche dopo gli arresti, arrivando a pregiudicare anche il comizio tenuto da Velio Spano il 1 settembre alla Camera del lavoro cittadina. La polizia guidata dal commissario Pirrone, già vicequestore repubblichino, sciolse la manifestazione con l’uso di gas lacrimogeni, arrestò Silvio Lecca, segretario della sezione del PSd’AS e fermò Spano in modo arbitrario e del tutto illegale”, presso i locali del Municipio. Come fa notare ancora la studiosa, nessuna notizia degli avvenimenti, invece, su L’Unione Sarda di quei giorni, mentre algido e categorico si mantiene il prefetto nella sua relazione al ministro, “dopo lo scioglimento della riunione tenuta dal senatore Spano a Carbonia, per intemperanze dell’oratore, il PCI ha indetto in tutti i comuni importanti adunate di protesta contro il governo e contro l’azione della polizia, secondo ordini superiori contrari ai principi di legalità e onestà democratica”. E in osservanza della circolare Scelba 69210 del 19 agosto, a Carbonia ancora decine di fermi, dopo il il brutale scioglimento del comizio di Velio Spano: “diramata alle autorità di Pubblica sicurezza e alle autorità giudiziarie, con l’ordine di colpire i dirigenti sindacali”, essa aveva già suscitato la vibrata denuncia del Segretario generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio.

References

  1. ^1° sttembre 2019 (www.democraziaoggi.it)

Fonte: Democrazia Oggi

Altri articoli...

  1. Ora è il momento della lotta per la trattativa e il disarmo. No al riarmo e alle spese militari
  2. Se la guerra annulla l’Europa
  3. Una buona legge elettorale per risalire la china
  4. Voci di pace contro le pericolose pulsioni belliciste e di riarmo

Pagina 4 di 105

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10



La pace si allontana in Ucraina, reagire rilanciando l’iniziativa di pace
Alfiero Grandi   Le tragedie umane e materiali in Ucraina sono conseguenze della guerra innescata dall’invasione russa. Sulle tragedie, conseguenze della guerra, è in corso una campagna di propagand...
La resistenza, il pacifismo (e l’ipocrisia dei commentatori repubblichini)
Marco Pitzalis - Univ. - Cagliari Lo storico De Luna (UniBo) ci “spiega” sulle pagine del giornale atlantista radicale e interventista "La Repubblica" che la Resistenza non è stata pacifista. Il pro...
Due domande ai “pacifisti” sostenitori dell’invio di armi
Ormai tutti vediamo che siamo giunti molto vicini alla linea rossa che separa la guerra  Russia/Ucraina da conflitto fra Usa/Russia. Questa drammatica estensione ha degli automatismi. Se interviene ...
Appello dell’UNASAM per fermare la guerra in Ucraina, la corsa agli armamenti e alle basi militari...
Red C’è nella società una grande maggioranza contro la guerra, contro la politica del governo Draghi, della UE e della Nato. Non si condivide una risposta tutta incentrata sul profilo militare delle ...
ANPI. Pagliarullo rieletto presidente
← Nella guerra c’è in gioco l’indipendenza dell’Ucraina o quella della Russia?[1] 12 Aprile 2022 Nessun commento[2] Red Alcuni giornali, da sempre poco amichevoli con l’Anpi, la descrivono nella bu...
Nella guerra c’è in gioco l’indipendenza dell’Ucraina o quella della Russia?
← 14 aprile dibattito CGIL-ANPI-CDC per la pace, contro la guerra[1] 12 Aprile 2022 Nessun commento[2] Andrea Pubusa Se esaminiamo la guerra in Ucraina senza pregiudizi per capire come può finire e...
14 aprile dibattito CGIL-ANPI-CDC per la pace, contro la guerra
← La Costituzione e l’invio di armi[1] 11 Aprile 2022 Nessun commento[2] Tre grandi associazioni democratiche illustrano insieme le loro posizioni per la cessazione della guerra in Ucraina e per una...
La Costituzione e l’invio di armi
← Il giorno della vergogna[1] 11 Aprile 2022 Nessun commento[2] Andrea Pubusa C’è un’istintiva propensione ad aiutare anche con le armi chi è aggredito. Risponde ad un pensiero elementare socorrere...
Il giorno della vergogna
← Carbonia. Dopo il fermo di Velio Spano, il questore vieta i comizi in piazza. “Carbonia, da città caserma a roccaforte del proletariato isolano e della democrazia”: l’estate del ‘48 stretta fra lic...
Carbonia. Dopo il fermo di Velio Spano, il questore vieta i comizi in piazza. “Carbonia, da...
Gianna Lai  Oggi domenica un altro pezzo della storia di Carbonia dal 1° settembre 2019[1]. Riunione dei rappresentanti comunisti, socialisti, del Partito Sardo d’azione Socialista, dell’UDI, ...
Decimomannu migliaia in marcia per la pace in Ucraina
← UE sempre piu’ schierata nel conflitto russo/ucraino. Favorisce una giusta soluzione diplomatica? Salva l’Ucraina dai massacri e dalle devastazioni?[1] 9 Aprile 2022 Nessun commento[2] Red   ...
UE sempre piu’ schierata nel conflitto russo/ucraino. Favorisce una giusta soluzione diplomatica? Salva l’Ucraina dai massacri...
← Amica Ucraina, sed magis amica veritas[1] UE sempre piu’ schierata nel conflitto russo/ucraino. Favorisce una giusta soluzione diplomatica? Salva l’Ucraina dai massacri e dalle devastazioni? 9 Apri...
Amica Ucraina, sed magis amica veritas
Mario Dogliani   Daniel Chester French, La Verità, gesso, h. 148.6 cm, 1900, particolare. Art Institute of Chicago.     Sta girando molto in rete questo contributo dall’amico Mario Do...
Ripudio della guerra e Costituzione. Dibattito con Umberto Allegretti
← MARCIA PER LA PACE E IL DISARMO 9 APRILE ORE 15 - Decimomannu[1] 7 Aprile 2022 Nessun commento[2] Ripudio della guerra e Costituzione Caffè politico, venerdì 8 aprile ore 18.00, via Piceno 5 , Ca...
MARCIA PER LA PACE E IL DISARMO 9 APRILE ORE 15 - Decimomannu
← Fermare la guerra per riprenderci il futuro[1] 7 Aprile 2022 Nessun commento[2] MARCIA PER LA PACE E IL DISARMO 9 APRILE ORE 15 ITINERARIO: STAZIONE DI DECIMOMANNU-PARCHEGGIO AEROPORTO MILITARE D...

Sarda News - Notizie in Sardegna

Il primo aggregatore feed rss in Sardegna . Tutte le notizie in un unico portale web.

Info line: info@sardanews.it  - facebook.com/sardanotizie - twitter.com/sardanews

Privacy Policy Cookie Policy

Sardanews.it  -  Sarda Web Network - Sardaweb.it  - Sardalavoro.it - RadioFusion.it - SinnaiNews.it

feed-image Voci Feed