Andrea Pubusa
Il Tar Piemonte ha respinto l’istanza di sospensione del governo
contro l’ordinanza del Presidente della Regione Cirio. Per quanto
se ne sa, l’argomentazione è semplice e condivisibile. Il
Presidente della Regione Piemonte ha stabilito che il controllo
della tenperatura degli studenti si faccia non solo a casa, come
disposto da governo, ma anche a scuola. Una misura di buon senso e
di prudenza, ci sono molte famiglie che, per vari motivi, non
avrebbero assolto all’obbligo, una verifica a scuola della
temperatura dei ragazzi è finalizzata a salvagiardare i ragazzi
syessi dai contagi. Il Tar ha detto che la misura regionale si
aggiunge a quella statale e concorre al medesimo risultato: la
tutela della salute degli studenti. Quindi è in linea con la
disciplina statale sulla materia.
Due pesi e due misure, dunque rispetto alla Sardegna? A primo
acchito parrebbe di no. Per noi la questione è complicata dalla
questione della limitazione alla libertà di circolazione e
soggiorno. Tuttavia, non è chi non veda nel decreto del Tar
nostrano, pubblicato nel post precedente, la presenza di una parte
finale in cui il Presidente del Tar si dilunga per dimostrare che
nella nostra isola non c’è un sensibile aggravio della situazione
dei contaggi, sul presupposto - par di capire - che questo
legittimerebbe il Presidente Solinas ad un intervento d’urgenza a
tutela della salute. Ora in realtà queste affermazioni in fatto del
Presidente del Tar non ci paiono condivisibili (v. post prec.). In
Sardegna la diffusione del virus è esplosa in estate e a causa
della inibizione alla Regione di disporre controlli all’ingresso.
Migliaia di turisti delle movide e delle discoteche si sono mossi,
irresponsabili e incontrollati, fra Continente, Spagna, Sardegna,
Grecia e Sardegna importando il covid. Un vero attentato alla
salute dei sardi fino ad allora esenti in generale dal virus. Ora
in tutti i luoghi anche nei paesini ci sono contagi, i pericoli
sono evidenti, specie all’apertura delle scuole. Gli ospedali sono
già al tracollo per le prestazioni ordinarie. Un intervento
restrittivo è giustificato. Pretendere una attestazione sanitaria
all’ingresso pare ragionevole e non dettata da intenti compressivi
della libertà di cirocolazione. E comunque la tutela della salute
nel suo aspetto collettivo, comunitario non pare, in un
bilanciamento costituzionale, in posizione meno rilevante della
garanzia del movimento individuale. Anzi, sembra vero il
contrario. Insomma, si apriva uno spazio per salvare
l’ordinanza Solinas, a patto di considerare l’isola non solo nel
suo aspetto territoriale, ma anche in quello comunitario. Pertanto,
non mi pare una forzatura vedere alla base del comportamento del
governo, ma forse anche inconsapevolmente, in quello dei giudici
una svalutazione dei sardi e del loro sacrosanto diritto alla
salute.
Ciò che sconcerta, comunque, è che il governo non abbia recepito la
peculiarità della situazione sarda, nella quale l’insularità si
manifestava questa volta come fattore positivo ed utile, e nel
presidente della Regione lascia sgomenti l’incapacità di mettere
nei giusti binari una concertazione col governo, onde pervenire a
misure concordate a tutela del diritto fondamentale di noi indigeni
alla salute. L’art. 32 Cost.) vige anche in sardegna, ma ora qui è
palesemente compresso.
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