Stefania Falzoi
Niente paura, per gli amanti del teatro, nonostante le
restrizioni imposte dalle misure anticontagio, da oggi il
palcoscenico diventa il supermercato!
Favoloso, ma attenzione è uno spettacolo riservato a un particolare
tipo di pubblico ovvero il maschio, categoria uomo clava,
estimatore della donna sempre mezza nuda, perfettamente depilata e
oliata, e ça va sans dire, sempre pronta a soddisfarlo con
mosse ammiccanti e sexy. Per le signore di tutte le età, l’appello
è dunque quello a non essere goffe, ad essere sempre sul pezzo, e a
ondeggiare come bambolone eccitate tra le corsie del
supermercato.
Sono questi i consigli che la televisione pubblica italiana
impartisce nei suoi pomeriggi.
Non è necessario andare oltre con i dettagli, il video in questione
si commenta tragicamente da solo, ma il ragionamento a cui quelle
immagini ci fanno approdare è sicuramente la riflessione sull’idea
stessa di sensualità. Cos’è erotico e cosa non lo è? Cos’è sexy e
cosa è semplicemente volgare? Cosa ci figuriamo quando pensiamo
alla sensualità e al gioco tra due persone che si sentono attratte
sessualmente.
É vero, ognuno di noi ne ha una rappresentazione determinata o
quantomeno, facendosi orientare dalle proprie specifiche simpatie,
un’idea astratta. É una riflessione non da poco, perchè per poter
rispondere degnamente bisognerebbe interpellare quanto meno
l’antropologia, la storia e la filosofia. Tuttavia, è evidente come
in questo caso niente sia scontato e banale e che, dall’idea che
abbiamo della sensualità femminile, emerge quella del rispetto che
abbiamo per lo stesso individuo che la inscena (per rimanere nel
contesto teatrale). Il corpo della donna è ancora una volta
pericolosamente protagonista, mai se stesso nella sua semplicità,
ma sempre oggettivato, ed estremizzato.
É sacro, violato, sporco, troppo grasso, troppo magro, sciatto,
inadeguato, esagerato, vecchio.
Angoscia il fatto che la proposta di spesa hot sia stata trasmessa
in televisione proprio alla vigilia della giornata internazionale
per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Personalmente non mi suscita particolare sconvolgimento vedere una
ben tornita ragazza ancheggiare con i tacchi a spillo mentre spinge
il carrello della spesa (posto che ogni tentativo di emulazione per
le non avvezze a simili e sottilissime altitudini sia caldamente
sconsigliato), inquieta piuttosto immaginare che dietro tutto
questo ci sia stato un gruppo di lavoro, una regia, una scelta
autoriale, una direzione.
Con quanta facilità cadiamo ogni giorno nei tranelli insidiosi che
la volgarità sessista, mascherata da scherzosa provocazione, ci
tende…E, parallelamente, quanto è difficile costruire una coscienza
e consapevolezza sociale.
L’unica via d’uscita e come sempre quella offerta dall’ironia, la
grande risorsa delle donne.
Pensiamoci la prossima volta che andiamo a fare la spesa, ridere è
molto sensuale e quando lo facciamo, soprattutto su noi stesse e
per noi stesse, siamo tutte più belle. Anche senza tacchi a
spillo.
- SARDA NEWS -
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