Rosamaria Maggio
Il ministro Azzolina ha nominato un
Comitato di esperti che avrà compito di formulare e presentare idee
e proposte per la scuola, con riferimento all’emergenza Covid ma
anche guardando al miglioramento del sistema di istruzione.
Quando studiavo diritto amministrativo ho imparato che la Pubblica
Amministrazione si avvale di organi consultivi da interpellare di
volta in volta in modo vincolante o facoltativo, prima di emanare
provvedimenti di un certo rilievo.
In particolare alcune Amministrazione dispongono di Consigli
superiori, interni ai ministeri, costituiti da tecnici delle
materie interessate, compresi giuristi competenti nella
legislazione di riferimento.
Anche il Ministero della (Pubblica) Istruzione è dotato di un
Consiglio superiore che esprime pareri di volta in volta, così come
ha fatto di recente nel caso delle ordinanze di conclusione di
questo anomalo anno scolastico, in cui è stato chiamato ad
esprimere il suo parere, obbligatorio ma non vincolante.
Il Consiglio superiore della (pubblica) istruzione è organo di
garanzia dell’unitarietà del sistema nazionale dell’istruzione. Ha
compiti di supporto tecnico-scientifico per l’esercizio delle
funzioni di governo nelle materie di “istruzione universitaria,
ordinamenti scolastici, programmi scolastici, organizzazione
generale dell’istruzione scolastica e stato giuridico del
personale” (articolo 1, comma 3, lettera q), della legge 59 del 15
marzo 1997 e Decreto Legislativo n. 233/99).
Ha una composizione elettiva, i cui insegnanti candidati per
l’incarico, vengono proposti attraverso le organizzazioni
sindacali, altre componenti vengono designate dal CNEL, dalla
Conferenza unificata stato -regione e da un congruo numero di
esperti indicati dal Ministro, alcuni dei quali provenienti dalla
stessa amministrazione, scelti fra insegnanti, dirigenti
scolastici, per un totale di 36 componenti. Così come per altri
ministeri, Consiglio superiore di sanità e dei lavori pubblici per
fare alcuni esempi.
Colpisce la diversa composizione del Comitato tecnico scientifico
per l’emergenza Covid rispetto alle scelte fatte per il Comitato di
esperti che devono programmare la ripartenza della scuola.
La prima cosa che salta agli occhi è la esautorazione del Consiglio
superiore che non è rappresentato in questo Comitato neanche dal
suo Presidente come invece nel Comitato tecnico scientifico del
ministero della salute, del quale il Prof. Franco Locatelli,
Presidente del Consiglio superiore di sanità, è parte integrante.
La seconda è la totale assenza degli enti locali (ad es ANCI), che
sono competenti nella gestione delle strutture edilizie
(scuole).
Per contro, il Comitato di esperti dell’istruzione, pullula di
professori universitari che devono decidere il futuro della scuola
dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado. Dal suo
Presidente, professore ordinario di Economia e politica
industriale, ed in questo caso la inadeguatezza riguarda anche
l’ambito specialistico, (la scuola richiede evidentemente una
competenza di politica ed economia industriale….) , ad un
incaricato del Politecnico di Milano, ad un ordinario di storia del
Cristianesimo (ed anche in questo caso molte sono le perplessità
anche con riferimento al nostro essere Stato laico), al Presidente
dell’istituto salesiano internazionale (come sopra), ad un docente
universitario di Diritto amministrativo, ad alcuni Dirigenti
Ministeriali, all’AD della società di informatica del Ministero
dell’economia (SOGEI) e per finire alla Ceo e fondatrice nel 2016
della società IMPACT school, organizzazione sorta per diffondere la
consapevolezza dell’impatto delle nuove tecnologie nella
società. Le uniche eccezioni riguardano la presenza di una
insegnante di liceo, di 3 Dirigenti scolastici del Presidente della
società italiana di pediatria, di un professore ordinario di
pedagogia e di un ordinario di psicologia che completano il
Comitato.
Qualcuno potrebbe dire che i tecnici sono necessari per affrontare
il tema dell’edilizia scolastica in funzione del distanziamento,
come pure il rappresentante dell’istituto superiore di sanità dato
che ci saranno da prendere decisioni relative alla salute dei
bambini e ragazzi, ma ciò che stupisce è che coloro che lavorano
quotidianamente a contatto con bambini e ragazzi non siano stati
chiamati a dire la loro. Anzi l’unico organo che ne ha una cospicua
rappresentanza è stato esautorato (il CSP appunto). Non solo;
preoccupa la forte presenza di rappresentanti del mondo
cristiano-cattolico, non solo dimenticando la scelta aconfessionale
della nostra Costituzione, ma dimenticando altresì che la nostra
società’ e la scuola quindi, sono ormai multiculturali.
Infine preoccupa il silenzio parlamentare, l’assenza nelle
commissioni Istruzione dal dibattito politico sulla scuola, sia
nella loro composizione di maggioranza che di opposizione,
quest’ultima sempre pronta a sbraitare su tutto ed invece così
silenziosa sulla scuola.
O forse alcune scelte sono in linea proprio con le ideologie
imperanti fra l’opposizione nostrana.
Mi aspetterei di sentire la viva voce di tanti parlamentari
insegnanti, che si sono battuti in passato per difendere una scuola
sempre bistrattata, ed che ora, nelle stanze dei bottoni, tacciono
irresponsabilmente.
Sembra che il disegno sia ormai chiaro.
Sdoganare sempre più la scuola a distanza, utilizzare il personale
per iniziative di intrattenimento e ludiche, docenti baby sitter
anche d’estate, con scuole aperte per 365 giorni, per la gioia di
chi dice che gli insegnanti non lavorano.
Da una scuola così sarebbero penalizzati i ragazzi e la nostra
società in un prossimo futuro.
Vedo la debolezza del mondo della scuola.
I docenti, preoccupati per i loro alunni, cercano di essere
presenti nella vita dei loro studenti come possono. A volte senza
orario. Molti colleghi mi dicono che ricevono messaggi anche dopo
le 23…i ragazzi hanno bisogno di supporto culturale e
psicologico.
Chi vuole trasformare gli insegnanti in baby sitter non ha capito
molto.
In questo momento i docenti non hanno neanche la forza di farsi
sentire.
Chi li rappresenta dovrebbe farlo.
Spero che i genitori, gli unici che possono far sentire la loro
voce, capiscano che i docenti baby sitter non è ciò di cui hanno
bisogno i loro figli, neanche in tenera età.
I bambini ed i ragazzi hanno bisogno di Maestri/e, che ne sappiano
intercettare i bisogni nelle varie età e fasi della crescita, che
li sappiano stimolare adeguatamente per farne uomini e donne
consapevoli e capaci di interpretare questo mondo complesso in modo
critico e autonomo.
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