Andrea Pubusa
I casi spesso trovano spiegazione nelle lunghe ombre della
storia. Nella partita Occidente/Russia queste proiezioni antiche
sono evidenti e dichiarate. Putin, nel suo monologo televisivo, lo
ha detto espressamente. L’Ucraina non è storicamente, culturalmente
e politicamente un’entità distinta dalla Russia. Può essere
indipendente, ma non ostile, non può far parte di un fronte
opposto. Dal canto suo, l’Occidente ha sempre visto nella Russia un
gigante dai piedi di argilla, da abbattere e soggiogare. Napoleone,
Hitler, ma prima ancora Carlo di Svezia ed altri. Tutti hanno
pensato di conquistare l’oggetto del desiderio, goffo e arretrato.
Ma non ci sono riusciti. Anzi L’URSS di Stalin ha consentito
all’Occidente di battere Hitler, così come anche Napoleone cadde
dopo la disfatta nella Campagna di Russia.
Ora l’Occidente ritenta l’azzardo e lo fa utilizzando l’Ucraina
come esca. Le posizioni sono chiare: Putin non vuole missili sotto
casa, come non li gradì Kennedy a Cuba. Ma mentre Krusciov,
ragionevolente, fece marcia indietro e stemperò la crisi, gli
occidentali, aggressivamente, non mollano. Questioni di principio,
signori! Ogni Stato si sceglie gli alleati. Quindi anche l’Ucraina
può aderire alla Nato e ricevere missili e truppe in chiave
antirussa. E dire che a Gorbaciov fu promesso di lasciare un
cuscinetto fra la Russia e la Nato. E Krusciov prospettava una
nuova Europa pacificata, senza blocchi, con la Russia dentro.
Verba volant e la mano tesa del leader della perestroika
viene respinta! La Nato e l’Occidente premono e tramano. Alla
fine mettono un governo a Kiev filoccidentale, e ciò che è peggio
inseriscono in Costituzione l’impegno dell’Ucraina ad aderire alla
Nato. In sostanza, una provocazione!
Anche negli ultimi intensi incontri diplomatici Putin ha ribadito
la posizione. Tutto torna alla calma se la prospettiva Nato viene
accantonata, e l’Ucraina mantiene non solo l’indipendenza, ma anche
la neutralità. Una posizione tutto sommato ragionevole, non
aggressiva. La rottura è dunque di parte occidentale: i russi
lamentano d’essere stati messi in una condizione di necessità.
Cosa muove l’Occidente? Un’antica convinzione che la Russia abbia
potuto resistere agli attacchi in passato, ma non possa farlo oggi.
Napoleone pensava che le sue vittorie lampo fossero decisive e non
lo impantanassero come fu per gli svedesi. Non funzionò con la
grande Russia. Hitler pensava che “il generale inverno”
sarebbe stato battuto dai panzer iperveloci e dalla micidiale
aviazione di Hermann Goring, e sappiamo com’è andata a finire. E
oggi? Oggi si pensa che la globalizzazione e il web consentano una
vittoria sul piano economico-finanziario. Come è stata battuta
l’URSS, ora si tratta di finire l’opera, stringendo il cappio sul
collo della Russia, disintegrandola, con le sanzioni.
Che dire allora? Che l’Occidente usa l’Ucraina come esca (del
popolo ucraino ne frega niente a nessuno) per tendere una trappola
mortale a Putin. L’obiettivo? Ridurre alla sua mercé l’Orso russo,
non riconoscendogli la dignità nazionale in una alleanza, come
invece offrì Gorbaciov a Reagan, e ancor prima Roosevelt a Stalin.
La politica capitalistica e della Nato è sempre quella della guerra
fredda (vincere alla lunga senza condizioni), ma lo fa con
strumenti nuovi non sanguinari, tuttavia non meno devastanti per i
popoli. Putin invece ha risposto coi metodi sbagliati del passato,
non capendo che oggi la guerra, alla lunga, non si vince coi carri
armati, ma con armi sofisticate e invisibili, quelle che
l’occidente sta usando con grande mobilitazione: sanzioni di tutti
i tipi! In questa follia collettiva, non si tiene conto che oggi
c’è un terzo convitato, che ha un aspetto sempre mite e sorridente,
che non alza la voce e non minaccia, che usa in modo abilissimo e
garbato l’arma del convincimento e della convenienza economica: la
Cina. Alla fine forse l’Occidente crede di aver attratto in
trappola la Russia, ma non considera che la Cina sta lavorando a
mettere nel sacco entrambi. Vedremo. Ora, bisogna sventare questi
disegni, alzando forte la voce pacifista, a difesa dei popoli,
vittime predestinate di queste infernali strategie imperialiste.
Per l’Ucraina ci vuole indipendenza e neutralita’. E questo
richiede un serio e leale impegno delle parti, non solo della
Russia. La Svizzera vive cosi’ da molti secoli, e se la passa
benone. Non vi pare?
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