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14 Dicembre 2021
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Red
Il Coordinamento per la democrazia costituzionale, a
cui il CoStat (Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria
di Cagliari) aderisce, esprime pieno sostegno allo sciopero
generale del 16 dicembre proclamato da Cgil e Uil.
Ecco le ragioni dell’adesione in un appello della Presidenza CDC
nazionale.
I confronti tra Governo e Confederazioni sindacali non hanno
dato risultati. La ricerca di un accordo all’interno della
maggioranza ha di fatto reso impossibile trovare un terreno di
intesa con i sindacati. Ultimo episodio, le scelte in materia
fiscale. Eppure i sindacati rappresentano lavoratori e pensionati
che pagano oltre l’80% dell’Irpef e quindi sarebbe naturale
concordare con loro le scelte fiscali.
La critica di Cgil e Uil sull’Irpef riguarda la mancanza di misure
adeguate verso i redditi bassi che sono tanta parte dei lavoratori,
dei pensionati, dei precari, dei giovani. Le risorse potevano
essere trovate nell’ambito di una manovra da 30 miliardi e
dall’evasione fiscale, che è a livelli inaccettabili, contrastando
la disuguaglianza sociale che è molto cresciuta a sfavore dei
redditi bassi, da lavoro e non. La riduzione del numero delle
aliquote è sbagliata e conferma una grave incertezza politica del
Governo, pressato dalla destra della flat tax, proposta
incostituzionale perché è il contrario della progressività.
Giustificano altresì la decisione di Cgil e Uil di convocare lo
sciopero generale la scomparsa della promessa legge contro le
delocalizzazioni industriali, delle contromisure adeguate dopo la
fine del blocco dei licenziamenti per i lavoratori coinvolti, la
carenza di interventi per correggere una ripresa economica che non
crea nuovi posti di lavoro, o si tratta di posti quasi tutti
precari, le insufficienti misure contro l’inflazione, che amplia la
divaricazione sociale e colpisce le aree sociali più deboli, il
mancato avvio di una trattativa sulle pensioni per non tornare alla
legge Fornero, cercando invece un nuovo paradigma di pensionamento,
a partire dai lavori usuranti e dalla solidarietà verso i
lavoratori precari e discontinui.
Il ritardo riguarda anche il Piano di ripresa e resilienza,
strategico per il sostegno che arriva dall’Europa. Preoccupa il
ritardo sulla transizione ecologica dell’economia a cui manca
tuttora una scelta forte e rapida per le rinnovabili e l’idrogeno
verde, per contrastare gli aumenti dei prezzi e liberare il paese
dal ricatto delle fonti fossili.
La sfida dell’innovazione, presente nel programma del nuovo governo
tedesco, potrebbe consentire all’Italia - come ha rilevato Deloitte
- di diventare un riferimento per l’Europa programmando ed attuando
la transizione dal vecchio al nuovo, salvaguardando l’occupazione,
garantendone una crescita di qualità, con conseguenze positive sul
territorio, sull’ambiente, sulla salute.
Per evitare declino economico e impazzimento del clima occorre
scegliere, mentre finora il Governo affida tutto ai bandi, alla
nuova tecnocrazia, alle grandi imprese che vogliono le risorse per
conservare anziché per innovare, rischiando di buttare al vento
un’irripetibile opportunità.
Al Governo questo sciopero generale può perfino essere utile se
saprà comprendere che è una pressione per chiedere che i problemi
dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, delle aumentate aree
di povertà e dei più deboli vengano messi al centro delle sue
politiche.
Per queste ragioni aderiamo convinti allo sciopero generale e
invitiamo a partecipare alle manifestazioni
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