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28 Marzo 2022
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Andrea Pubusa
Sul Congresso dell’ANPI si sono accaniti tutti per arruolarlo
nel campo degli interventisti, quelli di destra, che hanno
artatamente richiamato la Resistenza sempre contrstata perché a
trazione comunista, e quelli di sinistra, che si sono messi
l’elmetto per essere più “realisti” ed efficaci. Ma hanno ottenuto
un secco no. L’ANPI condanna con fermezza l’invasione della Russia
all’Ucraina, ma non indietreggia di un millimetro sull’idea che la
pace si conquista soltanto con una trattativa internazionale
diretta dall’ONU, col sostegno delle grandi potenze. Lo ha ripetuto
Pagliarulo nella sua relazione, nelle dichiarazioni alla stampa e
nelle conclusioni, lo hanno ribadito, con forza, i delegati nei
loro interventi e nel voto. Il documento finale ha avuto solo 20
astensioni e nessun voto contrario. Chi ha tentato di dividere e
frantumare l’ANPI è servito.
“Non è in discussione la condanna irreversibile dell’invasione
russa, le violenze imperdonabili e la piena e concreta solidarietà
col popolo ucraino e il suo diritto alla resistenza”, ha detto
Pagliarulo. Ma allo stesso tempo contesta che quella definisce -
attaccando i giornali - “la militarizzazione del dibattito
pubblico”. Ovvero, a suo dire, “il misto di fake news e aggressioni
verbali a chiunque si permetta di contraddire il loro verbo.
Esattamente il contrario della difesa dei valori occidentali di cui
si dicono vessilliferi”. Menziona Eschilo: “La prima vittima della
guerra è la verità”. Invece “dobbiamo cercare di capire le cause e
il contesto”.
Eccolo il contesto. È un errore “ignorare o minimizzare la recente
storia ucraina, da Maidan alle formazioni naziste ucraine, alla
Crimea, al Donbass, alle interferenze russe, alla strage nazista
alla Casa dei sindacati di Odessa del 2014 e a tutto quello che è
successo ad est negli ultimi vent’anni. Sbaglia chi guarda l’albero
e non vede la foresta. Perciò non diamo scomuniche, ma nemmeno ne
accettiamo”.
Quindi sì alle sanzioni, “ma intelligenti”, no al sostegno
militare, perché “si può interpretare da parte dello Stato invasore
come un atto di cobelligeranza e che comunque alza ulteriormente il
livello della tensione internazionale”. E che “l’Ucraina da tempo
sia stata riempita di armi dalla Nato lo sanno tutti”. Sul punto -
dice Pagliarulo - la pensa cosi’ la maggioranza degli
iscritti, ma anche degli italiani, stando ai sondaggi. “Le sanzioni
parlano il linguaggio dell’economia, le armi della guerra”.
Pagliarulo ha criticato Draghi (”frettolosa la richiesta di fare
entrare l’Ucraina nella Ue”) , ma anche quei partiti che a parole
si dicono contrari ma che poi in Parlamento votato a favore degli
aiuti militari.
In questo clima di pacifismo attivo non è un caso che i consensi
più forti sono stati tributati dalla platea a don Luigi Ciotti che
con molta passione si è domandato: “Dove sei Europa? Dove sei
Onu?”, dopo aver esordito con un: “Cari compagni…di viaggio”. Il
fondatore delle sardine, Mattia Santori, ha spiegato di essere
contrario all’invio di armi (”ci sono arrivato dopo settimane di
analisi e di contorsioni personali”). Molto apprezzata Gianna
Fracassi (Cgil) per avere detto che gli attacchi all’Anpi “sono
fuori dalla decenza”.
Grandi applausi a Patrick Zaki: «Voglio cogliere questa
opportunità per menzionare le migliaia di prigionieri per reati di
opinione in tutto il mondo che stanno perdendo la loro vita in
prigione perché hanno detto la loro verità», lanciando un appello
al Congresso: «Ricordatevi di loro e continuate ad essere la loro
voce, come voi siete stati la mia quando ero nei loro panni».
Ma che fare per uscirne? Come imporre concretamente a Putin la fine
delle ostilità?
“L’Unione ha finora risposto in maniera frenetica ad ogni mossa
militare russa accettando la sua agenda, che andrebbe capovolta.
L’Anpi propone perciò che la Ue si faccia portatrice di una
proposta rivolta a tutti i Paesi europei non Ue che aggiorni gli
accordi di Helsinki del 1975 a cominciare dall’inviolabilità dei
confini nazionali”, ha spiegato Paglairulo. Soprattutto “stabilisca
un’ampia zona smilitarizzata e denuclearizzata lungo tutta la
fascia di confine fra la Russia e gli altri Paesi. Per questo la Ue
deve parlare con una voce sola, disponendo di un suo seggio al
Consiglio di sicurezza Onu”.
Pagliarulo ha ricordato che l’ANPI è parte di uno schieramento
ampio, maggioritario nella società che va dalla CGIL ad una
vastissima rete di associazioni democratiche fino a Papa
Francesco.
Questo congresso, per la sua qualità e la sua salda unità, è un
riferimento per tutti i democratici italiani che vogliono
indipendenza e libertà per l’Ucraina con le armi del dialogo e
della trattativa internazionale contro le pulsioni militariste che
Putin ha indotto nelle alte sfere dell’Occidente e il cui unico
esito è un conflitto nucleare.
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