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Pace subito, da questa crisi si deve uscire con il rilancio degli investiementi, per la riconversione ecologica!
5 Marzo 2022
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Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, Alex Sorokin
OSSERVATORIO SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA – PNRR
Promosso da: Coordinamento per la Democrazia Costituzionale,
Laudato Si’, NOstra
L’escalation bellica in Ucraina ha subito una accelerazione
drammatica dopo l’invasione di Putin che rischia di minare la pace
in Europa per la contrapposizione di blocchi contrapposti.
Si adombra perfino la minaccia nucleare e questo richiama
l’esposizione alle minacce incombenti sull’umanità ricordate da
papa Francesco: la guerra annientatrice, il clima ostile alla
sopravvivenza, l’ingiustizia sociale che corrompe le esistenze. Nè
possiamo dimenticare che la pandemia aggredisce tuttora gran parte
del pianeta. Questa situazione rischia di mettere in ombra la
questione climatica, che finalmente e faticosamente è
diventata centrale e da cui dipende il futuro dell’umanità. Le
anomalie climatiche si moltiplicano e si aggravano: dall’estrema
siccità allo scioglimento accelerato del permafrost in Siberia,
alla mancanza d’acqua, questioni che vengono rimosse sotto la
pressione della guerra.
La risposta all’impazzimento dei prezzi dei combustibili fossili e
alle carenze di rifornimenti non può che avere la risposta
dell’accelerazione della strategia indispensabile per mantenere
l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi.
L’uso dei combustibili fossili è ancora in campo come fattore di
potenza e di dominio del mondo. L’Europa non deve cedere a questa
deriva, neppure in presenza della guerra in Ucraina.
L’unica risposta alla guerra è riaprire il dialogo e non
l’estensione della Nato, senza comprendere che occorre anzitutto
fornire condizioni di sicurezza a tutti, all’Ucraina come alla
Russia. Occorre cercare la comprensione tra tutti paesi, abolire la
guerra come mezzo di regolazione delle contese, come del resto
afferma solennemente l’art. 11 della nostra Costituzione.
Insistendo sull’uso dei fossili l’Europa pagherebbe un prezzo
altissimo di dipendenza dall’estero, con sottrazione di risorse,
con il blocco dello sviluppo, con la caduta dell’occupazione.
Per raggiungere l’autonomia in Italia e in Europa e quindi ridurre
i costi occorre produrre energia in modo sempre più compatibile con
gli obiettivi climatici. Occorre un progetto complessivo che
comprenda investimenti massici nelle energie rinnovabili,
nell’idrogeno verde, nel risparmio energetico.
Nelle posizioni del Governo ci sono evidenti ambiguità. Puntare su
misure transitorie come maggiori estrazioni nazionali di gas e
nuovi rigassificatori (occorrono alcuni anni) e insistere sull’uso
del carbone sono misure tampone o scelte che contrastano con gli
impegni presi in precedenza ?
Oggi disponiamo di tecnologie che possono portarci fuori da questa
crisi. La guerra può indurre misure di arretramento e conservazione
del modello economico precedente o invece essere l’occasione per
fare subito scelte coraggiose e innovative per l’ambiente,
riducendo i consumi e approntando da qui ai prossimi 3 anni 60 GW
di rinnovabili, come suggerisce l’A.D. Starace di ENEL, che
farebbero risparmiare all’Italia 18 miliardi di metri cubi di gas.
Se avessimo continuato a investire in impianti di energie
rinnovabili come nel triennio 2010/13, avremmo consolidato i posti
di lavoro creati nel triennio ed oggi, dopo 8 anni, avremmo
operativi gli stessi 60 GW di rinnovabili in più ipotizzati da
Starace, riducendo già oggi il consumo di gas fossile di 18
miliardi di m3, pari al 66 % del gas importato dalla Russia. Le
misure ipotizzate dal Governo sono ben lontane da questo risultato,
per questo chiediamo una svolta coraggiosa.
Governo e parlamento debbono decidere subito un nuovo programma di
politiche energetiche accelerando al massimo gli investimenti nelle
energie rinnovabili e nell’idrogeno, concentrando gli investimenti
del PNRR anzitutto su questo obiettivo.
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