← Se la guerra annulla l’Europa[1]
2 Aprile 2022
Nessun commento[2]
Andrea Pubusa
C’è il momento del dibattito e c’è quello della lotta. Così
facemmo, ad esempio, nel 2016 al referendum contro la proposta
renziana di sconquasso della Costituzione. Costituimmo il Comitato
per il NO e ci impegnammo in una campagna senza risparmio per il
rifiuto della proposta di stravolgimento della nostra Carta. Non
abbiamo perso tempo in dibattiti con i sostenitori del SI’, che
avevano stampa dominante e media a loro favore. Abbiamo vinto e
abbiamo concorso a disarcionare Renzi, riducendolo a una posizione
marginale nel panorama politico del Paese.
Ora la situazione è per certi versi simile, ma su una questione più
grave, la guerra e il riarmo. Dobbiamo combattere con decisione chi
è per uno sbocco militare della grave crisi attuale. E’
condivisibile pertanto la posizione dell’ANPI[3], del Coordinamento per la
democrazia costituzionale[4], della CGIL e del Papa,
largamente maggioritaria nel popolo italiano. Bisogna arginare le
pulsioni belliciste delle élites, della stragrande maggiorana dei
media italiani e della RAI-TV perché creano un contesto favorevole
alle avventure, e cioé all’idea che le controversie internazionali
debbano risolversi con le armi e non con la trattativa sotto
l’egida delle organizzazioni internazionali, e cioè principalmente
dell’ONU rivitalizzata. Anche la guerra in Ucraina deve avere una
soluzione negoziata che garantisca l’immediato cessate il fuoco, la
sicurezza della Russia e dell’Ucraina, mediante la neutralità di
quest’ultima, trovando un assetto federale o comunque autonomo
delle zone russofone di confine. Vanno respinti i disegni volti a
disarticolare la Russia sul modello iracheno o libico e quelle
tese a comprimere l’autodeterminazione dell’Ucraina, che
dev’essere libera e indipendente. Va ripresa l’idea della
Casa
comune europea lanciata nel 1988 da Gorbaciov[5] e presto affossata da
USA, Nato e UE. Una linea, questa, alternativa a quella dominante
oggi in Europa e in USA e del tutto opposta a quella del nostro
governo. Draghi è espressione degli ambienti
economico-finanziari-militari occidentali e il suo gabinetto, sorto
in contrasto con l’indirizzo emerso dalle elezioni politiche del
marzo 2018, prima cade e meglio è.
Dato il carattere essenziale e prioritario dell’impegno in questa
battaglia pare una perdita di tempo ogni confronto con chi è
favorevole o possibilista sul riarmo, l’invio di armi, il sostegno
militare. Ogni associazione culturale deve decidere il che fare. Se
discettare sul sì o no al riarmo o se schierarsi decisamente per il
NO, che è l’unica posizione ragionevole e conforme allo spirito
della Carta oggi, come lo fu nel 2006 il NO alla revisione
costituzionale Berlusconi-Bossi, e nel 2016 il NO alla revisione
Renzi.
Questa posizione può apparire settaria e chiusa, e lo sarebbe se la
discussione fosse astrattamente rivolta all’analisi di una
situazione, mentre qui ed ora siamo in presenza di una spinta mai
vista dal dopoguerra al riarmo e alla partecipazione indiretta alle
operazioni belliche inviando armi all’Ucraina, peraltro già
abbondantemente armata ed addestrata negli anni scorsi dalla Nato e
dai paesi occidentali. Aiuto con l’invio di armi che contrasta con
l’idea di una soluzione diplomatica in seno ad organizzazioni
internazionali a ciò preposte, secondo quanto previsto anche
dall’art. 11 della nostra Costituzione.
L’ondata bellicista e militarista di questi giorni richiede una
mobilitazione immediata sul campo onde scongiurare un ulteriore
avanzamento di questa deriva il cui unico esito è l’allargamento
della guerra. Ecco perché dobbiamo essere sul campo subito con una
posizione chiara e netta.
- SARDA NEWS -
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI OGGI
Ultime notizie in Sardegna
Leggi tutte le notizie del giorno in Sardegna
Leggi tutte le Offerte di Lavoro in Sardegna
Sarda News non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità nei suoi contenuti originali. *La responsabilità del contenuto degli articoli importati dai feed rss è totalmente a carico della reale fonte dell'informazione indicata al termine di ogni notizia.
Sardanews.it - portale web informativo, non gode di finanziamenti pubblici, non chiede registrazioni personali agli utenti, totalmente gratuito, autofinanziato e sostenuto dai banner pubblicitari che compaiono tra le notizie. Se vuoi sostenerci ti ringraziamo per la fiducia e ti invitiamo a disabilitare eventuali adblock attivi sul tuo browser. Per informazioni e segnalazioni scrivi al nostro indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.