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5 Aprile 2022
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Andrea Pubusa
Di fronte alle terribili immagini di Bucha cosa possiamo dire e
fare noi cittadini? Non possiamo dire e fare nulla di diverso di
quanto dice e fa l’ANPI che in una nota stampa “condanna
fermamente il massacro di Bucha”, e soggiunge: “questa
terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della
guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di
più”.
D’alronde, come dice il fotografo Oliviero Toscani,
“tutta la guerra è un’immagine tremenda, ma soltanto di fronte
alle immagini diventiamo sensibili”. Il fotografo non si
capacita del fatto che siano soltanto “le fotografie a decidere
la drammaticità della guerra. E tutti gli altri - si chiede – Tutti
i morti che non vediamo, su entrambi i fronti? Anche i ragazzi
russi, che sono morti e che nessuno vede, esistono. Ma perché la
guerra esista è necessaria l’immagine. E la fotografia è arte nel
momento in cui ci fa rendere conto di ciò che succede”.
Noi non possiamo fare altro che indignarci, chiedere l’immediata
cessazione del fuoco e premere con forza sul nostro governo e sulla
UE perché si batta per questo obiettivo attivando e sollecitando
ogni azione diplomatica. Posizione, questa, che non viene
modificata se usiamo parole più forti e mostriamo i muscoli. I
proclami bellicisti anzi spingono per carneficine più grandi, di
milioni di uomini anziché di migliaia, che noi riteniamo già troppi
e inaccettabili.
E bene fa l’ANPI a chiedere “una commissione d’inchiesta
internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di
Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è
avvenuto, chi sono i responsabili”.
Come sempre in questi casi sul campo esistono varie versioni. C’è
anche chi dice che quelle immagini sono false. Tutte le fotografie
e i materiali video pubblicati dal regime di Kiev, che mostrano
‘crimini’ da parte del personale militare russo nella città di
Bucha, nella regione di Kiev, sarebbero un’ennesima provocazione.
Voi direte che questa affermazione non è credibile perché proviene
dal ministero della Difesa russo secondo quanto riporta Ria
Novosti. Anch’io lo penso. Ma perché dovrebbe essere senz’altro
vero ciò che dice l’omologo ministro Ucraino? Non sarebbe la prima
volta che accade il contrario. La prima vittima delle guerre è la
verità.
Un autorevole storico, Giovanni De Luna, intervistato a Rai tre, ha
detto che in generale le immagini testimoniano ciò che riproducono,
ma necessitano di una verifica sull’autenticità, sugli autori dei
fatti e su ogni altra circostanza utile a stabilire la verità
storica. E’ uno studioso serio non un propagandista.
Ecco perché è quantomai opportuna - come chiede l’ANPI nel suo
comunicato - “una commissione d’inchiesta internazionale
guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per
appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i
responsabili”. L’ONU e’ gia’ stata investita della questione.
Ci auguriamo che possa giungere a risultati incontrovertibili.
In ogni caso, è facile immaginare che morti e stragi esistono da
ambo le parti e quindi la cessazione delle ostilità, il ritiro dei
russi e la definizione delle zone in contestazione e in guerra da
molti anni è necessaria. A questo dovrà comunque arrivarsi, salvi,
Dio non voglia!, sviluppi più tragici. Ogni giorno di guerra in più
è una strage in più, fotografata o no. Ci vuole altro sangue per
premere fermamente per la pace?
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