Franco Ventroni
Sono frastornato, anzi basito come si usa dire oggi. L’ultima è
stata per me, ma immagino anche per voi, una settimana di passione.
Le frasi e le parole nuove prodotte dalla pandemia del corona
virus, che fanno parte ormai del nostro lessico familiare, invece
di chiarirmi alcuni modi di operare per evitare il “ritorno” del
virus stanno determinando in me, ma credo anche in molti di voi,
incertezza e ansia.
Nella prima fase abbiamo, infatti, subìto e collaborato al
lockdown (confinamento): una chiusura/clausura generale
indiscriminata che ha annullato la nostra vita sociale per non
esporla al contagio. Si è trattato di una “costrizione democratica”
imposta dall’emergenza che ha però sospeso i nostri “diritti” per
proteggere la nostra incolumità. E’ stata, come dicono in molti,
una soluzione eccezionale di carattere transitorio che abbiamo
accettato in nome della solidarietà e della paura per salvare il
nostro Paese da questa minaccia sconosciuta.
Nella prima fase hanno, quindi, prevalso il buon senso
e la razionalità dei cittadini e credo anche una fermezza dei
tecnici e dei politici nell’adottare strumenti idonei a contenere
la pandemia ottenendo degli ottimi risultati che sono sotto gli
occhi di tutti.
La Fase 2 della riapertura o ripartenza, invece, sta facendo
perdere la tramontana ai nostri “esperti”, quindi di riflesso anche
ai nostri politici, per due ordini di motivi: il primo attiene al
fatto che alcune regioni del nord ovest in piena riapertura
continuano a sfornare numeri di contagio e decessi di una
certa rilevanza. Il secondo motivo suggeritomi da Evaristo “su
Ragionieri e’ ollu”: “caro Franco, gli esperti tecnici e
gli scienziati - mi ha detto in perfetto campidanese - non
di boganta suppa”. Sarà vero oppure sono semplici
supposizioni?
Per poter affrontare la seconda fase con una certa tranquillità gli
scienziati e gli esperti/tecnici hanno sempre consigliato: servono
giornalmente decine di milioni di mascherine, decine di milioni di
guanti, decine di milioni di confezioni di igienizzante, vari
milioni di termo scanner.
Alla data odierna quel programma è solo parzialmente realizzato:
mancano all’appello molte mascherine, gli stessi guanti nelle
ultime settimane sono merce rara, risultano disponibili solo
confezioni di liquido igienizzante mentre i termo scanner da
utilizzare nelle stazioni, negli aeroporti ma soprattutto nelle
scuole, risultano prodotti in Italia in numero limitato e gli altri
paesi difficilmente li cederanno a prezzi competitivi e in tempi
rapidi. Infine se chiedete nei supermarket, nelle farmacie o
parafarmacie un litro di alcool vi guardano disperati
pronunciando la solita frase: non ne abbiamo e non sappiamo quando
arriverà. Signori miei c’è da preoccuparsi per davvero.
La conoscete la storiella di quel finto predicatore di Cagliari di
nome Antiogu? Negli anni settanta, vestito spartanamente
con un saio di juta e sandali, munito di crocifisso, apostrofava i
passanti nel Largo Felice urlando: “peccatori e peccatrici
pentitevi, sta per arrivare la fine del mondo. Il giudizio
universale vi punirà per ciò che avete fatto“. E giù con
epiteti impronunciabili rivolti soprattutto alle donne, peccatrici
per antonomasia.
Molti scienziati di rango internazionale, rispettabilissimi sotto
il profilo scientifico e professionale, ormai onnipresenti nel
circo mediatico, insieme a giornalisti e opinionisti di ogni risma,
continuano a terrorizzarci con tono minaccioso, come faceva il
finto predicatore di Cagliari, convincendoci che il corona virus e
la sua nuova fase di vita durerà almeno due anni. In questo
periodo, naturalmente come consigliato dagli scienziati, dovremo
osservare, sempre armati di mascherine, guanti ed ettolitri di
igienizzanti, le prescrizioni e i modelli comportamentali che
troveremo nei nuovi dispositivi che ci saranno propinati dal
governo, dalle regioni e dai comuni o da altri Enti statali. Non
paghi di questo qualche giorno fa alcuni di loro hanno anche
tuonato: non fidatevi di quei ciarlatani (riferendosi ad alcuni
primari virologi, infettivologi ed epidemiologi nonché esperti di
statistica sanitaria) che vi dicono che il Covid-19 si è
indebolito e che sta mutando nelle sue caratteristiche principali.
In realtà non è vero il virus “non si è indebolito, anzi
tornerà più forte di prima” e mieterà un numero di vittime
superiore rispetto alla Fase 1, perché la ripresa delle attività
costringerà molti di noi alla frequentazione ravvicinata di altre
persone. Ancora, una nota virologa veterinaria ha affermato
in collegamento dagli Stati Uniti, il virus è “una
malattia delle città”, esiste inoltre il pericolo che il virus
possa coinvolgere gli animali domestici e da allevamento,
rendendoli quindi dei potenziali serbatoi: la natura è un
bioterrorista, genera patogeni e per i virus noi siamo solo un
altro tipo di animale.
Altri scienziati, sempre loro, hanno affermato che le soluzioni
medico-farmacologiche (farmaci, vaccini e test sierologici e
tamponi), relative al contrasto e alla eliminazione del virus si
allontanano.
Mi sento tradito: ricordate proprio qualche settimana
fa[1], vi avevo prospettato,
da inguaribile ottimista e sulla base di alcune dichiarazioni,
sempre di autorevoli ricercatori e scienziati, un quadro più roseo
sia sui vaccini, sia sulla messa a punto di alcuni farmaci.
Nel frattempo, sempre consigliati da lor signori, si riparte con
i bar, le spiagge, i ristoranti, i parrucchieri, le
estetiste, gli alberghi, i negozi di abbigliamento che per poter
funzionare dovranno però utilizzare dei “protocolli” rigidi ideati
dagli esperti. La conseguenza è che tale adeguamento ai protocolli,
anche se di tipo transitorio, costerà alle aziende un bel pacco di
miliardi. Una società specializzata, che a breve renderà pubbliche
tali valutazioni, calcola che ogni cliente, che frequenterà i
luoghi di cui sopra, produrrà per ciascuna azienda un costo medio
aggiuntivo di 5 euro per mascherine, guanti, sanificazione,
adeguamento strutturale e igienizzanti. Il messaggio è chiaro: chi
pagherà? Noi cittadini.
Quanti saranno i clienti di tali attività? Pochi, distanziati e con
prenotazione nominativa. Tali attività avranno, quindi, una
contrazione, in termini di fatturato e di occupazione, secondo
stime delle associazioni di categoria, pari al 70%. Molti di
questi rischiano di chiudere dopo il primo mese di apertura.
Come potete notare ha prevalso, per la seconda volta, soprattutto
in mancanza d’altro, la cultura del “distanziamento” che spinge
“psicologicamente” i politici ma anche alcuni tecnici esperti,
verso una soluzione “prudenziale”, adottando quindi per la
riapertura distanze siderali che rischiano di farci disperare in
spiaggia e in ristorante affossando cosi molti operatori
economici.
Useremo il distanziometro, cosi come descritto dalla Enciclopedia
Treccani oppure il più modesto metro di ziu Antoneddu, muratore
provetto che, con pochi manovali, ha costruito mezza Puntaldia in
agro di di San Teodoro. Pur senza tradire tziu Antoneddu,
io propendo per il distanziometro. E’ uno strumento moderno: si
tratta di un braccialetto che suona l’allarme nei casi in cui
qualcuno osi avvicinarsi superando la distanza prestabilita. Ma
soprattutto mi permette, vista la mia età avanzata e la facilità
con cui mi abbiocco, di mantenere le distanze. Che bello: in
spiaggia suona a cinque metri, al ristorante a quattro, in autobus
a un metro e in strada a un metro e mezzo. Che soddisfazione
poter dire al tuo vicino di ombrellone, quello che ti chiede sempre
i giornali e che solleva l’asciugamano inondando tutti di sabbia ,
manteniamo le distanze. La verità è che tutto appare cosi lontano e
rarefatto: ma sarà poi vero?
Allora cari amici scienziati e ricercatori, rispetto il vostro
ruolo e le cose positive da voi prodotte, ma smettetela di fare
passerella nei talk show: lavorate, invece, attraverso analisi
epidemiologiche, per stabilire se i contagi sono avvenuti
prevalentemente nelle RSA, nei pronto soccorso degli ospedali,
nelle famiglie o in occasione dei avvenimenti sportivi. Fateci
conoscere, inoltre, l’evoluzione della curva epidemiologica di
ciascuna regione. Ma soprattutto impegnatevi nel trovare soluzioni
omogenee in campo diagnostico (test sierologici e tamponi) in grado
di dare strumenti più attendibili al Servizio Sanitario Nazionale.
Datevi da fare per produrre in tempi rapidi farmaci e
vaccini, in grado di sconfiggere il corona virus. Son stato
chiaro?
References
- ^ proprio qualche settimana fa (www.democraziaoggi.it)
- SARDA NEWS -
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