Andrea Pubusa
Il fatto quotidiano in un ampio servizio sull’azione
anticovid di Solinas, lo attacca su tutta la linea senza fare dei
distinguo o delle precisazioni che invece andrebbero fatte. In una
parola il giornale di Travaglio aderisce sostanzialmente ad un
generale indirizzo pregiudiziale antisardo, evidenziato in modo
inaccettabile in un articolo di qualche mese fa di Massimo Fini.
Questo giornalista non solo sposava la posizione di Sala, ma
rincarava la dose, invitando tutti a fare come lui: andare in
vacanza in Corsica anziché nella nostra isola, dove - a suo dire -
una volta visto un nuraghe non c’e'9 altro da visitare. E’ vero che
il direttore Travaglio aveva preso le distanze da quell’articolo,
ma la posizione pregiudiziale contro di noi rimane.
I fatti sono noti. Solinas inizialmente propose di aprire la
Sardegna solo ai turisti muniti di idonea documentazione medica
anticovid. Parlò di “passaporto sanitario” e tutti gli saltarono
addosso. Proposta incostituzionale per violazione dell’art. 120
Cost. che inibisce alle regioni di limitare la libertà di
movimento cittadini. Il ministro Boccia insorse, seguito più o meno
da tutti i media. Sala minacciò ritorsioni. Un coro scomposto e
indecoroso, fondato su basi fragili. In realtà Solinas
utilizzò impropriamente il termine “passaporto” per riferirsi ad
una attestazione medica che garantisse l’assenza di contagio. Non
intendeva adottare egli stesso il provvedimento, certamente
illegittimo per contrasto con l’art. 120 Cost., più osemplicemente
invocava un intervento statale ammesso dall’art. 16 Cost, che
proprio per motivi di sanità e sicurezza pubblica prevede che lo
Stato con legge possa tlimitare la libertù di circolazione e
soggiorno. Una previsione pensata proprio per situazioni quali
quella creata dal Covid. Si poteva dunque ragionare pacatamente,
anche perché la proposta mirava a tutelare i sardi dal virus,
nell’isola quai inesistente.
Le regioni forti hanno imposto la loro linea, quella della libertà
assoluta di movimento, e ora se ne vedono i risultati nefasti.
Esito questo però imputabile a Solinas soltanto perché non ha
mantenuto con forza l’originaria posizione cedendo alla spinta
contraria di tutti gli altri, non perché quella proposta fosse
insensata sul piano sanitario e su quello giuridico. Ora,
addirittura, la posizione viene ribaltata attribuendo alla Sardegna
la responsabilità di aver agevolato la propagazione del virus ai
turisti di ritorno!
Sarebbe bene una volta per tutte che la Sardegna venisse
considerata per quello che è e che fa senza pregiudizi. In
particolare, sarebbe bene amare non solo la Sardegna, le sue
spiagge, il suo mare, ma anzitutto i suoi abitanti, o almeno
rispettarli.
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