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4 Aprile 2022
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Andrea Pubusa
Biden, il presidente stelle-strisce, non l’ultimo dei cittadini
al bar, dice che Putin è un macellaio e un criminle di guerra.
Molti lo hanno deriso, mettendo in luce la poca lucidità di queste
affermazioni. A ruota l’ex procuratrice capo del Tribunale penale
internazionale per l’ex Jugoslavia Carla Del Ponte ha chiesto alla
Corte penale internazionale (Cpi) di emettere rapidamente un
mandato d’arresto nei confronti del presidente russo per le sue
operazioni in Ucraina. Putin è un criminale di guerra”,
dimenticando che macellerie non diverse il mondo le ha viste in
Irak e Libia ed in altri luoghi ad opera degli USA e dell’Occidente
e nessuno ha chiesto l’incriminazione dei presidenti americani o
dei premier inglesi.
Ma non voglio, anche se meriterebbe approfondimento, soffermarmi su
questo doppio peso, voglio solo chiedere e chiedermi se queste
affermazioni sono espressione di un pensiero e di una linea
politica, che investe la guerra attualmente in corso in Europa.
Voglio aggiungere alcuni indizi che suggeriscono una possibile
convinzione. Ad un certo punto, in passato, si prese a dire le
stesse cose di Saddam. Dopo essere stato amico degli USA in
funzione anti Iran, il rais divenne sempre più bersaglio degli
americani e degli inglesi. La sua era una dittatura intollerabile,
che necessitava di un intervento portatore di democrazia. Lo stesso
discorso si fece per Gheddafi, interlocutore per anni dell’Italia,
cui era legato da contratti sul petrolio e perfino, per un certo
perioro, di partecipazioni in Fiat. Il presidente libico
divenne improvvisamente un dittatore così criminale da meritare
d’essere disarcionato con la forza.
Sappiamo com’è andata. Con dei falsi plateali e vergognosi Powel e
Blair mostrarono ampolle contenenti la prova delle armi di Saddam
capaci di colpire l’Occidente. Un’armata immensa, giunta
d’oltreoceano, ha invaso l’Iraq, certo quelle USA erano “bombe
intelligenti”, ma la macelleria fu inguardabile e orrenda, come
quella Ucraina. Alla fine Saddam fu arrestato e impiccato. Per
Gheddafi la fine è stata anche peggiore, linciato mentre tentava la
fuga.
In queste vicende ciò che colpisce è che nè gli USA nè
l’Inghilterra erano minacciati e neanche la Francia o l’Italia (che
addirittura aveva invitato e ospitato Gheddafi a Roma, mentre il
vice di Saddam, il cristiano Tareq Aziz, venne in visita,
incontrando anche il Papa). La Russia forse ha qualche motivo in
più per temere dall’accerchiamento NATO, fatto di missili, carri e
uomini ai confini.
Ma non è della diversa situazione russa che voglio parlare, voglio
ricordare che l’attacco all’Irak e alla Libia ha voluto non tanto
esportarvi la democrazia occidentale, quanto disarticolare quegli
stati, che per quanto autoritari, avevano una soggettività
internazionale, mantenevano l’ordine interno, tenevano a freno gli
estremisti islamici essendo governi laici, e contrattavano con gli
altri stati la vendita delle loro risorse. Come molti hanno
osservato, agli USA e agli occidentali la cancellazione di Irak e
Libia è servito per continuare a disporre delle loro risorse senza
dover trattare con un soggetto statuale autonomo.
Tirando le fila di queste semplici e semplicistiche considerazioni,
si può dire che l’attacco personale a Putin (anche il nostro Di
Maio lo ha definito animale) più forte addirittura di quelli a
Saddam e Gheddafi sia l’indice non di demenza senile, ma di una
linea politica che punta non (o non solo) alla liberazione
dell’Ucraina, ma allo sconquasso della Russia, sul modello iracheno
e libico? E questa linea oltranzista, che non pochi estremisti
atlantisti enunciano espressamente, presenta dei gravi pericoli per
l’Europa e il mondo? Putin e i russi saranno disposti a farsi
governare da altri, dagli occidentali? O ricorrearanno a difese
estreme, idest nucleari?
Quando il Dipartimento di stato corregge Biden, in realtà vuol dire
che la linea “estremista” non è condivisa, non è di tutti ai
vertici americani. Sembra voler dire che è in discussione, ma non
vincente.
Speriamo che non vinca e che torni il lume della ragione. L’Europa,
anziché appiattirsi sulle posizioni d’oltreoceano, dovrebbe
sviluppare un’iniziativa di pace. Non vi pare paradossale che
questa sia in mano alla sola Turchia di Erdogan (del dittatore
Erdogan, parola di Draghi)?
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