Gianna Lai
Nuovo post sulla storia di Carbonia, come ogni domenica dal 1° settembre 2019[1]
Se la campagna elettorale italiana risulta così fortemente
influenzata dallo scontro USA - URSS, altrettanto si può dire per
la presenza, così massiccia, delle gerarchie ecclesiatiche, ancora
in spregio dell’invito di Nenni, “Le elezioni non sono pro o contro
Cristo…..la chiesa non c’entra”, una volta resi “del tutto
inutili gli appelli della sinistra al laicismo”. Il
Vaticano e l’Azione Cattolica si impegnano insieme nella crociata
anticomunista per la difesa della “civiltà italica cristiana” e,
mentre “iniziavano a piangere anche le statue della Madonna”,
ricorda ironicamente lo storico Francesco Barbagallo, nella DC “si
riversa un coacervo di pressioni in senso più che conservatore,
francamente reazionario”, i suoi apparati di consenso in campo, a
partire da “un’Azione cattolica che raggiunge i 3 milioni di
iscritti. E così…..i maestri elementari che, per l’80% fanno parte
dell’associazione dei maestri cattolici. E così i Comitati civici
di Gedda, formidabile macchina propagandistica ed elettorale.
Per non dire del clero che, con Pio XII, vive un
anticomunismo dalle forme quasi ossessive, e non meno ne riceve un
impulso al centralismo e al verticismo”. E poi “La Coltivatori
diretti di Bonomi, grande organizzazione di massa, …. di un
anticomunismo più fermo anche delle fermezza”. Tutti responsabili
della rottura dei governi di unità nazionale del maggio 1947,
“provocata, richiesta assillantemente a De Gasperi
dall’interno stesso del mondo cattolico organizzato, oltre che
dagli industriali e dagli agrari, dalla pressione della destra
politica vera e propria”, leggiamo su Paolo Spriano in “Le
passioni di un decennio”.
E ancora il professor Giovanni De Luna, “Padre Lombardi, il
microfono di Dio, … il suo appello-invocazione sembrò allora
rimbalzare in ogni parrocchia, in ogni sede dei Comitati civici,
nelle sezioni delle Acli, negli uffici della Coldiretti,
mobilitando quella miriade di organismi collaterali, che furono, in
quel caso, la grande risorsa della DC1. La crociata anticomunista
affiancava temi ideologici (la barbarie atea e materialistica dello
stalinismo), ….in uno scenario dominato dai veleni ideologici della
guerra fredda.”. Ma già De Gasperi aveva attribuito alla Dc, nel
Novembre del 1946, al Brancaccio, “la difesa della
civiltà greco latina contro il comunismo” e, nel maggio del
1947, fu chiamato “governo della rinascita e della salvezza” il suo
primo governo senza le sinistre 3).
Tale lo scontro anche a Carbonia, dove pure riecheggiano le parole
del padre Lombardi attraverso la radio, una sortita poi in
città, il “microfono di Dio”, a fine anno, come attesta
L’Unità del 3 dicembre, ” Il gesuita padre Lombardi: dopo averlo
ascoltato per mezz’ora, la gente ha cominciato asfollare, sì che è
rimasto solo con gli scelbini”. Ma è sopratutto dal pulpito che
viene la predica al tempo della campagna elettorale in città,
durante la messa il divieto di votare comunista e poi le
pressioni sulle donne fin nel confessionale, perché, come dice lo
storico Ernesto Ragionieri “nel nome del paradiso celeste gli
italiani venivano spinti dal clero a votare per lo scudo crociato:
l’intervento della Chiesa, straordinariamente massicico e superiore
a quello di ogni altra consultazione elettorale precedente e
successiva”.
Altre campane ascoltavano, tuttavia, gli operai delle miniere,
sempre forte la speranza di grandi trasformazioni a
livello mondiali, il mito di Lenin, padre della rivoluzione russa,
e di Stalin, liberatore dei popoli dal nazifascismo,
continuavano a rendere più convinta l’adesione al
comunismo di larghi strati sociali, verso la possibilità di un
riscatto che, sembrava a molti, non si sarebbe fatto attendere a
lungo, pur nell’ambito di un grande e diffuso desiderio di
pace.
A Carbonia, ancora forti per l’affermazione elettorale
del Fronte del popolo, con il suo 58,8% dei voti due anni
prima, forti di un partito che, a livello nazionale, conta
4.360.000 voti e forti per la grande fiducia
riposta nella sinistra e nei suoi dirigenti, sono
proprio le vicende personali di questi ultimi, nella
lotta antifascista e partigiana, ad animare la campagna del 18
aprile. Da Velio Spano a Renzo Laconi che siedono ora in Assemblea
Costituente, i futuri parlamentari, a Antonio Selliti, Renato
Mistroni e Giovanni Lay, tutti provenienti dalla Resistenza e dalla
lotta clandestina. E come poteva quella campagna elettorale, in
quel momento storico, a Carbonia, non mettere direttamente in
relazione l’esito del voto con la stessa condizione della
città, con lo stesso futuro della miniera? Uno scontro ideoligico
sì, ma che sembrava potesse avere importanti ripercussioni
sulla quotidianità del lavoro, lo schieramento di partito a entrare
direttamente nelle scelte politiche sull’uso delle risorse
energetiche nazionali e sulla loro cruciale collocazione in un
mercato dominato dalla concorrenza internazionale. Il
convicimento infine, a Carbonia, in particolare dopo la deludente
fine dei governi di unità nazionale, che la risposta giusta fosse
nell’unità d’azione, in vista poi della fusione, tutti ne erano
certi, testimonia Aldo Lai, e a garanzia dell’unità antifascista
stessa, “che avrebbe potuto perdersi nel nostro paese, in
quello scontro per l’egemonia tra le due grandi potenze”. Brutto
segnale, proprio allora si prepara, anche a Carbonia, l’apertura
della sezione del Movimento sociale italiano, in piena campagna
elettorale, ricorda ancora Aldo Lai, quasi a segnare il
rafforzamento a destra dell’asse politico dell’intero Paese.
I candidati in Sardegna per il Fronte popolare, Cocco Pietro,
comunista. Ferracciu Domenico, socialista. Fontana Sardus,
indipendente. Frongia Giuseppe, indipendente. Laconi Renzo,
comunista. Lai Pietro, socialista. Maccioni Mariangela, partito
cristiano per la pace. Manca Giuseppe, sardista indipendente. Pau
Gavino, comunista. Polano Luigi, comunista. Ruggeri Mario,
socialista. Setzu Giuseppe, indipendente. Siotto Giovanni,
socialista. Spano Gallico Nadia, comunista. Tocco Giuseppe,
socialista.
Velio Spano chiude a Cagliari la campagna elettorale del 18 aprile
1948.
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