Gianna Lai
La domenica un post sulla storia di Carbonia dal 1° sttembre 2019[1].
Dice Antonello Mattone
nella sua Introduzione a Riscossa Sardista, “Lo scelbismo si
manifesta a Carbonia, città che più di altre esprime le tensioni di
classe e la forza organizzata dei partiti di sinistra, come un
attacco frontale al movimento operaio in lotta per la difesa del
posto di lavoro: nell’autunno del 1948, un comizio di Spano viene
interrotto dalla polizia col lancio di bombe lacrimogene, il
senatore comunista viene arrestato e trattenuto oltre un’ora in
Municipio. Riferendosi proprio a questo fatto, Lussu, in un vibrato
discorso di denuncia al Senato, nel corso del dibattito sul
bilancio del ministero degli Interni, attacca duramente la politica
poliziesca di Scelba che ripudia gli ideali della Resistenza, viola
la Costituzione, intacca l’indipendenza del potere giudiziario e
tenta di svuotare di autorità gli istituti parlamentari”.
Mandato di cattura contro il Sindaco e il Segretario della Camera
del lavoro, le massime espressioni della rappresentanza politica e
sindacale in città: dove non erano riusciti nel 1944 gli americani
occupanti, arrestare Mistroni, Pirastru e Russo, allora a capo del
nuovo movimento cittadino, riescono ora Pirrone e i poliziotti di
Scelba. Un grave attacco all’intero gruppo dirigente del Sulcis, la
massa operaia attonita e fortemente intimorita dall’esito che aveva
nel mentre, in tutta Italia, la repressione a seguito dei fatti del
14 luglio. Così il prefetto, “Il sindaco di Carbonia che era tra le
persone di cui era stato dato l’ordine di arresto, si è reso
latitante; in seguito al mandato spiccato nei suoi confronti egli è
stato, ope legis, sospeso dalla carica e sostituito dall’assessore
anziano, indipendente”. Non dando conto, il prefetto, di come si
trattasse di rappresentanza politica particolarmente rispettata
presso l’amministrazione regionale, Consulta e Alto Commissario, e
presso gli stessi ministeri del governo De Gasperi. Uguale il
discorso per Antonio Selliti, antifascista riparato in Francia e
partigiano, posto solo due settimane prima, dal Congresso della
Federazione Minatori di agosto, a capo della delegazione sulcitana
ricevuta presso il ministero dell’Industria e del Commercio.
Ora è necessario eleggere un parlamentare alla segreteria della
Camera del lavoro cittadina, nella persona del senatore comunista
Velio Spano, già costituente e adesso parlamentare: senatore di
diritto per le persecuzioni subite (due volte condannato a morte in
Tunisia), e per gli anni trascorsi nelle carceri fasciste. E
membro, inoltre, della Direzione Nazionale del PCI e Segretario
regionale del partito in Sardegna fin dall’ottobre 1947, al tempo
in cui, come ricorda Mattone, “matura a Roma la rottura della
coalizione tripartita di unità democratica”. L’unica scelta
possibile, Velio Spano, a garanzia di continuità e sicurezza per il
sindacato cittadino, onde porre fine a perquisizioni e controlli
arbitrari quasi quotidiani in sede, che avevano già in altre
occasioni indotto i dirigenti a far sparire documentazione e
materiale informativo importante, ma “compromettente” agli occhi
della polizia locale. Tale da esporre militanti e iscritti a
rappresaglie e arresti, come abbiamo già detto ricordando
l’intervista di Renato Mistroni. E la perdita resta grave, perché
l’atteggiamento sempre minaccioso della forza pubblica ha impedito,
in quegli anni, la creazione di un vero archivio sindacale della
Camera del lavoro, sulla nascita del movimento operaio a Carbonia,
da aprire fin da subito agli studiosi e alla consultazione dei
cittadini. Che ora, sempre in riferimento a quegli eventi, possono
fare affidamento solo su raccolte di documenti privati non
complete, ad esempio le carte custodite presso l’Archivio della
Grande Miniera di Serbariu, mentre resta di difficile consultazione
anche l’Archivio del Comune, dopo il suo trasferimento: un tempo la
Biblioteca luogo di sicura lettura, in particolare, della raccolta
delle delibere consiliari e di Giunta, per chi fosse voluto
riandare ai tempi della nascita di Carbonia. Ne abbiamo parlato con
i testimoni, Giuseppe Atzori e Vincenzo Cutaia, dirigenti del
sindacato pensionati al tempo della mia prima ricerca, i primi anni
settanta, che iniziò proprio nei locali della Camera del lavoro,
quando io vi ebbi accesso, riuscendo a fotocopiare volantini ed
altro materiale. La documentazione superstite, degli anni
immediatamente successivi, anche quella impilata dentro gli armadi,
destinata poi a disperdersi man mano durante le varie
risistemazioni dei locali, non essendo intervenuta, in quel tempo,
la dirigenza del sindacato a deciderne riordino e catalogazione. E
ne sottolinea in particolare la mancanza lo stesso Sandro Ruju,
autore de “I mondi minerari della Sardegna” quando, riferendosi
alla vita della Camera del lavoro di Carbonia, ricorda che,
“nonostante l’importante ruolo svolto negli anni del secondo
dopoguerra, questo organismo non dispone purtroppo di un suo
archivio storico”, al quale attingere per la ricostruzione del
passato.
Velio Spano a capo della Camera del lavoro cittadina, dunque, nella
fase più acuta e critica della repressione scelbiana: il
commissario di Ps che non sa, evidentemente, dell’entrata in vigore
della Costituzione della Repubblica e mantiene in stato di fermo
per un paio d’ore un senatore del parlamento italiano, pretendendo
di poterlo persino arrestare. Durante il comizio che Spano tiene il
1 settembre, per denunciare la gravità della retata del 28 agosto,
manganellate e lacrimogeni sulla massa di donne e uomini raccolti
intorno all’oratore, per interrompere con immediatezza e in modo
violento la manifestazione. Così L’Unità del 3 settembre 1948.
“Minacce di arresto e rappresaglie contro un parlamentare, Spano
dichiarato in arresto e poi rilasciato. Premeditata provocazione
della polizia, che disperde il comizio con bombe lacrimogene: le
scorribande della polizia cittadina erano iniziate già il giorno
prima. Una folla immensa, 20 mila persone in piazza, compresi donne
e bambini, quando Spano inizia il comizio denunciando le
responsabilità del governo e tutti i gravi fatti verificatisi a
Carbonia e nel Paese in quel periodo. Quindi, rivolgendosi ai
poliziotti, li invita a considerare l’enormità di quanto è
accaduto. Allora Pirrone, commissario di Pubblica sicurezza, senza
preavviso alcuno e con solo i tre squilli di tromba, neppure
nitidi, ordinava il lancio di bombe lacrimogene sulla folla, che si
è resa conto di quanto accadeva solo quando ha inteso i primi
scoppi delle bombe e visto levarsi le prime colonne di gas. Spano
invitava allora i lavoratori a non prestarsi alla provocazione,
mentre Pirrone, trattenuto da un capitano di PS e da alcuni
ufficiali dei carabinieri, pretendeva di arrestare Spano, reo di
aver offeso la polizia. Beccu del PSd’AS, colpito dal calcio di un
moschetto, così l’operaio Vacca che portava soccorso ad un bambino
svenuto ai margini della piazza, tra la violenza dei poliziotti. La
provocazione era preordinata e gli agenti con le autoblindo,
disposti sottovento, pronti a lanciare gli artifici lacrimogini,
ordigni di tipo recentissimo, fabbricati dalla Breda. Si tratta di
artificio lacrimogeno sfollagente tipo E. Equipaggiamento per ogni
agente, secondo l’ordine di servizio: 3 bombe lacrimogene, 3 bombe
a mano, 3 caricatori per mitra, e viveri per più di un giorno;
cappotto invernale, occhiali impermeabili e elmetto. Gli agenti son
ripartiti per Cagliari in nottata. Don Lazzarini, il parroco, si
congratula sulla piazza col commissario di Pubblica Sicurezza”.
Così l’impressionante descrizione de L’Unità sulla logistica della
“truppa”, il suo modo di intervenire, d’ora in poi e per tutto
l’anno, nei momenti importanti della vita della città. E sale la
protesta, “Indignazione a Carbonia”, nel telegramma della Giunta
comunale inviato al prefetto, e “rappresentanti
dell’amministrazione comunale” in prefettura, a Cagliari, contro il
comportamento di Pirrone: “Grave la violazione recata alla casa
comunale dove una pattuglia di carabinieri armati è penetrata senza
alcuna autorizzazione, per tenere Spano in stato di fermo”. E poi
la protesta della Camera del Lavoro provinciale, secondo le notizie
de L’Unità del 7 settembre 1948. Questo, infine, il commento della
prof. Maria Luisa Di Felice: “In un clima di caccia alle streghe,
minacce e brutalità non vennero meno neanche dopo gli arresti,
arrivando a pregiudicare anche il comizio tenuto da Velio Spano il
1 settembre alla Camera del lavoro cittadina. La polizia guidata
dal commissario Pirrone, già vicequestore repubblichino, sciolse la
manifestazione con l’uso di gas lacrimogeni, arrestò Silvio Lecca,
segretario della sezione del PSd’AS e fermò Spano in modo
arbitrario e del tutto illegale”, presso i locali del Municipio.
Come fa notare ancora la studiosa, nessuna notizia degli
avvenimenti, invece, su L’Unione Sarda di quei giorni, mentre
algido e categorico si mantiene il prefetto nella sua relazione al
ministro, “dopo lo scioglimento della riunione tenuta dal senatore
Spano a Carbonia, per intemperanze dell’oratore, il PCI ha indetto
in tutti i comuni importanti adunate di protesta contro il governo
e contro l’azione della polizia, secondo ordini superiori contrari
ai principi di legalità e onestà democratica”. E in osservanza
della circolare Scelba 69210 del 19 agosto, a Carbonia ancora
decine di fermi, dopo il il brutale scioglimento del comizio di
Velio Spano: “diramata alle autorità di Pubblica sicurezza e alle
autorità giudiziarie, con l’ordine di colpire i dirigenti
sindacali”, essa aveva già suscitato la vibrata denuncia del
Segretario generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio.
- SARDA NEWS -
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI OGGI
Ultime notizie in Sardegna
Leggi tutte le notizie del giorno in Sardegna
Leggi tutte le Offerte di Lavoro in Sardegna
Sarda News non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità nei suoi contenuti originali. *La responsabilità del contenuto degli articoli importati dai feed rss è totalmente a carico della reale fonte dell'informazione indicata al termine di ogni notizia.
Sardanews.it - portale web informativo, non gode di finanziamenti pubblici, non chiede registrazioni personali agli utenti, totalmente gratuito, autofinanziato e sostenuto dai banner pubblicitari che compaiono tra le notizie. Se vuoi sostenerci ti ringraziamo per la fiducia e ti invitiamo a disabilitare eventuali adblock attivi sul tuo browser. Per informazioni e segnalazioni scrivi al nostro indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.