Alfiero Grandi
Quando il quadro cambia repentinamente le vecchie immagini
restano impresse e si sovrappongono per un periodo. L’incarico a
Draghi di formare il nuovo governo ricorda questi inganni
dell’ottica, i giudizi e i comportamenti sembrano attardarsi sul
fotogramma precedente anche se si fanno largo le nuove immagini.
Una valutazione compiuta ha bisogno che il percorso avviato con
l’incarico del Presidente Mattarella a Mario Draghi si concluda con
la formazione del nuovo governo e il voto in parlamento. Tuttavia
qualche considerazione è già possibile. La ricerca spasmodica,
oltre il ragionevole, di nuovi soggetti (voti) per compensare il
venire meno di Italia Viva ha fatto velo su alcuni passaggi. La
ricerca dei costruttori/responsabili ha mostrato la sua
impercorribilità con quel senatore Vitali che aveva dichiarato la
sera che avrebbe sostenuto il governo e che al mattino si è
rimangiato tutto su richiesta di Berlusconi. Questo episodio si
commenta da solo, ma ha ammonito chiaramente che la ricerca
spasmodica di sostituire i voti di Italia Viva stava costando
troppo in termini di credibilità del resto della coalizione, che
era evidentemente in panne.
Ripescare Italia Viva? Al di là del giudizio (pessimo) sui
comportamenti di Renzi era del tutto evidente che il senatore di
Rignano puntava solo alla crisi del governo Conte e all’esplosione
del Pd e del M5Stelle, il resto era dissimulazione. Cercare di
ricucire con Italia Viva è stato un esercizio inutile che ha
esaltato le corde peggiori di questo piccolo partito di corsari, ma
ha indebolito notevolmente gli altri componenti della coalizione.
L’aspetto più imperdonabile è che pur di fare rientrare Italia Viva
non solo sono state fatte delle concessioni politiche del tutto
inutili, anziché denunciare con forza l’attacco irresponsabile al
governo e a farlo cadere, ma soprattutto è stata messa la sordina
all’incontro di Renzi con il despota saudita, responsabile di
delitti e a cui poche ore dopo Biden ha negato la vendita di armi
per lo sterminio della popolazione dello Yemen. Interessa poco che
prendere soldi da un simile figuro sia o no perseguibile quando
riguarda un senatore in carica che rappresenta – come afferma la
Costituzione – la (nostra) Repubblica. Certamente è da condannare e
il resto della coalizione avrebbe dovuto fare di questo un punto
politico di fondo, di denuncia politica, di distinzione. Invece è
toccato ad altri (pochini purtroppo) tenere alto l’onore del nostro
paese. Una vergogna è tale chiunque ne sia responsabile e va
denunciata, se poi cade il governo vuol dire che non aveva le
condizioni etiche minime per proseguire. Questi silenzi e questi
errori hanno permesso a Renzi di presentarsi come quello che ha
voluto la crisi per aprire la strada a Draghi. Non è così, è una
verità di comodo. Gli errori altrui ci sono tutti ma malgrado
questo è sua la responsabilità della crisi di governo, senza
soluzioni alternative possibili, se non quella indicata dal
Presidente della Repubblica.
Il Presidente ha preso atto che la vecchia maggioranza non poteva
essere ricomposta e che non c’è in parlamento una maggioranza
alternativa e quindi ha correttamente avvertito tutti che o si
prendono la responsabilità di andare ad elezioni anticipate subito
con un paese in piena pandemia e nel mezzo di una crisi sociale ed
economica gravissima, con i fondi europei da utilizzare entro tempi
stretti, oppure l’unica strada è un governo Draghi che supera gli
schemi precedenti maggioranza/opposizione. Le previsioni sono
sempre difficili ma credo che il governo Draghi alla fine riuscirà
ad avere una maggioranza larga, del resto i riposizionamenti
avvengono con rapidità senza troppi riguardi per quello che era
stato detto (ecco i fotogrammi vecchi) solo poche ore prima.
Difficile capire perché ci sia chi si attarda ad esempio a cercare
di tenere fuori la Lega. Sulla Lega c’è poco da dire, si tratta di
un partito sovranista, antieuropeo, sanfedista e con altri difetti
non meno gravi. Tuttavia se la Lega entrerà o almeno sosterrà il
governo Draghi dovrà invertire clamorosamente le sue posizioni, in
particolare sull’Europa perché sicuramente Draghi può preoccupare
per altre ragioni ma non per scarso europeismo. È la Lega che cerca
legittimazione in Europa, non Draghi. Del resto anche la presenza
dei seguaci di Berlusconi pone problemi, o ce ne siamo dimenticati.
Dire che si hanno buoni rapporti personali con alcuni di loro (Di
Maio) è una vera curiosità politica.
La maggioranza del Conte 2, meno Renzi, può rivendicare meriti
sulla lotta alla pandemia, dovrebbe farne un punto di forza. Meno
può rivendicare sul NGEU, il cui testo attuale è solo migliorato un
poco ma deve essere riscritto sulla base di scelte chiare e di
fondo. Renzi ha strumentalizzato i difetti del piano a suo uso e
consumo ma ciò non migliora il testo attuale. Va riscritto con le
forze sociali, va messo in campo con un’idea forte di intervento
pubblico (come ha proposto Mariana Mazzucato) concentrato anzitutto
sul Mezzogiorno. Legambiente ha avanzato proposte che concentrano
gli investimenti, ad esempio le ferrovie nel Mezzogiorno, ci sono
proposte innovative su qualità degli investimenti, dell’occupazione
sull’energia da fonti rinnovabili e comunque non fossili che
potrebbero collocarci all’avanguardia in Europa. Potrebbe essere un
passo avanti istituire un ministro preposto al NGEU con poteri di
indirizzo, gestione e controllo, ripescando l’esperienza del
Ministro per la programmazione che decenni fa permise all’Italia di
fare grandi riforme. Allora si decise di nazionalizzare l’energia
elettrica, oggi si potrebbe scegliere di decidere almeno come
produrla senza più emissioni di CO2. Ci sono interventi sociali
strategici come riportare la sanità ad essere nazionale, pubblica,
tecnologicamente avanzata, aprendo a nuovi settori produttivi che
nel quadro europeo ci garantiscano piena autonomia nazionale. Come
la scuola che deve essere rilanciata come struttura pubblica
unitaria e nazionale di qualità. Per questo occorre prosciugare le
sacche di precariato che la pandemia ha ampliato anziché ridurle,
basta pensare ai medici e agli infermieri che vaccinano, assunti a
tempo con contratti privati da cui guadagnano solo le agenzie di
intermediazione della mano d’opera.
Questi sono alcuni punti su cui misurare il futuro governo Draghi,
se per questo sono necessari altri interventi come tempi certi per
la giustizia civile, una P.A. Efficiente vediamo le carte. Mi ha
sempre colpito che l’efficienza spesso decantata della Banca
d’Italia corrisponda a trattamenti notevolmente migliori per i
dipendenti. La qualità del lavoro si paga. Tutti i governatori
nelle considerazioni finali hanno sempre ringraziato i
collaboratori, mai sentito un ministro farlo. Certo Draghi ha avuto
una lunga carriera e ha avuto diversi approcci, quello della
direzione della Bce è stato più apprezzabile di altri precedenti ed
è stato efficace. Vedremo cosa accadrà, ma fin da ora si può
affermare che le forze politiche hanno subito una censura negativa
molto forte. Non vorrei infierire ma mi sembra che il via al taglio
del parlamento non ha portato bene né a chi lo ha voluto come M5
Stelle e Lega, né a chi l’ha permesso come il Pd che dopo 3
votazioni l’ha fatto passare. Il parlamento ha preso una botta
forte al suo ruolo. Forse la crisi della maggioranza è iniziata
proprio lì. La rappresentanza parlamentare diventerà molto
difficile senza una nuova legge elettorale proporzionale che
consenta agli elettori di scegliere direttamente il parlamentare di
loro fiducia. Il governo Conte non sempre ha capito che aveva tutto
l’interesse ad essere il rappresentante della maggioranza del
parlamento, che non può essere garantita solo dal voto di fiducia a
valanga e dai maxi emendamenti.
Svuotare il parlamento è stato un errore istituzionale e
costituzionale strategico, oggi c’è la nuova insidia dell’autonomia
regionale differenziata, non è un punto qualunque, può fare
esplodere l’unità nazionale, cioè la certezza dei diritti dei
cittadini. Se la vecchia maggioranza (senza Renzi) riuscirà a
ritrovare il passo nel corpo a corpo sul merito di problemi che si
prospetta e riuscirà a trovare idee e forza, potrà forse
recuperare, se non sarà così vuol dire che anche un governo Draghi
che evita il trauma della fine anticipata della legislatura, per
quanto non privo di prezzi, sarà stato inutile. Almeno dovremmo
avere un futuro presidente della Repubblica non deciso da Salvini e
sodali.
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