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La pace si allontana in Ucraina, reagire rilanciando l’iniziativa di pace

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By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi
Alfiero Grandi   Le tragedie umane e materiali in Ucraina sono conseguenze della guerra innescata dall’invasione russa. Sulle tragedie, conseguenze della guerra, è in corso una campagna di propaganda, con scarico di responsabilità reciproco tra Russia e Ucraina, ma è del tutto evidente che gli scontri avvengono in Ucraina e quindi sono ...

La resistenza, il pacifismo (e l’ipocrisia dei commentatori repubblichini)

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Democrazia Oggi
Marco Pitzalis - Univ. - Cagliari Lo storico De Luna (UniBo) ci “spiega” sulle pagine del giornale atlantista radicale e interventista "La Repubblica" che la Resistenza non è stata pacifista. Il problema non sono tanto le parole di De Luna, che appaiono sensate e non di tipo scandalistico. Ma il quadro nel ...

Appello dell’UNASAM per fermare la guerra in Ucraina, la corsa agli armamenti e alle basi militari

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Red

C’è nella società una grande maggioranza contro la guerra, contro la politica del governo Draghi, della UE e della Nato. Non si condivide una risposta tutta incentrata sul profilo militare delle vicenda. Ferma condanna dell’invasione russa come risposta alla politica non amichevole dell’occidente verso la Russia, fraterna solidarietà al popolo ucraino e a quello russo, ma niente invio di armi o aumento delle spese militari. Una posizione che prende le distanze da Putin, dalle ali estreme dell’atlantismo ormai prevalenti ad occidente e nello stesso governo ucraino, pressione internzionale per costringere Putin e Zelensky alla trattativa pr una soluzione giusta, che metta fine a stragi e devastazioni.
Preoccupa la situazione sociale già gravissima che può ancora drammaticamente peggiorare se l’attenzione e le risorse vengono destinate alle spese militari. La folle corsa al riarmo non solo avvicina la guerra generale, ma porta alla fame larghi strati delle masse popolari, per le quali l’alternativa non è guerra o condizionatore, ma guerra o pane.
Si moltiplicano così gli appelli ai governanti perché abbandonino un estremismo imbelle in vista della pace e pericoloso per un allargamento della guerra. Il documento che pubblichiamo è uno di questi e illustra bene le ragioni concrete in favore di una politica diversa del nostro governo e della UE. 

  

 

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E’ con grande preoccupazione che la nostra Direzione Nazionale si rivolge al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato affinché la tragedia della guerra in Ucraina che sta portando devastazione e morte tra i civili, che Unasam condanna fermamente, cessi. E può avvenire, come da più parti sollecitato, unicamente con l’azione diplomatica e la trattativa politica con i presidenti di Russia e Ucraina. La guerra in Europa non si può accettare, così come non si può accettare la guerra nel resto del mondo. La guerra è morte e distruzione e a pagare sono sempre e solo i popoli che la subiscono, e più di tutti i bambini.L’UNASAM è una organizzazione di volontariato impegnata sul territorio nazionale per la tutela dei diritti umani e della salute mentale. Tra i suoi principali scopi statutari vi è la promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata.

Non possiamo quindi assistere impotenti alle decisioni che il Governo e il Parlamento italiano stanno assumendo in merito al conflitto tra la Russia e l’Ucraina che vede il popolo ucraino vittima di una guerra che poteva essere fermata.

Ci riempie di orrore la decisione assunta dal nostro Parlamento di inviare armi in Ucraina ponendosi di fatto in una posizione incostituzionale di partecipazione al conflitto che rischia il coinvolgimento dell’intera Europa. Così come dichiariamo inaccettabile la decisione del Parlamento di portare la spesa militare al 2% del PIL ed eliminare l’IVA e accise nel commercio di armamenti.

Apprendiamo inoltre, con sconcerto, che saranno utilizzati fondi del PNRR per costruire una “cittadella militare” nel parco protetto di San Rossore Migliarino Massaciuccoli in Toscana. Si tratterebbe di un’opera destinata a difesa militare.

Il nostro Paese ha un problema enorme legato alla crescente povertà di ampi strati di popolazione (aggravatasi con la pandemia). Il sistema sanitario nazionale è in grande difficolta e le disuguaglianze territoriali intollerabili; i servizi di salute mentale sono in enorme sofferenza e incapaci di rispondere in maniera puntuale ed efficace alla complessità dei bisogni delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e delle loro famiglie. Tutto lo stato sociale è in profonda crisi e se non vi fosse l’impegno dello straordinario mondo del volontariato il nostro Paese vivrebbe una crisi sociale ben maggiore.

Con questo nostro Appello chiediamo la cessazione della corsa al riarmo e un impegno del Governo e del Parlamento orientato alla pace e alla cessazione immediata della guerra in Ucraina.

Chiediamo inoltre che le risorse del PNRR siano utilizzate esclusivamente per migliorare le condizioni di vita delle persone, per la piena tutela della salute e della salute mentale, per elevare il livello culturale e di consapevolezza civile del Paese orientando le scelte politiche verso la eliminazione di tutte quelle barriere economiche, sociali e politiche che impediscono la piena occupazione e la lotta alla povertà, alla discriminazione, alle disuguaglianze territoriali e individuali. Per la giustizia sociale, il benessere e la pace.

Attendiamo con fiducia.

Fonte: Democrazia Oggi

Due domande ai “pacifisti” sostenitori dell’invio di armi

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By Democrazia Oggi
Democrazia Oggi
Ormai tutti vediamo che siamo giunti molto vicini alla linea rossa che separa la guerra  Russia/Ucraina da conflitto fra Usa/Russia. Questa drammatica estensione ha degli automatismi. Se interviene la Nato, entra in guerra anche l’Italia. Certo, la guerra va deliberata dal Parlamento e dichiarata dal Presidente della Repubblica. Ma c’e’ il trattato Nato ed e’ difficile svincolarci. Forse e’ gia’ tardi, ma possiamo ancora far qualcosa? Vediamo. Bisognerebbe cessare subito l’invio di armi (ne hanno gia’ tante Usa, Nato & c.) o quantomeno precisarne bene la loro qualita’. Ad esempio, mandare armi pesanti, spesso con istruttori, e’ di fatto cobelligeranza. Chi si e’ dichiarato finora favorevole all’invio di armi lo e’ ancora senza se e senza ma, o un se e un ma lo pone: tipo “no armi” o “no armi pesanti”. Questo vuol dire eliminare la cobelligeranza e sottrarci all’obbligo di seguire le avventure belliche di chi (Usa, Nato e Inghilterra) vanno gia’ oltre.
Ecco la prima domanda: possono coloro che hanno appoggiato il governo per l’invio, chiedere che questo sia cessato o limitato ad armi di stretta difesa, senza sistemi pesanti?
Questa precisazione avrebbe l’effetto di limitare la divisione e lo scontro dentro il movimento pacifista, essendo ormai evidente che la guerra e’ gia’ fra Russia/Usa e meno Russia/Ucraina e in questa direzione spinge irresponsabilmente Zelensky, sacricando anzitutto il suo popolo e coinvolgendo noi e l’Europa in questa scellerata prospettiva.
Ecco la seconda domanda: l’aiuto dell’Italia si  estende fino all’entrata in guerra? E se - come si spera - la risposta e’ negativa non e’ giunta l’ora di dirlo? Che si aspetta? Bisogna gridarlo subito!
Che ne dite pacifisti  con la divisa, vi  togliete finalmentente l’elmetto?

Fonte: Democrazia Oggi http://www.democraziaoggi.it/?p=7620

ANPI. Pagliarullo rieletto presidente

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← Nella guerra c’è in gioco l’indipendenza dell’Ucraina o quella della Russia?[1]

12 Aprile 2022
Nessun commento[2]


Red

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Alcuni giornali, da sempre poco amichevoli con l’Anpi, la descrivono nella bufera. Ma in realtà l’Associazione dei Partigiani  italiani gode buona salute e procede con invidiabile unità, una concordia che non è stata scalfita neppure dalle fin troppo palesi intrusioni esterne nel corso del recente congresso nazionale e non la dividono neppure nel momento della elezione del presidente e degli organismi dirigenti.
Oggi, infatti, il nuovo comitato direttivo ha rieletto Pagliarulo presidente, confermando la linea generale  votata al Congresso ivi compresa quella delicata attinente alla guerra in Ucraina. Condanna ferma e senza riserve dell’invasione russa, solidarietà aperta al popolo ucraino, richiesta immediata di una trattativa internazonale per far cessare la guerra col suo carico di morti e devastazioni, per una soluzione giusta che dia indipendenza e sicurezza all’Ucraina e alla Russia, nel contesto di una Europa pacificata. Attenzione ai problemi sociali e del lavoro.
Una posizione, questa, invisa all’estremismo atlantista e a quanti la ritengono debole perché contraria all’invio di armi e al riarmo, la cui unica conseguenza e procrastinare devastazioni e morti. L’Anpi poi mette davanti a ogni cosa la Costituzione che “ripudia la guerra come stumento di offesa degli altri popoli” e dunque ripudia anche l’invasione dell’Ucraina, e tuttavia affida la soluzione delle controversie internazionale non all’uso delle armi, ma alle trattative in seno agli organismi internazionali a ciò preposti.
Importante questa posizione ferma e ragionevole dell’ANPI, un’associazione che ha 130 mila iscritti e sezioni in tutto il territorio nazionale, la cui unità è garanzia di autorevole presenza nel panorama politico-culturale italiano. Per questo anche in questa fase delicata gode del consenso della gran parte del mondo democratico.

References

  1. ^Nella guerra c’è in gioco l’indipendenza dell’Ucraina o quella della Russia? (www.democraziaoggi.it)
  2. ^Nessun commento (www.democraziaoggi.it)

Fonte: Democrazia Oggi

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