(Adnkronos) - Piogge e temporali al Nord, ma anche grandinate. Il maltempo torna a imperversare sull'Italia settentrionale e nella giornata di oggi, giovedì 22 maggio, scatta l'allerta gialla in ben 10 regioni, con l'Emilia Romagna che si tinge anche di arancione a causa di forti raffiche di vento.
Un nuovo impulso perturbato, proveniente dalla Francia, interesserà oggi le regioni settentrionali del nostro Paese, portando precipitazioni da sparse a diffuse a prevalente carattere temporalesco, anche di forte intensità. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche.
L’avviso prevede dalle prime ore di oggi precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, su Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi allerta gialla sull’intero territorio della Liguria e su ampi settori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria, e sulla Provincia Autonoma di Bolzano.
Come preannunciato dagli istituti di previsione meteorologica, il mese di maggio si sta rivelando estremamente instabile a livello climatico per i territori dell’Emilia Romagna. Fino alla mezzanotte di oggi, è stata dichiarata inoltre l’allerta arancione per vento nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì Cesena e Rimini: verranno colpite soprattutto le aree dei crinali appenninici, ma in generale la ventilazione potrebbe raggiungere l’intensità di burrasca moderata (62-74 km/h) anche nelle zone collinari, in quelle pianeggianti e nelle città.
"Prepariamoci a un'altra ondata di maltempo sul nostro Paese. Dopo la goccia fredda che ha causato disagi con diffusi allagamenti su molte regioni , ecco che arriva un altro impulso perturbato dal Nord Europa che porterà aria fredda direttamente dalla Scandinavia". Così all'Adnkronos Federico Brescia, meteorologo iLMeteo.it.
Nella giornata di oggi, quindi, il Nord sarà bersagliato da temporali intensi, con possibili grandinate anche di medie dimensioni e colpi di vento. Attenzione in particolare alle aree di pianura. Il Centro invece vedrà rovesci sparsi e irregolari, - ha aggiunto Brescia - mentre il Sud sarà più fortunato con tempo in prevalenza stabile. Le temperature subiranno un temporaneo crollo che si avvertirà soprattutto venerdì mattina, quando assisteremo a un primo graduale miglioramento".
"Il tempo continuerà a fare i capricci anche nel weekend e la prossima settimana sebbene in un contesto più stabile con il sole che ce la metterà tutta per essere protagonista - conclude Brescia -. Estate? L'appuntamento per l'estate è previsto per il ponte del 2 giugno, quando l'anticiclone africano potrebbe inglobare definitivamente la nostra Penisola".
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(Adnkronos) - "Voglio lanciare un appello per Gaza". Veronica Gentili, conduttrice dell'Isola dei Famosi, durante la puntata del reality di Canale 5 lancia un appello alle istituzioni italiane e europee. "Voglio lanciare un appello - dice -. Noi siamo qui a giocare ad un gioco nel quale ci si mette alla prova e si accetta volontariamente di soffrire la fame".
"Purtroppo - prosegue - in questo momento, in un posto poco lontano da questo studio, a Gaza ci sono migliaia di bambini, e non solo bambini, che soffrono la fame non per scelta. Si trovano in guerra senza neppure la possibilità di ricevere aiuti umanitari". "Vedere tutti i giorni la loro disperazione e sapere di non poter fare nulla ci fa sentire inutili e impotenti. Quindi - conclude - questa sera io voglio chiedere a tutte le istituzioni italiane e europee che si facciano carico subito di questa situazione, perché davvero non si può più aspettare".
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(Adnkronos) - Le minacce ai diplomatici sono ''inaccettabili'' e ''Israele deve indagare'' e ''dare spiegazioni'' sui colpi d'arma da fuoco sparati contro una delegazione di 32 ambasciatori e consoli di Paesi europei e arabi in visita nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. E' unanime il coro di condanne dopo gli spari, ''colpi di avvertimento'' come ha detto l'Idf esprimendo ''rammarico'' per l'accaduto, rivolti alla delegazione che secondo Israele si stava avvicinando a un posto di blocco dell'esercito e ''si era allontanata dal percorso previsto arrivando in una zona in cui non era autorizzata ad andare''. Tra loro anche il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino.
''L'ho sentito al telefono, sta bene'', ha dichiarato ieri il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su 'X'. ''Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l'accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili'', ha aggiunto Tajani, che ha convocato alla Farnesina l'ambasciatore di Israele a Roma Jonathan Peled per chiedere spiegazioni.
Lo stesso hanno fatto il ministro degli Esteri francese Jean Noel Barrot e il capo della diplomazia spagnola José Manuel Albares, convocando gli ambasciatori di Israele a Parigi e a Madrid.
"Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile", ha ribadito l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas, che ha ''chiesto a Israele di indagare su quanto accaduto e di individuare i responsabili'', chiamandoli a rispondere. Kallas ha quindi ricordato che Israele è ''firmatario della Convenzione di Vienna che regola la protezione dei diplomatici''.
Tra gli altri, ''ferma condanna'' è stata espressa anche da Madrid, un diplomatico spagnolo faceva parte della delegazione finita nel mirino del fuoco israeliano. "C'era uno spagnolo nel gruppo di diplomatici, che sta bene. Siamo in contatto con gli altri Paesi colpiti per coordinare congiuntamente una risposta a quanto accaduto, che condanniamo fermamente", hanno fatto sapere dal ministero degli Esteri spagnolo. ''Sono scioccato nell'apprendere che oggi l'esercito israeliano ha aperto il fuoco su una ventina di diplomatici, tra cui un collega belga. Per fortuna sta bene', ha scritto su 'X' il ministro degli Esteri belga, Maxime Prevot, spiegando che ''questi diplomatici stavano effettuando una visita ufficiale a Jenin, coordinata con l'esercito israeliano, con un convoglio di circa venti veicoli chiaramente identificabili. Il Belgio esige da Israele spiegazioni convincenti''.
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha detto che ''il governo israeliano deve fare immediatamente luce sulle circostanze di quanto accaduto e garantire l'immunità dei diplomatici''. Di questo, Wadephul parlerà con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, come si legge in una nota diffusa da Berlino che esprime ''ferma condanna'' per l'attacco. Anche il vice primo ministro irlandese Simon Harris si è detto ''scioccato e inorridito'' per l'attacco ''totalmente inaccettabile'' alla delegazione di cui ''facevano parte anche due diplomatici irlandesi''.
Nella delegazione di diplomatici a Jenin c'erano rappresentanti di diversi Paesi dell'Unione Europea e arabi, ma non solo. Secondo la lista del ministero degli Esteri palestinese erano rappresentati una trentina di Paesi e organizzazioni internazionali: Portogallo, Giordania, Cina, Austria, Bulgaria, Turchia, Spagna, Lituania, Polonia, Russia, Giappone, Romania, Messico, Canada, Egitto, Cile, Francia, Regno Unito, Corea, Wfp, Uruguay, Olanda, Finlandia, Italia, Germania, Unrwa, Ue, Danimarca, Belgio. Presente anche l'Italia.
L'Idf si è detta pronta a indagare sull'accaduto, ha affermato che ''non ci sono stati né danni né feriti'' e che ''saranno immediatamente contattati i rappresentanti dei Paesi coinvolti. Nei prossimi giorni l'Idf condurrà colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati preliminari dell’indagine''.
Ma per il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) la delegazione diplomatica ''stava svolgendo una missione ufficiale per osservare e valutare la situazione umanitaria e documentare le violazioni dell'esercito israeliano contro il popolo palestinese. Questo atto deliberato e illecito costituisce una palese e grave violazione del diritto internazionale''.
Condanne sono arrivate anche dai Paesi arabi. L'Egitto, rappresentato nella delegazione a Jenin dal suo ambasciatore presso i Territori palestinesi, ha ''condannato con fermezza'' l'attacco israeliano definendolo ''una violazione di tutte le norme diplomatiche'' e chiedendo a Israele di ''fornire i chiarimenti necessari''.
Anche la Giordania ha condannato ''l'attacco israeliano'' come ''una violazione palese del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario, un atto criminale''. Il portavoce del ministero degli Esteri giordano, Sufian Qudah, ha ricordato che l'azione costituisce una violazione della ''Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche, che stabilisce le procedure e le tutele per le missioni diplomatiche e garantisce loro l'immunità". Qudah ha poi esortato la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché cessi immediatamente la sua aggressione contro Gaza e ponga fine alla pericolosa escalation in Cisgiordania.
(Adnkronos) - La Russia frena su possibili colloqui in Vaticano con l'Ucraina: niente è stato ancora deciso né è arrivata alcuna proposta specifica. E risponde alle accuse di Kiev e dei Paesi europei, per cui Mosca starebbe "trascinando" i negoziati, secondo la tattica già sperimentata in questi mesi, a dispetto delle telefonate tra Vladimir Putin e Donald Trump.
Mosca accoglie con favore "la disponibilità e gli sforzi di tutte le parti che vogliono contribuire a una rapida soluzione" della crisi ucraina, ma niente è stato ancora deciso sulla prossima sede dei colloqui, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di negoziati in Vaticano, all'indomani della disponibilità confermata da Papa Leone XIV alla premier Giorgia Meloni. E poi dal Vaticano, chiarisce, non è ancora arrivata "alcuna proposta specifica" di mediazione.
Al momento, confermano all'Adnkronos fonti informate, "non risultano contatti diretti che lascino presagire sviluppi immediati" sulla possibilità di colloqui in Vaticano tra russi e ucraini.
A sottolineare come il passaggio sia tutt'altro che facile anche Berlino, dove il portavoce del cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato: "Al momento è un po' speculativo parlare di una data o di un formato" per un possibile incontro. "Penso che dopo l'esperienza degli ultimi dieci giorni e di Istanbul, sappiamo che è prioritario che si svolgano discussioni serie e che la delegazione, da chiunque sia formata, debba avere anche il potere di negoziare un cessate il fuoco - ha affermato Stefan Kornelius - Credo che un incontro del genere richieda una preparazione molto intensa".
Intanto, però, a chi gli chiede per quando ci si potrebbe aspettare il memorandum "per una pace futura" di cui Putin ha parlato con Trump lunedì, Peskov assicura: "Nessuno è interessato a trascinare il processo" negoziale, "tutti stanno lavorando in modo dinamico". Una reazione alle accuse a Mosca di "prendere tempo" ribadite dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e dagli europei. La Russia, fa sapere ancora, presenterà "una lista di condizioni per il cessate il fuoco", come concordato venerdì scorso nei primi contatti diretti con gli ucraini a Istanbul.
Con gli europei, che cercherebbero di mettere Mosca contro Washington, si fa sentire anche il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che attacca: "Macron, Starmer, von der Leyen e altri leader ora chiedono istericamente agli Stati Uniti di unirsi alle azioni antirusse e di aumentare il numero delle sanzioni" contro la Russia.
Se sul fronte diplomatico l'attività è intensa, altrettanto lo è sul fronte militare. Russia e Ucraina hanno lanciato attacchi nelle ultime ore con oltre 150 droni e che hanno coinvolto principalmente le regioni di confine, ma anche Mosca, dove ancora una volta all'aeroporto della capitale sono stati sospesi temporaneamente arrivi e partenze.
E in un ennesimo gesto di sfida, proprio poche ore dopo la telefonata con Trump, Putin ha visitato il Kursk, per la seconda volta in poche settimane, ma per la prima volta da quando ad aprile i russi hanno annunciato di aver riconquistato la regione, teatro ad agosto di un'incursione a sorpresa degli ucraini. Una visita che per gli osservatori dovrebbe segnalare la 'forza' della Russia agli Stati Uniti e agli europei, mentre continuano le pressioni perché accetti una tregua di 30 giorni.
(Adnkronos) - Si è giocata in serie B l’andata delle semifinali dei playoff promozione, a vincere la Juve Stabia in casa per 2-1 contro la Cremonese e lo Spezia 2-0 a Catanzaro. Il ritorno è previsto domenica 25 maggio con il ritorno a Cremona alle 17:15 e alle 19:30 a La Spezia.
Nella partita giocata al Romeo Menti di Castellammare di Stabia i padroni di casa, arrivati al 5º posto in campionato e capaci di surclassare 1-0 il ben più quotato sulla carta Palermo, vincono contro la Cremonese, arrivata sopra di loro con 6 punti di differenza e mai sconfitta dai campani nei 4 precedenti. A segno per gli stabiesi Pierobon al 34’ e il giustiziere dei siciliani Adorante al 58’. Per gli ospiti a segno al 76’ Johnsen, 13 minuti dopo il rigore sbagliato dal compagno De Luca. Risultato che sta stretto alla Juve Stabia che ha dominato per la maggior parte della partita e che conquista la possibilità di avere due risultati buoni su tre a Cremona. Gli ospiti per lunghi tratti sono stati impalpabili ma che sperano nel passaggio del turno grazie all’unico momento di disattenzione della retroguardia di casa al momento del gol.
Allo stadio Nicola Ceravolo di Catanzaro lo Spezia, 3º in campionato, regola la squadra di casa nel secondo tempo con le reti di Di Serio al 49’ e la punizione imprendibile di Francesco Pio Esposito al 60’. Dopo i primi 90 minuti la squadra di D’Angelo ha messo un’ipoteca sul passaggio in finale, con il Catanzaro che dovrà per forza vincere con 3 gol di scarto allo stadio Alberto Picco di La Spezia.
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(Adnkronos) - Nella finale tutta inglese dell'Europa League a Bilbao la spuntano gli Spurs del Tottenham per 1-0 contro il Manchester United. A decidere il gol di Johnson nel primo tempo, dopo una serie di confusi rimpalli in area. Il Tottenham conquista, oltre alla coppa, l'ingresso diretto alla prossima Champions League e interrompe un digiuno di trofei durato 17 anni.
All’inizio di questa stagione, una delle più fallimentari della storia recente degli Spurs con il 17° posto in campionato, il tecnico del Tottenham ha avvisato: ‘Vinco sempre qualcosa al mio secondo anno’. Così è successo: a 17 anni dall’ultimo trofeo, a 41 anni dall’ultimo trionfo europeo, il Tottenham vince l’Europa League all’Estadio San Memés di Bilbao grazie alla rete di Brennan Johnson con la complicità dell'avversario Shaw al 42’.
La partita nel primo tempo va a folate con il Manchester United che fa il doppio dei passaggi del Tottenham ma quest’ultima è brava nel fare un pressing di squadra, mettendo in difficoltà la costruzione dei Red Devils. Nel secondo tempo la squadra di Amorim costringe quella di Postecoglu a chiudersi, soprattutto con gli ingressi di Garnacho e Zirkzee, ma soprattutto l’avanzamento di Bruno Fernandes, che mettono in difficoltà i londinesi, che chiudono la partita con il 5-4-1. Decisivi gli interventi di van de Ven e Vicario a preservare il risultato. Dopo più di 90 minuti la squadra di Vicario e Udogie può festeggiare: terza Coppa Uefa/Europa League della storia, il prossimo anno il Tottenham sarà in Champions League e la stagione da fallimentare diventa improvvisamente positiva.
Partita tesa con il primo che va a folate, entrambe le squadre che arrivano comunque in zone pericolose, senza mai tirare in porta, ma con gli inserimenti da dietro che possono far male: da una parte l’esterno Dorgu, dall’altra Sarr. All’11’ Maguire è croce e delizia: prima non allontana il pallone in zona laterale con il pressing alto degli Spurs che è efficace, quindi Johnson crossa in mezzo con Onana che respinge, arriva Sarr che ci prova dal limite dell’area ma ancora Maguire allontana questa volta il pericolo. Al 16’ la risposta dei Red Devils con Diallo, il migliore dei suoi e capace di far girare la testa all’italiano Udogie: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’ex Atalanta in area di rigore finta di tirare con il mancino e si sposta sul destro con cui prova la conclusione, palla a lato del secondo palo, alla destra di Vicario.
Proprio del 2002 è il primo tiro in porta della partita: al 40’ si accentra dopo gli sviluppi di un calcio di punizione e conclude: il tiro passa tra le gambe di Richarlison ma è facile preda dell’estremo difensore Spurs. Al 42’ cambia il risultato proprio grazie al pressing della squadra londinese con Bruno Fernandes che sbaglia un passaggio orizzontale nel cerchio di centrocampo, Sarr ruba il pallone ma è il più avanzato dei suoi quindi prima avanza e poi aspetta i suoi, palla a Richarlison che serve Bentancur che passa la palla nuovamente a Sarr nei pressi della linea laterale: cross preciso, sbuca Johnson in mezzo a Shaw e Dorgu ma manca inizialmente l’intervento, è decisivo però il tocco con il braccio del difensore inglese con la palla, leggermente toccata dal gallese, che finisce tra Onana e il palo alla sua destra. Negli ultimi minuti del primo tempo i Red Devils mettono sotto pressione il Tottenham che in 11 difende allontanando tutti i pericoli.
Il secondo tempo comincia sulla falsariga del primo, con il Manchester United che cerca di mettere in difficoltà il Tottenham, che difende con tutta la squadra. I Red Devils però rischiano: al 62’ ripartenza fulminea degli Spurs con Udogie che ruba palla a Diallo nella propria trequarti e poi fa 100 metri palla al piede servendo Solanke sulla trequarti: il centravanti sarebbe solo davanti a Yoro ma manca l’aggancio ottimale con il pallone, che va fuori. Al 68’ van de Ven salva la squadra di Postecoglou: punizione United, Vicario manca la presa con la palla che rimbalza sul suo volto e poi arriva a Hojlund che prova il pallonetto con un colpo di testa, il difensore olandese sulla riga, in acrobazia, allontana il pericolo. Occasione ancora per lo United al 72’: scambio Zirkzee-Mazraoui con il cross del marocchino dalla trequarti che pesca la testa di Bruno Fernandes, tutto solo nei pressi del dischetto, con la conclusione che termina a lato del palo alla sinistra di Vicario.
Il pressing dello United è asfissiante: al 74’ Garnacho tenta la conclusione con il destro alle porte dell’area di rigore in mezzo a Porro e Romero, la palla passa tra le loro gambe ma Vicario è attento e si distende in un attimo, mandando in angolo con la mano sinistra. Ultimo quarto d’ora di assedio mancuniano con il Tottenham che difende in 11 uomini e attacca in due, la punta Solanke e il capitano Son, ancora non al meglio. Sono almeno 7 i minuti di recupero in cui gli Spurs rimangono in apnea: lo United allarga il gioco e con gli esterni, offensivi e difensivi, va al cross ma la retroguardia londinese è un muro con Danso sugli scudi, lasciando van de Ven e Romero a occuparsi delle marcature strette. Al 97’ Vicario vola e salva il risultato: cross di Dalot, colpo di testa all’ingresso dell’area piccola di Shaw ma Vicario si tuffa e respinge con entrambe le mani. Sugli sviluppi del calcio d’angolo, rovesciata di Casemiro nel traffico in area di rigore, ma la palla va sulla rete esterna della porta. I tifosi londinesi possono tirare un sospiro di sollievo, come l’allenatore Postecoglou: ha mantenuto la promessa, il Tottenham ha vinto un trofeo.
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(Adnkronos) - Omicidio a Palermo. Un uomo è stato accoltellato in viale dei Picciotti. La vittima, un clochard, presenta diverse ferite di arma da taglio al torace e all'addome.
A dare l'allarme, poco prima delle 20, sarebbero stati dei senzatetto: sul posto sono intervenuti sanitari del 118, ma ogni tentativo di rianimarlo si è rivelato vano. Sul luogo del delitto non è stata trovata l'arma, ma da un primo esame medico si tratterebbe di un coltello. L'uomo, sui 40anni, non aveva con se i documenti. Sul caso indaga la Squadra mobile della Questura di Palermo.
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(Adnkronos) - "Con Israele non si stanno incrinando i rapporti. C'è un rimarcare dei paletti. Siamo amici, i nostri rapporti non si rovinano, ma agli amici si dice: non esagerare...". È così che fonti autorevoli di via della Scrofa, interpellate dall'Adnkronos, descrivono l'approccio attuale di Fratelli d'Italia, partito 'leader' della maggioranza che sostiene l'esecutivo Meloni, nei confronti del governo israeliano di Benjamin Netanyahu, in un momento particolarmente delicato nei rapporti tra Israele e le democrazie occidentali.
L'esecutivo italiano ha sempre confermato la propria amicizia e il sostegno a Israele, pur non mancando di sottolineare la drammaticità della situazione nella Striscia di Gaza, ribadendo la posizione storica a favore della soluzione "due popoli, due Stati" come unico possibile sbocco del conflitto. Tuttavia, gli ultimi avvenimenti hanno segnato un cambio di tono, in particolare dopo il grave episodio che ha coinvolto l'Idf (l'esercito israeliano), accusato di aver aperto il fuoco nei pressi di Jenin contro una delegazione diplomatica internazionale.
Da qui la reazione del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha annunciato su X di aver dato disposizione al segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore israeliano a Roma "per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto". Una decisione presa dopo un colloquio telefonico tra lo stesso Tajani e la premier Giorgia Meloni. Secondo fonti di governo, i due si sono confrontati e hanno concordato la convocazione del diplomatico israeliano. La mossa arriva non solo in risposta al grave fatto avvenuto nei pressi del campo profughi di Jenin (che ha coinvolto, tra gli altri, anche il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino) ma anche alla luce del contesto più ampio, segnato da un'escalation della crisi umanitaria nella Striscia.
Parole molto dure quelle del ministro degli Esteri, che sui social ha fatto sapere di aver parlato direttamente con Tutino, il quale sta bene, e che era tra i membri della delegazione colpita. "Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l'accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili", ha dichiarato Tajani.
Il vicepremier ha inoltre aggiornato sugli sviluppi umanitari: "Il governo italiano continua a seguire da vicino la situazione dei civili coinvolti nel conflitto. Un nuovo gruppo di 52 cittadini palestinesi di Gaza, parenti di persone già arrivate in Italia con precedenti evacuazioni sanitarie, è stato trasferito in Giordania. Arriveranno presto in Italia con voli di linea". E ha poi concluso con un nuovo appello a Tel Aviv: "Ho chiesto nuovamente a Israele di fermare le operazioni militari che coinvolgono civili e di aprire immediatamente tutti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari. Vogliamo il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi: la guerra a Gaza deve finire".
A prendere una posizione netta è anche il governo britannico. Il premier Keir Starmer ha definito "intollerabile" la situazione nella Striscia, convocando l'ambasciatore israeliano a Londra e sospendendo i negoziati commerciali con lo Stato ebraico.
Arrivano critiche, però, dalle opposizioni italiane, che giudicano tardiva la presa di posizione del governo. "Ben svegliato", commenta sarcastico Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, riferendosi all'intervento di Tajani. Nel frattempo, in Parlamento, è stata bocciata la mozione di minoranza firmata da Pd, M5S e Avs, che chiedeva, tra le altre cose, la condanna "del criminale Netanyahu" e il riconoscimento dello Stato di Palestina. A passare è stato invece il documento della maggioranza, che impegna il governo a lavorare affinché "le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, giungano all'immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas" e "al ripristino delle condizioni che consentano l'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza". (di Antonio Atte)
Leggi tutto: Spari su diplomatici a Jenin, FdI: "Noi amici di Israele, ma non si esageri"
(Adnkronos) - Il progetto del Ponte sullo stretto ottiene il via libera del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica. È quanto si apprende da fonti del Mase. Secondo il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini si tratta di "un altro fondamentale passo in avanti".
Leggi tutto: Ponte sullo stretto di Messina, via libera Mase al progetto
(Adnkronos) - Sono 107 le impronte contate in casa Poggi tra adesivi dattiloscopici e fotografie, ma su 36 frammenti si focalizza l'attenzione dei consulenti incaricati dalla Procura di Pavia di trovare elementi utili sul delitto di Chiara Poggi del 13 agosto 2007 a Garlasco. In particolare si tratta di 28 frammenti digitali-palmari-papillari con "utilizzabilità comparativa" e otto impronte (sette digitali e una palmare) di "utilità dattiloscopica".
Gli esiti dei confronti dattiloscopici - con le impronte del nuovo indagato Andrea Sempio e del condannato Alberto Stasi - restituiscono esiti non utili tranne l'impronta 33: "È il palmo della mano destra di Andrea Sempio" e si trova nella "seconda parete destra della scala ove è stato rinvenuto il corpo esanime della vittima" si legge nella relazione firmata dai consulenti Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli.
Un match - sono 15 le minuzie identificate - determinato mediate "scansione ottica" e confermato "con la tecnica dell'inchiostrazione". Quanto a un'impronta digitale sulla superficie interna del portone d'ingresso - l'impronta 10 ritenuta dai carabinieri di interesse investigativo - è ritenuta comparabile, ma non è attribuibile né a Sempio, né a Stasi, ciò non ha quelle caratteristiche utili per un confronto. Confronto che ha esito negativo anche con le impronte dattiloscopiche dei genitori di Chiara, Giuseppe Poggi e Rita Preda, il fratello Marco, le gemelle Stefania e Paola Cappa, i tre amici della comitiva di Sempio.
Delle otto impronte "utili", cioè con una valenza dattiloscopica, una è riconducibile a Sempio (l'impronta 33 sulle scale che portano in cantina), una a Stasi (mignolo della mano sinistra sul cartone della pizza mangiata la sera prima), tre di un falegname (che lavorava in casa) e tre non attribuibili né a Sempio, né a Stasi sempre sui cartone della pizza.
Leggi tutto: Garlasco, una impronta di Sempio su 8 utili: tre sono di un falegname
(Adnkronos) - Dopo il Salvador, il Sud Sudan, la nazione più giovane del mondo che vissuto una sanguinosa guerra civile subito dopo la sua indipendenza nel 2011, diventa destinazione per le deportazioni di Donald Trump. E' quanto è stato denunciato dagli avvocati di 12 migranti provenienti dal Sud est asiatico, che, secondo alcune mail, sarebbero già stati deportati in violazione dell'ordine emesso il mese scorso da un giudice federale che vieta al governo la possibilità di mandare migranti in Paesi terzi senza aver dato loro "la reale opportunità" di contestare la deportazione.
Non solo. La deportazione, in particolare di un cittadino birmano indicato come N.M. e di uno vietnamita indicato come T.T.P., viola una mozione di emergenza che i loro avvocati avevano presentato il 7 maggio quando notizie di stampa indicavano che il governo stava per deportarli in Libia e Arabia Saudita. La corte aveva accolto il loro ricorso e il gruppo "dopo essere rimasto sulla pista per tre o quattro ore era stato riportato nel centro di detenzione".
Ora invece i migranti sarebbero stati deportati "in un Paese che sta ritornando in una piena e catastrofica guerra civile", aggiungono gli avvocati facendo riferimento alla crisi del fragile accordo di pace che nel 2018 avrebbe messo fine al conflitto in Sud Sudan. Il giudice Brian Murphy ha accolto il ricorso, dicendo agli avvocati del dipartimento di Giustizia, che "sulla base di quello che ho ascoltato ci sarebbe una violazione" della sua precedente sentenza.
Da parte sua, il dipartimento per la Sicurezza Interna ha difeso e confermato la decisione di deportare il gruppo di otto migranti, definiti pericolosi criminali e "mostri" in South Sudan, senza però sbilanciarsi sul fatto che questa possa essere la loro "destinazione finale". "Nessun Paese sulla terra vuole accettarli perché i loro crimini sono così particolarmente mostruosi e barbari. Questi orribili individui hanno terrorizzato le strade americane per troppo tempo", ha detto Tricia MCLaughlin, la portavoce del dipartimento, affermando che i deportati sono stati condannati per stupro e omicidio.
"Ora un giudice locale del Massachussets, sta cercando di costringere gli Stati Uniti a riportare questi mostri che rappresentano una chiara e immediata minaccia alla sicurezza del popolo americano", ha concluso la portavoce attaccando Murphy che ieri notte ha chiesto all'amministrazione di "mantenere la custodia e la custodia delle persone rimossa in Sud Sudan o ogni altro Paese, per assicurare la possibilità del ritorno nel caso che la corte stabilisca che queste rimozioni sono state illegali". "Questi sono mostri che il giudice distrettuale sta cercando di proteggere", conclude McLaughlin.
Leggi tutto: Trump deporta migranti in Sud Sudan nonostante stop del giudice
(Adnkronos) - Benjamin Netanyahu si dice pronto ad "un cessate il fuoco temporaneo" a Gaza per garantire la liberazione degli ostaggi, aggiungendo che 20 sono "certamente" vivi.
"Se c'è un'opzione per un cessate il fuoco temporaneo per liberare ostaggi, noi siamo pronti", ha detto il premier israeliano in un discorso trasmesso in televisione. "Ci sono 20 ostaggi che sono sicuramente vivi", ha poi aggiunto.
"Tutta la Striscia di Gaza sarà sotto il controllo dell'esercito israeliano" alla fine dell'operazione militare in corso, ha poi aggiunto Netanyahu in una conferenza stampa a Gerusalemme, la prima in cinque mesi, aggiungendo: "Dobbiamo evitare una crisi umanitaria per preservare la nostra libertà di azione operativa".
Le parole di Netanyahu arrivano nel giorno in cui le forze israeliane hanno aperto il fuoco su una delegazione diplomatica in visita al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Coinvolto anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino.
L'esercito israeliano ha poi espresso "rammarico per l'inconveniente causato" dopo aver - durante un’operazione coordinata per l’ingresso della delegazione - sparato colpi di avvertimento per allontanare i membri del gruppo, che secondo un’indagine preliminare avevano "deviato dal percorso approvato ed erano entrati in un’area non autorizzata", riporta Haaretz.
"L'Iran resta una minaccia seria contro Israele, speriamo che sia possibile raggiungere un accordo che gli impedisca di avere l'arma nucleare", ha poi detto Netanyahu, assicurando che sul dossier iraniano agisce "in pieno coordinamento con gli Stati Uniti, parliamo con loro tutto il tempo".
Impedire a Teheran di avere l'arma nucleare "significa impedirle di avere la capacità di arricchire l'uranio", ha sottolineato Netanyahu, secondo cui se questo obiettivo "sarà raggiunto, naturalmente lo accoglieremo con favore". In ogni caso, ha avvertito, "Israele si riserva il diritto di difendersi contro un regime che minaccia di distruggerci".
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(Adnkronos) - In Cina è crollato improvvisamente il tetto della Torre del Tamburo, costruita nel 1375 durante la dinastia Ming. Nei video circolati online è possibile vedere i visitatori del sito turistico allontanarsi mentre centinaia di tegole cadono a cascata per oltre due piani, si schiantano al suolo e sollevano un'enorme nuvola di polvere.
La torre si trova a Mingzhongdu, nella città di Chuzhou, nella provincia di Anhui, ed è una delle principali attrazioni turistiche della zona. Secondo i media cinesi, si tratta di una delle torri di questo tipo più grandi del Paese. Non ci sono vittime, ma i danni al sito storico sono ingenti e le autorità indagano sulle cause. Il crollo è avvenuto appena un anno dopo la ristrutturazione della torre, in seguito a lievi danni al tetto.
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(Adnkronos) - La Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, "rappresenta una sfida crescente per la medicina generale, in relazione all'invecchiamento della popolazione", quindi "delle malattie respiratorie croniche e della Bpco in particolare. I motivi di accesso e di contatti con la medicina generale, per la maggior parte, sono rappresentati da sintomi o problemi ascrivibili a malattie respiratorie croniche". Si tratta di "una sfida sicuramente crescente per la medicina generale". Così Alessandro Rossi, presidente Simg, Società italiana di medicina generale, all'Adnkronos Salute commenta il tema della presa in carico del paziente con Bpco, alla luce delle evidenze scientifiche e dei cambiamenti organizzativi in atto, come la Nota 99 per la prescrizione dei farmaci inalatori indicati nella terapia di mantenimento dei pazienti con Bpco.
Nei confronti di questa condizione clinica, "l'importante - osserva Rossi - è un approccio che sia il più possibile proattivo e cioè che tenda a diagnosticarla nelle fasi precoci e non, come spesso avviene, nelle fasi tardive". Si tratta "quindi di fare una diagnosi precoce di un inquadramento appropriato della stadiazione", cioè lo stato di avanzamento della malattia. In questo contesto "la Nota 99 - chiarisce - rappresenta una nota regolatoria dell'Aifa", Agenzia italiana del farmaco, che "a nostro modo di vedere potrebbe essere superata almeno per quanto riguarda l'obbligo del piano terapeutico per la triplice terapia inalatoria che riteniamo dovrebbe essere liberalizzata in modo tale da dare una più libera prescrizione per la medicina generale, aumentare la compliance dei pazienti e riducendo l’intasamento dei servizi specialistici". Diventa quindi "indispensabile - sottolinea il residente Simg - la gestione" integrata "tra la medicina di primo livello, cioè la medicina generale, e le medicine specialistiche con gli strumenti più innovativi che riguardano la digitalizzazione, l'invio di referti telematici, la comunicazione tra sistemi informativi di diversi livelli e anche l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Questo può rafforzare e qualificare la rete di collaborazione, soprattutto a beneficio di questi pazienti".
In questo contesto, prosegue Rossi, si inserisce "lo studio Aster che ha rappresentato il primo studio esteso di screening della popolazione con malattie respiratorie croniche effettuato nel setting della medicina generale. Già questo attribuisce a questo studio una grande valenza - rimarca - I risultati" evidenziano che "molti dei pazienti arruolati nello studio erano alla prima diagnosi e non erano inquadrati, preventivamente, come con malattie respiratorie croniche. Questo testimonia l'esigenza di una diagnosi più precoce, con gli strumenti tipici della medicina generale, con un inquadramento di questi pazienti per un avvio verso un corretto stile di vita, l'astenzione dal fumo e, naturalmente", l'accesso "alle terapie più appropriate che migliorano gli esiti della malattia".
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(Adnkronos) - La scienza entra in modo sempre più prepotente nelle indagini e le ultime svolte sul caso di Garlasco, ma il genetista Marzio Capra invita alla prudenza. Ex uomo del Ris di Parma, consulente anche nel delitto di Yara Gambirasio, da sempre Capra affianca la famiglia Poggi nella ricerca della verità. E dopo l'ultima 'svolta' annunciata dalla Procura con l'impronta dell'indagato Andrea Sempio trovata sul muro delle scale quasi 18 anni dopo il delitto, quando il condannato Alberto Stasi ha quasi finito di scontare la sua pena, Capra frena gli entusiasmi.
"In attesa di leggere con attenzione la consulenza della Procura di Pavia però c'è da fare una riflessione banale, ma necessaria. Se indichiamo come analisi scientifiche quelle che sono indagini di parte contenute in una consulenza della Procura di Pavia, le risultanze del Ris di Parma fatte nel pieno del contraddittorio delle parti, ossia alla presenza di tutti, cosa sono? Se passa il concetto che perché sono le ultime analisi sono le più affidabili, le migliori di tutto, allora è la fine: dovremmo rifare da capo ogni indagine su ogni singolo omicidio", spiega all'Adnkronos. "Se mettiamo in dubbio la perizia fatta sul Dna trovata sulle unghie di Chiara Poggi allora mettiamo in dubbio tutto, prendiamo impronte giudicate non utili secondo il Ris di Parma e ora diciamo che sono utili e attribuibili. Va bene tutto, ma se si può mettere in discussione il lavoro degli esperti di Parma allora perché non farlo anche con il Dna di Bossetti che invece va accettato così e basta?" è la domanda, seria e provocatoria, di Marzio Capra.
"Delle due l'una: o quell'impronta è utile e attribuibile oppure non lo è. E se uno ha ragione e l'altro torto dobbiamo anche chiederci come vengono spesi i soldi pubblici", conclude.
(Adnkronos) - "Sei un cretino". Donald Trump perde le staffe nello Studio Ovale della Casa Bianca durante l'incontro con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Il presidente degli Stati Uniti nell'incontro si sofferma sulle violenze che in Sudafrica colpiscono i 'farmers' bianchi. Tra le domande dei giornalisti presenti, spicca quella di un cronista della Nbc che prova a sollevare il tema del Boeing donato dal Qatar agli Usa. L'aereo è destinato a diventare il nuovo Air Force One.
"Stiamo parlando di gente che viene uccisa e tu fai domande sull'aereo che il Qatar dona agli Stati Uniti", sbotta Trump. "Tu, basta domande", dice prima di esprimere giudizi negativi sulla Nbc. L'incontro prosegue, Trump mostra immagini a sostegno delle proprie affermazioni relative alle violenze nei confronti degli afrikaneer, ma tra una dichiarazione e l'altra torna ad insultare il giornalista: "Cretino, idiota"
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(Adnkronos) - Anche quest’anno lo studio legale i-law, specializzato nelle tematiche legali, regolamentari e fiscali che disciplinano l’attività di recupero crediti in ambito bancario e finanziario, ha organizzato a Milano i-hour, “un momento in cui scambiare idee sia dal punto di vista tecnico sia nel panorama macroeconomico in cui ci troviamo”, fa sapere Davide Sarina, managing partner di i-law. L’edizione di quest’anno, che si è svolta il 20 maggio a Terrazza Palestro, si è articolata in due momenti distinti offrendo ai partecipanti una prospettiva ampia e stimolante su questioni di rilievo nazionale e internazionale. Nella prima parte, si è tenuta un’intervista esclusiva a Simone Crolla, amministratore delegato di American chamber of commerce in Italy, che ha fornito un quadro aggiornato e coinvolgente delle relazioni internazionali tra Stati Uniti, Europa e Italia.
“L'Europa - suggerisce Crolla - deve trovare un suo modus vivendi con gli Stati Uniti di questa amministrazione deve cioè negoziare affinché ci siano delle reciproche concessioni. Per quanto riguarda le esportazioni sono un tratto caratteristico dell'economia italiana e non potranno mai essere calmierate da alcun tipo di dazio. Né gli Stati Uniti possono essere sostituiti come mercato di destinazione. Una riflessione andrebbe fatta invece sull'attrattività del sistema Italia e quindi sugli investimenti stranieri nel nostro Paese. Nello specifico - aggiunge - anche quelli americani che comunque da diversi anni non crescono più. Il tema dell'attrattività degli investimenti andrebbe affrontato a livello politico istituzionale per generare opportunità per il nostro Paese”.
A seguire, si è svolta una tavola rotonda tematica dedicata ad un argomento di grande attualità per il mondo legale e imprenditoriale: Composizione negoziata della crisi e garanzia MCC- Mediocredito Centrale. “C'è un link - afferma Davide Sarina, managing partner di i-law - tra le politiche economiche statunitensi e le possibili conseguenze sul mondo del credito In questo appuntamento abbiamo unito il tema macroeconomico a quello tecnico della composizione negoziata con crediti garantiti da garanzia statale, quindi MCC nella fattispecie. È stato un incontro molto produttivo e ci auguriamo di riproporre un argomento altrettanto attuale e coinvolgente l'anno prossimo, alla terza edizione del nostro I-hour”. Esprime soddisfazione Lorenzo Marcello del Majno, responsabile del Team ‘Corporate & Special Situations’ di i-low, per un incontro che ha radunato attorno al tavolo “i tecnici della composizione negoziata della crisi”. Majno delinea un obiettivo per la terza edizione di i-hour: “Dobbiamo coinvolgere il debitore e i suoi advisor perché possano strutturare delle proposte che possano essere gestite da MCC all'interno della CNC. Quello che è emerso dall'incontro di oggi, infatti, è che le tempistiche previste per l'esecuzione del MCC e le tempistiche della composizione negoziata della crisi sono assolutamente coerenti tra di loro. Possono quindi consentire una gestione virtuosa dell'escussione a garanzia del MCC all'interno del percorso di CNC”.
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(Adnkronos) - Il risultato ottenuto da Israele al televoto nell'ultima edizione dell'Eurovision Song Contest, svoltasi in Svizzera, ha scatenato un acceso dibattito tra diverse emittenti europee, che ora chiedono maggiore trasparenza e una possibile revisione del sistema di voto. La cantante israeliana Yuval Raphael ha conquistato il primo posto nel televoto con la ballata 'New Day Will Rise', ma si è classificata seconda nella classifica finale a causa del punteggio più basso attribuitole dalle giurie nazionali, che l'hanno collocata al 14esimo posto. A trionfare è stata l'Austria, grazie al bilanciamento tra voto popolare e voti delle giurie.
Emittenti pubbliche di Paesi come Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Islanda e Finlandia hanno espresso dubbi sull'equità del sistema di voto, chiedendo chiarimenti o addirittura un audit completo, riporta la Bbc. L'Unione Europea di Radiodiffusione (European Broadcasting Union - Ebu), che organizza il concorso, ha replicato affermando che ogni voto è stato verificato da un ente indipendente e che ogni segnalazione viene presa sul serio.
Israele ha ottenuto il massimo punteggio (12 punti) dal pubblico di Paesi come Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito, mentre Irlanda e Finlandia ne hanno assegnati 10. Tuttavia, l'emittente irlandese Rté ha chiesto la pubblicazione dettagliata dei dati del televoto, mentre la spagnola Rtve ha annunciato di voler proporre una revisione dell'intero sistema di voto popolare. Al centro delle critiche c'è la possibilità per ogni spettatore di votare fino a 20 volte tramite telefono, sms o app. "Un sistema che consente 20 voti per persona favorisce la manipolazione", ha dichiarato la deputata fiamminga Katia Segers, chiedendo un'indagine che coinvolga tutti i Paesi partecipanti.
Anche la televisione pubblica fiamminga Vrt ha espresso la necessità di "una piena trasparenza" da parte dell'Ebu, pur non avendo rilevato irregolarità. "La vera domanda è se l'attuale sistema rifletta in modo equo l’opinione del pubblico", ha sottolineato un portavoce.
Dello stesso avviso la finlandese Yle, che si è detta pronta a chiedere una revisione delle regole. Le emittenti olandesi Avrotros e Npo, invece, hanno parlato apertamente di un Eurovision "sempre più influenzato dalle tensioni geopolitiche e sociali", mettendo in discussione la natura apolitica e unificante della manifestazione, alla luce della partecipazione di Israele.
Il direttore dell'evento, Martin Green, ha confermato, come riporta sempre la Bbc, che "sono in corso contatti con diverse emittenti" per raccogliere feedback sul'edizione appena conclusa. Ha inoltre ribadito che il sistema di voto dell'Eurovision è "il più avanzato al mondo" e che ogni risultato viene controllato da una squadra dedicata, con il supporto di un organismo indipendente di monitoraggio. Green ha infine risposto alle polemiche riguardanti l'utilizzo, da parte del governo israeliano, di campagne pubblicitarie e canali social ufficiali per incentivare il voto: secondo Green, tali azioni non violano il regolamento. Il dibattito è dunque aperto, e cresce la pressione sull'Ebu affinché il sistema venga aggiornato, garantendo equità e trasparenza in una competizione sempre più seguita e al centro dell’attenzione politica internazionale.
“Hai portato tanto onore e orgoglio al tuo Paese, soprattutto dopo quello che hai passato. Quando sei stata lì con le mani alzate (alla fine della canzone) e hai detto ‘Am Yisrael Chai’ (il popolo di Israele vive, ndr) hai toccato il cuore di tutti noi. Hai fatto una cosa incredibile, sei meravigliosa”. Sono queste le parole con cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è congratulato per il secondo posto ottenuto all’Eurovision music contest da Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco di Hamas al festival Nova del 7 ottobre.
Raphael, che per la sua canzone 'New days will rise' ha ricevuto il maggior numero di voti dal pubblico, durante la video chiamata con il primo ministro ha detto: "Tutto ciò che volevo era portare al Paese un momento piacevole in tutta questa follia anomala che sta succedendo qui, quello era il mio obiettivo principale. E la cosa più importante è che gli ostaggi tornino a casa, si riprendano e siano qui con noi, felici". "Stiamo lavorando molto su questo", ha risposto il premier aggiungendo che la cantante ha portato "molto onore a Israele: sei la vera vincitrice, dati alla mano, è vero… sei entrata nel cuore di una grande parte del pubblico in Europa".
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(Adnkronos) - "Quale ruolo e quali competenze per il medico di medicina generale". E' il filo conduttore per l'8°Congresso regionale della Fimmg Lazio e il 17° della Scuola di formazione, in programma dal 23 al 25 maggio al TH Roma Carpegna Palace Hotel della Capitale, in via Aurelia 481. Una 3 giorni di dibattiti e formazione per affrontare le criticità e le emergenze della sanità territoriale.
Al centro dei lavori l'emergenza liste di attesa, la carenza di medici di medicina generale nei Municipi di Roma e nelle province del Lazio, il ruolo unico nella medicina di famiglia e i modelli di organizzazione territoriale e di assistenza. "Per la prima volta dal varo della legge che ha istituito il medico di medicina generale - sottolineano i promotori - ampie fette di popolazione sono senza medico di fiducia a causa della carenza di medici e il tutto si complica anche per la carenza di dialogo con la Regione Lazio, aggravata ancora di più dalla mancata firma del contratto integrativo regionale, via maestra per avviare a soluzione i problemi che si stanno trasformando in vere emergenze, come l'avvio della rete delle Case di comunità che invece è ancora oggi di là da venire. Purtroppo si preferisce da mesi una battaglia ideologica e sterile sulla trasformazione del rapporto di lavoro dei medici di medicina generale da professionisti in convenzione a dipendenti, non pensando che un dialogo e un accordo con gli attuali mezzi legislativi a disposizione risolverebbe molti problemi".
Si discuterà di invecchiamento della popolazione con il conseguente aumento delle patologie croniche, di quale sarà il ruolo del medico di famiglia nel garantire equo accesso alle cure con una missione primaria nella prevenzione e gestione delle malattie croniche in un contesto di sanità pubblica, e della disponibilità di allocazione delle risorse rispetto a questa nuova realtà. Saranno inoltre analizzati i termini di una collaborazione - e confronto - tra sanità pubblica e privata, identificando le competenze necessarie nel nuovo contesto, la capacità di lavorare in team multidisciplinari, utilizzando anche nuove tecnologie come la telemedicina e diagnostica a distanza. Sarà un "momento di confronto e aggiornamento tra medici e operatori del settore della sanità, per definire un nuovo modello di medicina generale in grado di rispondere alle sfide attuali e future".
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(Adnkronos) - "Non era mai successo prima". Da anni, ogni sera, Denisa Maria Adas, trentenne romena, mandava un messaggio alla madre per dirle che stava bene. Venerdì scorso, il 16 maggio, il telefono ha taciuto. Da allora, nessuno ha più sentito o visto la giovane escort di professione, residente a Roma e in trasferta per lavoro in un residence di via Ferrucci a Prato. "L'hanno presa, di sicuro è andata così", ripete con voce rotta Maria Cristina Paun, la madre, arrivata in Toscana dopo essere stata convocata dai carabinieri. Una frase che suona come una resa, ma anche come un'accusa. E che ora riecheggia sinistra nelle stanze lasciate vuote della figlia e nelle indagini sempre più fitte coordinate dalla Procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli.
La sera della scomparsa una testimone ha riferito agli investigatori dei carabinieri di averla sentita dire al telefono: "Se mi trovano, mi ammazzano". Quella frase è diventata il punto di partenza di un’inchiesta che si sta rapidamente allargando. Il fascicolo aperto dal procuratore Tescaroli parla di sequestro di persona, ma nessuna ipotesi viene esclusa, dal rapimento a scopo intimidatorio a una scomparsa forzata legata al giro della prostituzione, fino a scenari più drammatici.
Denisa è stata vista per l’ultima volta nella sua stanza, la 101 al primo piano del residence, dove era già stata altre volte per una serie di appuntamenti. Quando i carabinieri del Sis e i colleghi di Prato e Firenze vi sono entrati, hanno trovato la porta socchiusa, le chiavi nella toppa dall’interno, il letto rifatto, tutto perfettamente in ordine. Nessuna traccia di sangue, nessun segno di colluttazione. Ma anche nessuna valigia: mancavano uno zaino di marca Gucci, un trolley rigido nero, uno bianco più piccolo. I trucchi erano rimasti lì, così come le scarpe lanciate sull’armadio e la piastra per capelli. Un dettaglio che ha colpito le amiche: "Non si separava mai dai trucchi", dicono. È come se fosse stata costretta ad andarsene, in fretta.
I carabinieri hanno passato al setaccio la zona attorno al residence. Ispezionata l’auto della donna, una Fiat 500 rossa parcheggiata lì da giorni. Prelevati il coprivolante, uno spazzolino da denti e un indumento per le analisi del Dna. Ma ancora, nessuna svolta. L'intero stabile è stato ispezionato palmo a palmo: scale, viottolo sul retro, aree comuni. La pioggia, il tempo e il via vai avrebbero potuto cancellare ogni traccia.
Le telecamere del residence mostrano due uomini quella sera. Il primo, uscito alle 20:45, ha un alibi. Il secondo, considerato l’ultimo cliente, sarebbe rimasto fino alle 23:35. Avrebbe fatto tre chiamate prima di incontrarla. È stato identificato, ma non ancora ascoltato dagli inquirenti. Potrebbe vivere fuori provincia. Anche per questo è stato attivato il Racis, il reparto investigazioni scientifiche dell’Arma.
In parallelo, i carabinieri stanno analizzando i contenuti della chat di gruppo dove Denisa comunicava con altre escort. Proprio lì, la sera della scomparsa, avrebbe scritto un messaggio di allerta contro un cliente “pericoloso”. Ma il messaggio potrebbe essere stato manomesso dopo la scomparsa. Un segnale inquietante: qualcuno potrebbe aver tentato di cancellare prove compromettenti. I due cellulari della ragazza risultano spenti da giorni. E proprio in quei dispositivi, nei contatti, nei messaggi, nelle foto, potrebbe nascondersi la chiave del caso.
Oggi, mercoledì 21 maggio, la macchina delle ricerche si è rimessa in moto con forza. Le operazioni si sono concentrate nella zona del Lecci, lungo il viale Alcide De Gasperi, dove si trova anche il lago degli Alcali. È un’area di campagna a circa 1,5 km dal residence. Qui i carabinieri hanno impiegato unità cinofile, droni, elicotteri e volontari della Protezione civile. Sei i punti sotto osservazione: tra questi, anche i giardini di Mezzana e la pista ciclabile dietro l’istituto Buzzi, luoghi isolati ma facilmente raggiungibili.
Nel pomeriggio, due amiche della donna sono state ascoltate a lungo. Anche questi interrogatori lasciano trapelare un cauto ottimismo: gli inquirenti parlano di una possibile svolta nelle prossime ore. "Sapeva di essere in pericolo", ha detto una delle amiche. "E lo ha detto chiaramente". La speranza, adesso, è che quelle ultime parole, registrate, scritte, forse lette da qualcuno, aiutino a trovarla. Viva.
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