Quando un bimbo perde i genitori lo chiamano orfano; quando una moglie perde il marito, vedova. Ma qual è il nome da dare a me: una madre, quando la sventura le porta via i figli?
Troia è caduta. In quel lembo di terra tra il mare e le macerie
della città nell’antico regno che crolla, il dolore della sconfitta
risuona nel petto dei vinti e delle troiane. Tra loro Ecuba incarna
la tragedia del dolore assoluto: è regina senza patria, madre senza
figli.
È la guerra a scandire la vita delle protagoniste di “Ecuba, ultimo
atto - Per un girotondo sulle macerie del mondo”, la nuova
produzione Cada Die Teatro, in collaborazione con Sardegna Teatro,
che sarà presentata in prima nazionale venerdì 9 novembre alle 21
al Teatro Massimo di Cagliari e proseguirà sabato 10 (alle 21),
domenica 11 (alle 19) e lunedì 12 (alle 10.30).
“Ecuba, ultimo atto” è una sfida drammaturgica sulla scia del
lavoro di “Dans L’Odyssée, Nausicaa io sono io”, la produzione
internazionale frutto del progetto triennale europeo Meeting the
Odissey.
La guerra come quella cantata da Fabrizio De Andrè, alla cui
memoria è dedicato lo spettacolo, nel brano “Girotondo” che
accompagna il racconto sul palcoscenico; la guerra tra Achei e
Troiani; quella del Medioriente, della Siria, dell’Afghanistan e
tutti i conflitti ancora aperti nel mondo: Ogni volta che qualcuno
prende c’è chi, nello stesso momento, perde; in un continuo perdere
e prendere in equilibrio costante. Poi però giunge la guerra e a
quel punto a perdere sono tutti.
La nuova produzione è firmata dal fondatore e regista del Cada
Die Teatro, Giancarlo Biffi, che ha affidato il ruolo di Ecuba a
una delle attrici più note del teatro regionale, Lia Careddu,
accompagnata da tre giovani con già diverse importanti esperienze
alle spalle, Chiara Aru (Polissena), Marta Proietti Orzella (Filò)
e Carla Stara (Cassandra), e da Alessandro Mascia (Il Generale),
anche lui tra i fondatori di Cada Die Teatro.
«C’è sempre qualcosa di superiore a cui ambire e per cui si deve
sopraffare l'altro. Ecuba la madre, donna prima di tutto politica,
cerca una via nella notte, s’interroga e ci interroga ma la ruota
gira sempre in quel verso: non si vince mai e si perde quasi
sempre», scrive il regista Giancarlo Biffi.
È anche una lente sulla figura femminile nella storia e nella
mitologia, il dramma contemporaneo che Biffi porta in scena.
Vincitori, e donne vinte… Donne smarrite tra le macerie di
una città che non c'è più. Donne scontrose. Donne tremende. Madri
solitarie, cupe e desolate. Amanti fatali, misteriose. Immense
figure, condannate alle infamie titaniche o alla lode eterna. Quali
saranno i vostri destini?
«Cassandra vede quello che tutti possono vedere, sta nelle cose»,
racconta Biffi, «Polissena è troppo libera, non può essere schiava,
per questo dovrà essere sacrificata. Un capro espiatorio è
necessario per andare avanti, per ricominciare».
La produzione, che ad agosto ha aperto in anteprima nazionale il Festival dei Tacchi d’Ogliastra, è inserita nel progetto 10Nodi che riunisce i festival teatrali d’autunno a Cagliari.